GIGANTE, Domenico
Nacque a Roma il 27 nov. 1911 da Gaetano, medico, e da Maria Concetta Perrone di San Martino.
Nella famiglia Gigante, di antiche origini siciliane, era saldamente radicata la vocazione all'esercizio della medicina, risalente addirittura al XVII secolo. Il padre Gaetano, nato a Licata (Agrigento) nel 1882 e morto a Roma nel 1977, fu per lunghi anni primario medico presso il Pio Istituto di S. Spirito e Ospedali Riuniti della capitale.
Superati gli studi liceali, il G. si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Roma, ove si laureò con lode nel 1935. Nello stesso anno ottenne l'abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo superando il relativo gruppo di esami presso l'Università di Messina. Maturava, nel frattempo, anche la sua formazione nel campo della biochimica: allievo interno dal 1930 presso l'istituto di chimica biologica dell'ateneo romano diretto dal fisiologo G. Amantea, del quale fu poi assistente dal 1936 al 1938, nel periodo 1935-37 lavorò anche nell'istituto di chimica della stessa università diretto da N. Parravano. Nel 1940 conseguì, col massimo dei voti e la lode, la laurea in chimica presso l'Università di Napoli e l'abilitazione all'esercizio della professione di chimico in quella di Genova.
Negli anni dedicati a completare questi studi acquisì preziose esperienze di ordine anatomopatologico, biochimico e clinico grazie a lunghi periodi trascorsi in prestigiose istituzioni estere e all'attività svolta in reparti medici italiani: nel 1933, 1934, 1939, 1940, usufruendo anche di una borsa di studio del ministero dell'Educazione nazionale, frequentò per oltre due anni complessivi il Pathologisches Institut dell'Università di Friburgo diretto da L. Aschoff, il Pathologisches Institut diretto da M. Borst e la prima clinica medica diretta da W. Stepp dell'Università di Monaco, il reparto di sierologia e terapia sperimentale del Kaiser Wilhelm Institut di Monaco diretto da F. Jahnel, l'Institut für physiologische Chemie diretto da H.K. Barrenscheen e il Neurologisches Institut diretto da O. Gagel dell'Università di Vienna, il primo reparto medico del Kaiserin Elisabeth Spital di Vienna diretto da W. Falta; dal 1937 al 1939, dopo aver superato il relativo concorso, fu assistente effettivo degli Ospedali Riuniti di Roma presso i padiglioni medici e chirurgici del policlinico Umberto I; quindi, vincitore del concorso nazionale per la specialità, assistente volontario presso la clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Bologna diretta da G. Ayala nel 1940; infine dal 1941 al 1942 dapprima assistente retribuito e poi incaricato supplente presso l'istituto di clinica medica generale e terapia medica dell'Università di Genova diretto da G. Sabatini, ove fu anche direttore degli ambulatori. Il 31 maggio 1942 fu abilitato alla libera docenza in chimica biologica e nel giugno dello stesso anno conseguì il diploma di specializzazione in radiologia medica presso l'Università di Genova.
Appare così completata la fase formativa teorica e pratica del G., fondata su conoscenze essenziali per l'esercizio della professione medica: la biochimica umana, disciplina preziosa, in tempi ancora lontani dalla nascita della biologia molecolare e dallo sviluppo rigoglioso della semeiotica funzionale e strumentale, per pervenire, attraverso la connessione tra caratteristiche strutturali e fisiologiche, alla comprensione dei fenomeni fisio-patologici e alla messa a punto di tecniche diagnostiche; l'anatomia patologica e le cliniche medica generale e neurologica, le basi indispensabili per un corretto approccio allo studio del malato. Tra i numerosi lavori che pubblicò in questo periodo si ricordano: Contributo sperimentale alla conoscenza della fase critica del digiuno secondo Luciani, in Rivista di patologia sperimentale, XVI (1936), pp. 35-58; Contributo anatomo-clinico allo studio della cisticercosi cerebrale, in Rassegna di studi psichiatrici, XXVIII (1939), pp. 905-950; L'azione della mannite sul fegato e l'uso di essa per nuovi metodi di esplorazione funzionale delle vie biliari, di drenaggio e di colecistografia, in Il Policlinico, sezione pratica, XLVIII (1941), pp. 1947-1953, in collaborazione con G. Sabatini; Le azioni della mannite sull'apparato digerente e gli spostamenti del contenuto idrico-organico da essa provocati. Studio sperimentale, clinico e radiologico, in Archivio italiano delle malattie dell'apparato digerente, X (1942), pp. 339-364; Una nuova prova di indagine della funzionalità colecistica mediante l'uso della mannite, in Annali di radiologia diagnostica, XVI (1942), pp. 327-336, in collaborazione con G. Sabatini. Nel 1939 pubblicò a Roma la monografia Comportamento della mucina gastrica nelle malattie croniche dello stomaco che risultò vincitrice del concorso bandito dall'Accademia medica Lancisiana di Roma.
Richiamato alle armi nel periodo bellico, fu destinato come ufficiale medico all'ospedale militare di Udine, ove organizzò un efficiente centro di criopatologia, la cui direzione assunse nel dicembre 1942. L'impegno militare non gli impedì di conseguire, nel luglio 1943, la libera docenza in patologia speciale medica e metodologia clinica. Nel '44 entrò a far parte come consulente del servizio sanitario della Pontificia Commissione di assistenza, nel cui ambito creò e diresse fino al 1947 una serie di servizi per profughi e una campagna di soccorsi nelle zone malariche, prestando la propria opera nel collegio di Mondragone presso Frascati e a Roma. Terminate le ostilità, il G. dapprima fu in servizio nel reparto di anatomia patologica dell'ospedale S. Spirito di Roma, poi dal 1945 al 1947 fu assistente e capo del servizio di chimica biologica presso l'Istituto Regina Elena per lo studio e la cura dei tumori di Roma ed ebbe l'incarico dell'insegnamento di igiene sociale nella Scuola superiore di assistenza sociale della capitale. Nel 1947 ebbe inizio la sua carriera universitaria alla scuola di G. Di Guglielmo, del quale fu assistente dapprima incaricato poi ordinario presso l'istituto di clinica medica generale dell'Università di Napoli, quindi aiuto dal 1951 al 1956 presso la stessa cattedra dell'Università di Roma. Nel 1951 e nel 1953, usufruendo di assegni di studio del Consiglio nazionale delle ricerche, fu a Parigi, presso l'Institut de recherches sur le cancer G. Roussy de Villejuif diretto da Ch. Oberling. Quando nel 1956 Di Guglielmo lasciò l'insegnamento per raggiunti limiti di età, il G. fu confermato nel ruolo di aiuto ordinario dal nuovo direttore L. Condorelli. Conseguita nel 1956 la libera docenza in ematologia, nello stesso anno fu incaricato dell'insegnamento di semeiotica medica nell'Università di Roma: in uno dei padiglioni del settore isolamento del policlinico Umberto I organizzò, allora, e diresse un reparto medico articolato in una sezione clinica in grado di assicurare l'assistenza a 100 malati e in strutture idonee a consentire una efficiente attività didattica e scientifica, che dal 1957 divenne la sede dell'istituto di semeiotica medica dell'Università di Roma. Nel 1958 la direzione dell'istituto fu assunta da M. Bufano, del quale il G. fu aiuto e collaboratore fino al 1961. Nel corso di questi anni il G. fu anche incaricato, dalla facoltà di medicina e chirurgia di Roma, di vari insegnamenti presso numerose scuole di perfezionamento e di specializzazione.
Questo secondo periodo dell'attività clinico-scientifica del G. fu caratterizzato inizialmente dalle osservazioni sulla patologia da congelamento (in collaborazione con D. Scopinaro pubblicò tre note Sulla fisiopatologia dei vasi sanguigni nei congelamenti. Nota I - Comportamento della pressione arteriosa e venosa, dell'oscillimetria e della temperatura cutanea nei congelamenti, in Ricerche e studi di medicina sperimentale, XVI [1946], pp. 275-318; Nota II - Azione dell'acido nicotinico sulla pressione arteriosa e venosa, sull'oscillometria e sulla temperatura cutanea nei congelati, in Vitaminologia, V [1946], pp. 3-16; Nota III - Azione del propionato di testosterone sulla pressione arteriosa e venosa, sull'oscillometria e sulla temperatura cutanea nei congelati, in Ormonologia, IV [1946], pp. 65-76), poi da una lunga serie di studi biochimici e sperimentali di interesse oncologico (si ricordano, tra gli altri: Il cancro del polmone nella patologia sperimentale, in Rassegna italiana di oncologia, I [1946], pp. 1-10; Influence de la graisse humaine sur l'activité cancérigène du benzopyrène, in Revue belge de pathologie et de médecine expérimentale, XIX [1949], pp. 282-297; Ricerche polarografiche sui tumori, in Pontificia Academia scientiarum. Commentationes, XIII [1949], pp. 77-152).
L'incontro col Di Guglielmo segnò l'inizio della formazione citologica del G.: le lunghe ore dedicate all'osservazione microscopica sotto la guida del maestro, poi la costante ricerca di nuovo e raro materiale di studio, ne fecero un morfologo di eccezionale valore e gli consentirono di estendere le indagini alle caratteristiche proliferative e funzionali delle cellule ematiche in condizioni normali e patologiche. La dettagliata illustrazione dei reperti ottenuti, le descrizioni di interessanti casi clinici, la messa a punto di schemi terapeutici per il trattamento di alcune emopatie costituirono l'argomento di numerose pubblicazioni, in gran parte corredate da una ricca iconografia microfotografica di personale pregevole esecuzione, delle quali si ricordano: Plasmocitosi ematica in un caso letale di agranulocitosi, in Gazzetta internazionale di medicina e chirurgia, LIX (1954), pp. 159-174; Ricerche sperimentali e applicazioni cliniche nelle leucemie croniche della trietilenmelamina, in La Clinica terapeutica, VI (1954), pp. 107-155, in collaborazione con S. Teodori; Recenti progressi della microscopia elettronica nello studio delle cellule del sangue, in Attualità in ematologia, a cura di A. Baserga, I, Roma 1955, pp. 3-40, in collaborazione con M.G. Piccardo; De l'action thérapeutique de la colcémide (Démécolcine), dérivé du colchicum autumnale, dans le cas d'hémopathies malignes chroniques, in Sang, XXVI (1955), pp. 404-422; Su un caso di reticolo-endoteliosi maligna ad evoluzione acuta, in Archivio italiano di scienze mediche tropicali e di parassitologia, IX (1956), pp. 457-479, in collaborazione con M. Lippi; Considerazioni su una particolare trasformazione acuta di un caso di leucemia mieloide cronica in seguito a trattamento con dimetanosulfonossibutano, in La Clinica terapeutica, V (1958), pp. 469-485; Contributo casistico alla definizione nosologica della leucemia monocitica, in Rassegna di fisiopatologia clinica e terapeutica, XXXI (1959), pp. 1-50, in collaborazione con S. Teodori; Contribution to the knowledge of the metabolism of erythremic cells, in Scientia medica Italica, VIII (1959), pp. 193-215; La citoautoradiografia in ematologia, in Trattato italiano di medicina interna, diretto da P. Introzzi, III, 1, Roma 1961, pp. 168-172, in collaborazione con S. Teodori e A. Zoppini.
In campo ematologico ed ematochimico il G. fu anche autore, in collaborazione con Di Guglielmo, del capitolo Malattie del sangue e degli organi emopoietici nel secondo volume del Manuale pratico di medicina interna, Napoli 1951, pp. 929-1094; della traduzione dall'edizione tedesca di Malattie del sangue di H. Schulten, in H. Dennig, Trattato di medicina interna, I, Firenze 1953, pp. 266-363; e dell'opera, compilata in collaborazione con A.E. Raggio-Guarnaschelli, Il laboratorio di analisi cliniche, pubblicata a Roma nel 1955 e in seconda edizione aggiornata e ampliata, ibid. 1962, in due volumi, col titolo Analisi cliniche, alla quale fu assegnato uno dei premi Marzotto. Da ricordare ancora che il G. collaborò con diverse voci all'Enciclopediamedica italiana.
Nel 1961 la facoltà medica dell'Università di Roma conferì al G. l'incarico dell'insegnamento della reumatologia e la direzione del relativo istituto.
L'insegnamento della reumatologia era stato istituito nell'ateneo romano nell'anno accademico 1955-56 e affidato come incarico annuale a T. Lucherini, primario del IX padiglione del policlinico Umberto I. L'istituto era ubicato in una struttura annessa al padiglione ospedaliero fornita di un'aula, una biblioteca, locali destinati alla direzione e alcuni laboratori, ma priva di disponibilità clinica. L'attività didattica vi si svolgeva con regolari corsi di lezioni e con un corso di perfezionamento postlaurea.
Assunto l'incarico, il G. provvide anzitutto a ristrutturare e riorganizzare l'istituto, dotandolo di attrezzature scientifiche adeguate e ricavando da una nuova, razionale disposizione dei locali esistenti un reparto di degenza. Nasceva così la clinica reumatologica nella quale potevano essere ricoverati pazienti affetti da reumoartropatie ed erano pienamente funzionanti ambulatori e reparti fisioterapici e riabilitativi. Dedicatosi interamente allo studio della disciplina, il G. ne divenne professore ordinario nel 1970. Nel 1971 trasformò il corso di perfezionamento in Scuola di specializzazione in reumatologia, la prima istituita in Italia, della quale assunse la direzione. Presidente della Società italiana di reumatologia dal 1977 al 1980, nel 1982 presiedette il V congresso della reumatologia latina a Firenze, unanimemente riconosciuto come il più prestigioso di tali convegni. Fu inoltre promotore e primo presidente, poi presidente onorario, della Lega italiana contro le malattie reumatiche e fece parte del Comitato per le malattie croniche dell'Organizzazione mondiale della sanità. Fondò e diresse i periodici Annali di reumatologia e Il Reumatologo.
Tra i numerosi lavori che il G. pubblicò nel periodo conclusivo della sua attività clinico-scientifica si ricordano: Le malattie genotipiche di interesse reumatologico, in Atti delle Dodicesime Giornate reumatologiche romane. Roma… 1965, Roma 1965, pp. 76-132, in collaborazione con M. Castagnoli e S. Teodori; Sulla terapia di lunga durata con Indometacin in reumatologia, in La Clinica terapeutica, XXXVII (1966), pp. 95-116, in collaborazione con S. Teodori; Osteoartropatie secondarie a emopatie, in Trattato italiano di medicina interna, diretto da P. Introzzi, X, Firenze-Roma 1967, pp. 460-472, in collaborazione con S. Teodori; Possibilità e limiti della terapia immunosoppressiva nell'artrite reumatoide, in Reumatismo, VI (1968), pp. 616-630, in collaborazione con S. Teodori; Rhumatismes digitaux dans les maladies dermatologiques, in Revue du rhumatisme et des maladies ostéo-articulaires, XXXVII (1970), pp. 113-118; L'artropatia psoriasica. Considerazioni su 100 casi, in Annali di reumatologia, III (1970), pp. 5-62, in collaborazione con M. Castagnoli e M. Crispo; L'amiloidosi nell'artrite reumatoide, ibid., IV (1971), pp. 3-26, in collaborazione con S. Teodori ed E. Taccari; Le mastcellule nell'infiammazione, in Atti del Simposio internazionale sull'infiammazione e sua terapia, Firenze… 1971, I, Roma 1972, pp. 15-24, in collaborazione con M. Crespi ed E. Taccari (anche in tedesco, Die Rolle der Mastzellen bei der Enzündung, in Arzneimittel-Forschung, XXI [1971], pp. 1788-1791); Clinica delle artrosi, in Atti delle XVI Giornate mediche di Montecatini. Montecatini Terme… 1972, Pisa 1972, pp. 85-177, in collaborazione con M. Castagnoli e S. Teodori; Aspetti patogenetici delle artrosinoviti microcristalline, in Annali di reumatologia, V (1972), pp. 100-106, in collaborazione con A. Zoppini; La terapia immunodepressiva dell'artrite reumatoide, in La Clinica terapeutica, XLIII (1972), pp. 2-10; La terapia dell'artrite reumatoide con farmaci immunocitotossici, in Minerva medica, LXIV (1973), pp. 2412-2417; Malattie delle ossa, in U. Serafini, Compendio di medicina interna, I, Firenze 1980, pp. 499-528, in collaborazione con M. Crespi; L'artrite reumatoide oggi, in Atti del Convegno La reumatologia in Italia. Il presente. Il futuro, Cala Gonone-Nuoro… 1979, Roma 1981, pp. 11-28. Del G. sono ancora da ricordare le monografie La condrocalcinosi articolare, Roma 1968, in collaborazione con A. Zoppini, e Le mastcellule, ibid. 1969, in collaborazione con M. Crespi ed E. Taccari.
Membro di numerose società e accademie scientifiche italiane e straniere, il G. fece parte del consiglio direttivo del Comitato italiano per l'educazione sanitaria e del comitato esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Aveva sposato Luciana Finazzi Agrò, dalla quale ebbe i figli Gaetano e Maria Concetta, ambedue medici, e Giovanni Ettore, fisico.
Il G. morì a Roma il 21 febbr. 1984.
Fonti e Bibl.: Notizie fornite dai familiari. D. Gigante, Curriculum vitae. Notizie sull'attività scientifica, sull'attività clinica e sulla carriera didattica, Roma 1970; necr. in Atti della Accademia Lancisiana di Roma, n.s., XXIX (1985), 1, pp. 43-45; Università degli studi di Roma "La Sapienza". Annuario per l'anno accademico 1983-84, Roma 1985, pp. 1321 s.; Annali di reumatologia, XV (1984-85), pp. 3 s.; Il Reumatologo, V (1984), pp. 43 s.; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 401 s., 407; II, p. 496.