AMBROGI, Domenico (Degli Ambrogi, detto anche Menghino, o Menichino del Brizio)
Nato a Bologna intorno al 1600, fu pittore di figure, fregi architettonici e paesaggi a olio e a fresco, disegnatore apprezzato di apparati solenni e di stampe, incisore. Studiò, giovinetto, sotto Bernardino Baldi, dal quale si allontanò poco prima che questi morisse (30 genn. 1612); poi, brevemente, sotto Dionigi Calvaert e infine, come incisore, per diversi anni, sotto la guida di Francesco Brizio, quando questi dava pubbliche lezioni di disegno e di prospettiva, sì da meritarsi il soprannome di Menghino o Menichino del Brizio. Staccatosi dal maestro, collaborò con Girolamo Curti detto il Dentone come pittore di figure e con Angelo Michele Colonna come pittore di "quadrature".Negli ultimi anni, reso storpio dall'attrite, eseguì moltissimi disegni per decorazioni e per stampe. Ebbe scolari Giacinto e Pier Antonio Cerva e il veneziano Giovanni Antonio Fumiani, che visse molti anni nella sua casa e si servì dei disegni dell'A. per dipingere i suoi primi quadri. Fu amico del Malvasia, a cui fornì notizie per la biografia che, lui vivente, questi gli dedicò (1678). Morì dopo il 1678.
Fra le molte opere citate dalle fonti ricordiamo: a Brisighella (Ravenna) gli affreschi nel salone e nella cappella del palazzo Spada; nei dintorni di Bologna: alla Madonna del Poggio, il soffitto della chiesa di S. Maria del Poggio e la cappella nella villa dei marchesi de' Buoi; a Bagnarola, la loggia e due stanze nella villa dei marchesi Malvezzi. A Bologna: i soffitti di cinque stanze affrescati in casa Ratta; una stanza affrescata con storie di Rinaldo, dal Tasso, nella casa del poeta Cesare Rinaldi; l'affresco sotto l'ultima arcata del portico dell'Annunziata, considerato dal Malvasia la prima opera pubblica che l'A. eseguisse senza aiuti; tutti gli affreschi nella cappella di S. Francesco nella chiesa omonima. Fra le opere conservate a Bologna: affreschi nel palazzo Paleotti (ora Casa dello studente), prima opera in collaborazione col Curti; In S. Giacomo la tela con l'Angelo Custode (prima capp. sin.); più notevole la grande tela con l'Incoronazione di Maria nel soffitto dell'Oratorio di S. Maria della Vita. Nelle figure l'A. deriva da Lodovico Carracci, nelle decorazioni architettoniche e prospettiche si riallaccia alla tradizione bolognese del Curti e di A. M. Colonna. Coltivò pure il paesaggio di gusto fantastico, forse studiando Dosso Dossi, del quale copiò, ingrandendoli, due paesaggi, che erano nel Castello di Ferrara, per i marchesi Rangoni di Modena; eseguì anche qualche lodato ritratto come quello del Selvatico, musico del duca di Modena.
Gli autori (Heinecken, Bartsch, Nagler, Le Blanc, ecc.) gli assegnano tre incisioni all'acquaforte, in una maniera "che si approssima a quella di Lorenzo Loli",e cioè: una Tesi di laurea per Giulio Cavalieri bolognese, con la figura di s. Carlo Borromeo al di sopra di un paesaggio (firmata Domi. del Bricio I. F.); un'Allegoria delle Arti figurative e un'altra Allegoria con un carro guidato da Nettuno, conducente una donna. Alcuni, tra cui il Malvasia, gli assegnano anche alcuni "grandi chiaroscuri", dei quali però si ha motivo di dubitare.
Bibl.: Bologna, Biblioteca Comunale, M. Oretti, Notizie de' Professori del disegno (manoscritto), vol. B 126, pp. 29-34 (1770 circa, con bibliografia antica); A. Masini, Bologna perlustrata..., Bologna 1666, pp. 120, 619; C. C. Malvasia, Felsina Pittrice, Bologna 1678, I, pp. 543-547, II, pp. 161, 401, 405,420; G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degl'intagliatori, I, Siena 1771, p. 12; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 132; [C. C. Malvasia], Pitture scolture ed Architetture... di Bologna, Bologna 1792, pp. 54, 285,288, 381, 390, 393; K. H. de Heinecken, Dict. des artistes dont nous avons des estampes..., I, Leipzig 1778, pp. 163 s.; A. Bolognini Amorini, Vite de' pittori Bolognesi, IV, Bologna 1843, pp. 95-97; F. Baldinucci, Delle notizie dei prof. del disegno, a cura di F. Ranalli, Firenze 1846, III, pp. 311 s.; J. A. B. Bartsch, Le peintre graveur, XIX, Würzburg 1920, p. 198; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampe:, I, Paris 1854, p. 34; G. Campori, Gli artisti... negli stati estensi, Modena 1855, pp. 12, 97; R. Buscaroli, La Pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, pp. 258, 315; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1950, pp. 21, 129, 143; G. K. Nagler, Neues allgem. Künstler-Lexikon, I, p. 98; J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon, I, pp. 603 s.; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon für bildenden Künstler, I, p. 389.