DOMENICHINO (Domenico, Dominicus)
Lacunose e incerte sono le notizie biografiche su questo musicista attivo alla corte dei Gonzaga all'inizio del XVI secolo. Un cantore detto Domenichino fece parte del seguito di musici che nel 1510 accompagnò in ostaggio a Roma Federico, figlio del marchese Francesco II. Molto probabilmente si trattava della stessa persona, indicata come "messer Domenichino", che nel 1515 ricopri l'incarico di "maestro de' canti" presso la corte mantovana e che, nello stesso periodo, tentò di diventare anche cantore della cappella cittadina, fondata nel 1511. Nonostante l'appoggio del principe Federico e dell'influente Marco (Marchetto) Cara, Francesco II oppose un netto rifiuto a tali richieste, asserendo che non riteneva opportuno accollarsi nuove spese per ampliare ulteriormente l'organico dei cantori. È ipotizzabile che, forse a causa di tale rifiuto, i rapporti tra la corte ed il musicista si siano deteriorati e che egli si sia dimesso, perlomeno temporaneamente, dal suo incarico. Tale ipotesi si basa su una lettera personale di Francesco II, datata 17 giugno 1515 e indirizzata ad un non precisato "musico", che molto Probabilmente è lo stesso D. (Bertolotti, p. 31). Dalla missiva traspare l'indubbia stima che il marchese nutriva per il musicista, tanto da pregarlo, con inusitato calore, di ritornare "al loco vostro presso me" lasciando l'incarico assunto dopo essersi allontanato da Mantova.
Non sono fino ad oggi noti altri documenti o notizie relative all'attività di D. negli anni successivi: le attribuzioni di alcune composizioni rinvenibili in fonti dei primo Cinquecento, non sono sempre certe.
D. fu dunque attivo alla corte dei Gonzaga in anni in cui essa era diventata uno dei più importanti centri musicali italiani, grazie all'attività di notissimi frottolisti come Marchetto Cara e Bartolomeo Tromboncino e di virtuosi come i liutisti Francesco Canova, Giovanni Angelo Testagrossa e Andrea Ripa, il basso Michele de Luca e il contraltista Giovan Maria da Crema (che dal 1513 al 1515 fu responsabile dell'educazione musicale dei figli dei marchese), accanto ai quali operavano molti altri cantori e strumentisti di valore.
Nel periodo di attività di D. a Mantova la vita musicale della città conobbe un ulteriore fioritura grazie all'istituzione, voluta da Francesco II, di una cappella cittadina (il concerto inaugurale si tenne il 12 genn. 1511), il cui organico vocale era costituito quasi completamente da cantori ferraresi, molto probabilmente licenziati da Alfonso I d'Este a causa delle fortissime spese sostenute nella guerra che lo oppose in quegli anni al Papato.
Per quanto riguarda l'attività compositiva di D., suoi sono verosimilmente tre brani che compaiono in raccolte antologiche dei primi decenni del XVI secolo.
Nella miscellanea Canzone, sonetti strambotti et frottole libro primo, pubblicata nel 1511 a Siena per i tipi di Pietro Sambonetto, l'autore della frottola Se per seguire el gregie de quel sancto èindicato con l'abbreviazione "Domi", che verosimilmente sta per Domenico o Domenichino. Nella raccolta prevalgono composizioni di autori attivi a Siena, come Ansanio Senese e Nicolò Piccolomini, ma vi compaiono anche brani di musicisti di diversa provenienza, come ad esempio Giacomo Fogliano, attivo a Modena, e Simone Patavino, presumibilmente nativo di Padova.
Nel ms. Panciatichi 27 (c. 105r) della Biblioteca nazionale di Firenze - databile all'inizio del XVI secolo e contenente frottole, chansons, strambotti e composizioni sacre a tre e a quattro voci, molte delle quali presenti in stampe coeve di O. Petrucci - troviamo un Alleluia a tre parti, accanto a cui si legge l'indicazione "Dominicus", che probabilmente si riferisce a D.; a favore di tale ipotesi èanche la presenza nel manoscritto di numerosi brani di Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara, che erano entrambi attivi a Mantova insieme con D. nei primi decenni del sec. XVI. Infine nella raccolta Primus liber quatuor vocibus. Mottetti del fiore (Lyon, J. Moderne, 1532), in corrispondenza del mottetto Virgo prudentissima, si legge l'indicazione "Domin.", che potrebbe anch'essa essere l'abbreviazione di Domenico o Domenichino, benché il fatto che la raccolta contenga quasi esclusivamente brani di autori francesi, franco-borgognoni e fiamminghi possa invece far ipotizzare che il brano sia opera di qualche musicista oltremontano fino ad oggi non identificato.
Fonti e Bibl.: P. Canal, Della musica in Mantova. Notizie tratte principalmente dall'ArchivioGonzaga, Mantova 1881, pp. 23 ss.; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga in Mantova ..., Milano 1890, pp. 29 ss.; B. Becherini, Catalogo deimanoscritti musicali della Bibl. nazionale di Firenze, Kassel 1959, pp. 118-121; P. Tagmann, Archival. Studien zur Musikfflege am Dom von Mantua (1500-1627), Bern-Stuttgart 1967, pp. 60 s.; K. Jeppesen, La Frottola. Bemerkungen zur Bibliographie der ältesten weltlichen Notendrucke in Italien, Arhus-Copenhagen 1968, pp. 7, 15; Id., LaFrottola, II, Zur Bibliographie der handschriftlichen musikalischen Überlieferung des weltlichenLieds um 1500, ibid. 1969, p. 22; R. Eitner, Bibliographie der Musik-Sammelwerke des XVI. undXVII. Jahrhunderts, Berlin 1877, p. 24; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen VocalmusikItaliens aus den Jahren 1500-1700, II, Hildesheim 1972, p. 618; Census catalogue of manuscripts sources of polyphonic music 1400-1550, I, NeuhausenStuttgart 1979, p. 232; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le Biografie, II, p. 517, S.V. Dominicus.