DOBLHOFF-DIER, Anton, barone von
Statista austriaco, nato il 10 novembre 1800, morto a Vienna il 16 aprile 1872. Come membro della dieta della Bassa Austria si segnalò per le sue idee liberali, e nel 1848 fu tra i più autorevoli propugnatori delle riforme costituzionali. Nel maggio di quell'anno fortunoso fu nominato ministro del Commercio e inviato all'imperatore Ferdinando, il quale, per timore dei moti rivoluzionarî, s'era rifugiato a Innsbruck, per persuaderlo a tornare a Vienna. Ebbe parte importante nelle vicende politiche del periodo rivoluzionario. Insieme col Wessenberg e con lo Schwartzenberg, sostenne la politica di resistenza in Italia, e spinse il governo ad accordare al maresciallo Radetzky i rinforzi che egli aveva chiesti per domare la rivoluzione lombardo-veneta. Scioltosi l'8 luglio 1848 il ministero Pillersdorf, il D. ebbe dall'arciduca Giovanni l'incarico di formare il nuovo ministero, in cui però prese il portafoglio dell'Interno, e, per interim, quello dell'Istruzione, mentre la presidenza e il portafoglio degli Esteri rimanevano al Wessenberg, più benviso a corte. Partecipò al Reichstag costituente, oltre che come ministro, come rappresentante della città di Vienna, e vi spiegò azione decisamente ostile all'Ungheria separatista. Durante le tempestose giornate di ottobre, a lui e al ministro delle Finanze Krauss rimase affidato tutto il peso del governo; ma, sebbene fosse abbastanza popolare, il 12 ottobre, dopo l'assassinio del ministro Latour, stimò prudente fuggire nascostamente da Vienna, come avevano fatto il Wessenberg e il Bach; e il 22 novembre, affacciando motivi di salute, lasciò il ministero. Nel marzo 1849 fu inviato come ministro plenipotenziario all'Aia, dove rimase fino al 1858. Nel 1861 si ritirò dal servizio diplomatico. Dal 1861 al 1865 fu deputato al Reichstag, e nel 1867 fu nominato membro della Camera dei signori, di cui fu anche presidente.