distretto tecnologico
distrétto tecnològico locuz. sost. m. – Concentrazione territoriale di attività ad alto contenuto tecnologico. Può essere promosso da amministrazioni centrali o regionali, o da privati e spesso si caratterizza per il coinvolgimento di centri di ricerca e università. L’organizzazione del d. t. è caratterizzata da network orizzontali tra i vari attori, che spesso realizzano partnerships pubblico-private. Essenziale, oltre all’investimento nei settori della conoscenza e dell’innovazione, è la presenza di risorse umane e materiali qualificate e l’esistenza di una cultura imprenditoriale locale. Secondo un’efficace interpretazione, tre sono le condizioni che hanno generato la nascita e lo sviluppo del d. t.: la rivoluzione tecnologica, lo sviluppo di un’economia globale e l’emergere dell’economia dell’informazione. Altro elemento che si è rivelato strategico è il nuovo protagonismo, che, dal punto di vista economico, città e regioni hanno assunto nel quadro economico internazionale. Negli ultimi anni, i d. t. hanno rafforzato ulteriormente il loro ruolo, divenendo dei luoghi privilegiati per la produzione dell’economia globale, che testimoniano anche il progressivo inserimento in tali circuiti dei paesi a economia emergente. Il d. t. per eccellenza è la Silicon Valley negli USA, fondata su un complesso industriale di imprese high-tech e costruito sulla base di milieux innovativi; tuttavia altri esempi si sono sviluppati negli anni Ottanta del 20° sec. in altri paesi avanzati. Oggi si assiste al consolidamento del distretto di alta tecnologia di Pechino, che tuttavia sta assumendo per lo più i connotati di cluster. In Italia si contano 24 d. t. riconosciuti dal MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca): nati per iniziativa del governo e delle regioni, coprono vari settori di attività, dll’agroalimentare all’aerospaziale, dai beni culturali alle biotecnologie, dalla logistica ai rischi ambientali e ancora alle nanotecnologie.