distretti tecnologici
Aree geografiche ben definite, solitamente su scala subregionale, caratterizzate da un’attività intensa di ricerca e sviluppo (presenza di università, centri di ricerca pubblici e privati) e da una chiara e consolidata vocazione industriale. I distretti coniugano le filiere industriali con specifiche attività scientifiche attraverso la realizzazione di programmi di ricerca congiunti, di laboratori misti pubblico-privati ecc., con l’obiettivo di favorire l’accesso e l’utilizzo dei risultati della ricerca da parte delle imprese del distretto stesso. I distretti tecnologici sono, quindi, strumenti per favorire lo sviluppo dell’economia basata sulla conoscenza attraverso il radicamento delle attività a elevato contenuto scientifico e tecnologico e la sua connessione con filiere industriali presenti nel territorio di riferimento. Il loro successo dipende fortemente dal ruolo che il governo regionale e in generale i policy maker svolgono nell’effettuare scelte strategiche di lungo periodo in termini di politica industriale del territorio, definendo le aree di attività e gli obiettivi in termini di sviluppo economico del territorio in un’ottica locale e globale. In Italia, nel corso del 2004, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha dato avvio a una strategia (inserita nel Piano Nazionale per la Ricerca 2005-2007) per la creazione di distretti tecnologici da realizzare di concerto con le Regioni con l’obiettivo di «accelerare la collaborazione tra diversi soggetti istituzionali nell’ambito di una forte collaborazione pubblico-privato, sorretta da un processo di intesa istituzionale tra amministrazioni centrali, regionali e locali». Nell’ambito di questa iniziativa sono stati attivati 25 distretti tecnologici con l’obiettivo di aggregare masse critiche, ammodernare le infrastrutture e le piattaforme tecnologiche e concentrare le risorse per obiettivi e progetti strategici.