discrezionalita
discrezionalità Facoltà di libera azione e decisione entro i limiti generali fissati dalla legge (ingl. discretion). La rilevanza della d. nell’ambito della politica economica deriva dall’osservazione che, nella maggioranza dei casi, le promesse fatte dai politici, che di quelle decisioni sono responsabili, non sono rispettate, salvo nei casi in cui alcuni vincoli siano imposti per legge. L’idea che la d. avesse rilevanza nelle decisioni di politica monetaria è stata per la prima volta introdotta in economia con il modello di Barro e Gordon (➔ Barro-Gordon, modello) del 1983, secondo il quale l’autorità monetaria deve determinare il tasso d’inflazione, sapendo che sia questa sia la disoccupazione hanno certi costi. La politica monetaria si trova quindi ad affrontare un dilemma: alcuni investimenti restrittivi manterrebbero l’inflazione stabile, ma aggraverebbero la disoccupazione e viceversa per quanto riguarda le manovre espansive. In questa situazione, la politica monetaria ha la tentazione di incrementare inaspettatamente il tasso di crescita dell’offerta di moneta, deviando quindi dalle promesse di mantenere i prezzi stabili. Nel breve periodo, tale manovra aumenta l’occupazione senza modificare l’inflazione, ma, a medio e lungo termine gli agenti combinano le loro aspettative sul tasso di crescita della moneta, portando quindi l’inflazione di equilibrio a un livello permanentemente più alto. Il risultato è un incremento temporaneo dell’occupazione, ma una crescita permanente dell’inflazione. Il modello mostra, quindi, come comportamenti discrezionali producano costi di lungo periodo per la collettività.
Il problema della d. e dell’inconsistenza intertemporale o della non credibilità delle decisioni di politica economica (➔ credibilità) è stato studiato anche in un importante articolo di F.E. Kydland (➔) ed E.C. Prescott (Rules rather than discretion: the inconsistency of optimal plans, «Journal of Political Economy», 1977, 85, 3). Sono state altresì illustrate molte soluzioni al problema della discrezionalità. Nel 1985, per es, K.S. Rogoff ha proposto di istituire un banchiere centrale conservatore, ossia con una preferenza verso la stabilità dei prezzi maggiore di quella dell’elettore mediano (➔ elettore mediano, teorema del). In generale, l’istituzione di regole costituzionali e legislative che potessero limitare la d. della politica monetaria nell’uso dello strumento inflattivo è stata favorita da molti e, secondo una ‘comune interpretazione’, è alla base dell’obiettivo dell’inflation targeting (➔ inflazione p) dato alla BCE nei trattati europei. Le idee concernenti l’inconsistenza intertemporale sono state poi applicate a tutta una serie di altri problemi riguardanti la politica economica, dalle decisioni di politica fiscale a quelle di politica internazionale. Infine, le teorie emergenti nel primo decennio degli anni 2000 dalla sintesi neoclassica e neokeynesiana hanno messo in evidenza l’importanza della credibilità della politica monetaria. Interest and prices (2003), di M. Woodford, formalizza per l’appunto la moderna teoria monetaria, basandosi sull’idea che solo la credibilità riesce ad ancorare le aspettative degli agenti su sentieri che garantiscano allo stesso tempo la stabilità dei prezzi e la crescita economica.