DISARMO (XIII, p. 1; App. I, p. 518; II, 1, p. 788)
Dal 1946 al 1950, il duplice aspetto del d. - armi atomiche e di distruzione di massa, e armamenti di tipo classico - fu studiato, in seno alle N. U., da due organi sussidiarî: la Commissione per l'energia atomica (gennaio 1946) e la Commissione per gli armamenti di tipo classico (febbraio 1947). In seno alla Commissione per l'energia atomica non cessarono mai di scontrarsi, sin dall'inizio, le proposte degli S. U. A. (piano Baruch) e quelle dell'URSS, contrastanti specialmente su tre punti basilari: a) per gli S. U. A., l'istituzione di un controllo sulla produzione e applicazione dell'energia nucleare avrebbe dovuto precedere l'interdizione delle armi nucleari; viceversa secondo il piano sovietico; b) il controllo avrebbe dovuto essere esclusivamente internazionale secondo il piano Baruch; riservato ai singoli stati secondo la tesi sovietica; c) il cosidetto "diritto di veto" dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza avrebbe dovuto in questo campo essere abolito secondo gli S. U. A., rimanere inalterato secondo l'URSS. Anche nella Commissione per gli armamenti di tipo classico le posizioni si rivelarono in contrasto, sia sulla competenza della Commissione, sia sui principî cui avrebbero dovuto ispirarsi i suoi lavori: per gli S. U. A., le armi di distruzione di massa, essendo di competenza della Commissione per l'energia atomica, avrebbero dovuto essere escluse dai lavori della Commissione, mentre per l'URSS era impensabile scindere l'azione per il disarmo; secondo gli S. U. A., prima di cercare il sistema di disciplina e riduzione degli armamenti, occorreva instaurare un'"atmosfera di fiducia e di sicurezza" e adottare quindi misure a questo scopo, mentre, secondo l'URSS, nulla come delle misure pratiche di disarmo avrebbero potuto creare l'"atmosfera" auspicata; e così via. Agli inizî del 1950, l'URSS si ritirò prima dall'una e poi dall'altra delle due commissioni.
L'Assemblea generale delle N. U. nominò allora, nella V sessione (1950), un Comitato di 12 membri (gli 11 del Consiglio di sicurezza più il Canada) incaricato di coordinare i lavori delle due commissioni ovvero di fonderle in una sola. Fu adottata quest'ultima soluzione e nacque così, nel gennaio 1952, la Commissione del disarmo, posta sotto l'autorità del Consiglio di sicurezza, composta dei membri di quest'ultimo oltre il Canada, e competente tanto per il disarmo classico come per quello atomico. I primi lavori del nuovo organo, svoltisi in clima di particolare tensione internazionale (conflitto coreano, ecc.) risultarono sterili; tuttavia le proposte ivi avanzate dovevano offrire, in avvenire, alcuni punti di accordo tra le parti. Nel novembre 1953 l'Assemblea generale delle N. U. istituì un Sottocomitato della Commissione del disarmo (Canada, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e URSS), destinato a lavorare a porte chiuse, il quale, tra il 1954 e il 1957, tenne a Londra cinque sessioni, e il 6 settembre 1957 presentò alla Commissione un rapporto finale e decise di sospendere sine die i suoi lavori. Alla fine del 1957, dopo i lavori della XII sessione dell'Assemblea generale, svoltisi sulla base delle proposte del Sottocomitato, l'accordo tra potenze occidentali e URSS risultava raggiunto su alcuni principî fondamentali, e cioè: procedere a misure parziali di disarmo in attesa che si presenti possibile un piano di disarmo generale; questo, a sua volta, avrebbe dovuto comprendere: l'eliminazione delle armi nucleari, e l'impiego esclusivo delle materie fissili a scopi pacifici; la riduzione degli effettivi e degli armamenti di tipo classico; il controllo internazionale sull'attuazione delle suddette misure. In ogni caso, l'arresto delle esplosioni nucleari e della corsa agli armamenti avrebbe dovuto avere carattere d'urgenza. Le divergenze permanevano sull'applicazione pratica dei suddetti principî e sul coordinamento delle misure previste.
Nella stessa sessione, l'Assemblea generale decise inoltre di allargare la Commissione del disarmo, aggiungendovi 14 stati (fra cui l'Italia), e la pregò di proseguire nei suoi lavori, riconvocando il proprio Sottocomitato. Ma, nel corso del 1958, né la Commissione nè il Sottocomitato si riunirono mai. Nella successiva sessione, l'Assemblea decise (nov. 1958) che nel 1959, a titolo speciale, la Commissione del disarmo comprendesse tutti gli stati membri delle N. U. e, richiamandosi alla Conferenza in corso a Giuevra (v. oltre), si appellò alle potenze interessate affinché raggiungessero un accordo sulla cessazione degli esperimenti di armi nucleari e si astenessero dall'effettuarli durante il corso dei negoziati. La Commissione del disarmo si riunì brevemente nel settembre 1959 e chiese all'Assemblea generale di essere mantenuta nella sua attuale forma plenaria.
La XIV sessione dell'Assemblea, apertasi (sett. 1959) iu clima di distensione, sembrerebbe aver dato nuovo impulso ai negoziati per il disarmo. Il Presidente del Consiglio dell'URSS, N. Chruščev, in occasione del suo viaggio negli S. U. A., tenne il 18 settembre all'Assemblea generale delle N. U. un lungo discorso nel quale prospettò un piano di "disarmo generale e completo", da attuarsi in quattro anni, in virtù del quale non sarebbero più esistiti né eserciti terrestri, né forze aeree o navali, né ministeri della guerra, né bilanci militari, rimanendo in funzione soltauto limitate forze di polizia. In via sussidiaria, egli propose alcune misure parziali di disarmo. Successivamente la Gran Bretagna presentò a sua volta all'Assemblea un piano di disarmo articolato in tre tappe. Altre proposte furono formulate anche dalla Francia e dall'Italia. Il 20 novembre, l'Assemblea approvò unanime una risoluzione russo-statunitense, con la quale, invitati i governi a non trascurare nessuno sforzo per giungere ad un accordo sul disarmo, trasmetteva alla Commissione del disarmo delle N. U. e al Comitato delle dieci potenze per il disarmo (v. oltre) i due piani di disarmo - sovietico e britannico - insieme alle altre proposte presentate nel corso della sessione, auspicando che al più presto venissero elaborate delle misure di disarmo e di controllo, tali da consentire il raggiungimento di un accordo. L'Assemblea decise inoltre che la Commissione del disarmo continuasse ad essere composta da tutti i membri delle N. U., e invitò gli stati interessati a perseverare nella sospensione volontaria di esperimenti di armi nucleari, esortandoli a raggiungere un accordo in materia.
Tentativi per raggiungere un accordo sul disarmo nucleare e classico erano stati compiuti frattanto, anche fuori dell'ambito delle Nazioni Unite. Una conferenza di esperti atomici di otto paesi (Stati Uniti, Canada, Francia, Polonia, Romania, Regno Unito, Cecoslovacchia, URSS), convocata per iniziativa degli S. U. A. e dell'URSS, si è tenuta a Ginevra nel luglio-agosto 1958, per studiare i mezzi atti a rilevare le possibili violazioni di un eventuale accordo sulla sospensione delle esplosioni nucleari sperimentali. In base al rapporto di questa Conferenza, gli S. U. A., la Gran Bretagna e l'URSS decisero di convocare, per il 31 ottobre dello stesso anno, a Ginevra, una Conferenza dei rispettivi rappresentanti, incaricata di elaborare un accordo sulla cessazione delle suddette esplosioni nucleari e sul relativo controllo. La Conferenza tripartita presentò il 10 luglio 1959 un primo rapporto concernente i mezzi atti ad assicurare, mediante satelliti artificiali, la rilevazione di esplosioni nucleari a grande altezza. Di tutti i lavori di queste conferenze, le Nazioni Unite sono sempre state tenute regolarmente informate.
Inoltre, la Conferenza ginevrina dei ministri degli esteri dei quattro "grandi", prima di chiudere i suoi lavori, il 5 agosto 1959 aveva istituito un "Comitato per l'esame delle questioni del disarmo" composto di 10 stati (Stati Uniti, Francia, Regno Unito, URSS, Bulgaria, Canada, Italia, Polonia, Romania, Cecoslovacchia). Il Comitato dei dieci iniziò sotto buoni auspicî i suoi lavori a Ginevra il 15 marzo 1960. Ma il 27 giugno, poco dopo il fallimento dell'incontro al vertice di Parigi (e certo in connessione con quel grave avvenimento), le conversazioni si arrestarono di colpo e venivano rinviate sine die, di fronte ad una violenta denuncia sovietica di attività bellicistiche e provocatorie degli Stati Uniti, e al conseguente rifiuto di tutte le delegazioni dei paesi comunisti di continuare le trattative. Il 16 agosto si riaprivano i lavori della Commissione delle N. U.
Bibl.: Per un riassunto dell'opera svolta dalle N. U. per il disarmo, e soprattutto per una bibliografia più generale, v. Y. Collart, Le Désarmement, L'Aja 1958; v. anche: A. Nutting, Disarmament (an outline of the negociation), Londra 1959; J. Norge, The diplomacy of disarmament, in International Conciliation, n. 526; J. Moch, Disarmo nonostante tutto, in La Comunità Internazionale, 1957, n. 1, pp. 3-19; Le Désarmement, in Chronique de Politique Etrangère, gennaio 1960.