Die freudlose Gasse
(Germania 1925, L'ammaliatrice o La via senza gioia, colorato, 180m a 17 fps); regia: Georg Wilhelm Pabst; produzione: Hirschel Sofar; soggetto: dall'omonimo romanzo di Hugo Bettauer; sceneggiatura: Willy Haas; fotografia: Guido Seeber, Walter Robert Lach, Curt Oertel; montaggio: Mark Sorkin, Georg Wilhelm Pabst; scenografia: Otto Erdmann, Hans Sohnle.
Nel primo dopoguerra Vienna è devastata dall'inflazione e la popolazione è alla fame. In Melchiorgasse abitano la proletaria Maria, la borghese Grete, la miserrima Else, la signora Greifer, cinica mezzana, e un ripugnante macellaio, che costringe le donne a prostituirsi in cambio della carne. Maria è innamorata di Egon, segretario di Canez, bieco uomo d'affari; a questi si prostituisce, per amore di Egon, che la tradisce e diviene amante della moglie di un banchiere. Maria, trascinata nel bordello della Greifer, scopre la tresca e uccide la rivale. Il padre di Grete va in pensione e impegna in una speculazione la liquidazione; le oscillazioni di borsa lo rovinano, mentre Grete, impiegata di un avvocato, è licenziata perché restia alle profferte sessuali. La ragazza ha preso in pegno dalla Greifer una pelliccia; ora, in miseria, è convinta dalla ruffiana a un convegno con il macellaio, ma la sua mestizia ne smorza gli ardori. Il tenente americano Davy, inquilino dei Rumfort, abbandona la casa dopo aver visto Grete dalla Greifer. Marie fa ricadere su Egon la responsabilità dell'omicidio, poi confessa il delitto. Grete è costretta a salire sul palcoscenico del bordello, ma il padre e Davy la salvano. Else, brutalizzata dal macellaio, lo uccide per un pezzo di carne. La folla inferocita appicca il fuoco al bordello.
Die freudlose Gasse è opera complessa e capitale nella storia del cinema di Weimar, di cui insieme a Der letzte Mann e Metropolis segna uno spartiacque. La seconda regia di Georg Wilhelm Pabst è un crocevia tra movimenti artistici, forme narrative, modelli divistici e stilemi differenti. Perciò nel corso del tempo ha ingenerato interpretazioni antitetiche, come nei casi di Kracauer, che plaude al realismo del film, e di Eisner, che vi distingue "la consacrazione definitiva dell'architettura 'artificiale', da studio, derivante dall'espressionismo".
Il film si basa su un'opera letteraria dell'austriaco Hugo Bettauer, autore di romanzi d'appendice caratterizzati da strutture di genere, temi sociali e suggestioni erotiche. La tensione tra architetture narrative 'forti' ‒ il giallo, il melodramma ‒ e figurazioni realistiche distingue la fase artistica della Nuova Oggettività; l'opera di Pabst tra anni Venti e Trenta è spesso ascritta a questo movimento. Il soggetto fu adattato da un letterato praghese, Willy Haas, all'epoca direttore della più prestigiosa rivista tedesca di cinema, il "Film-Kurier". Nel passaggio dalla pagina allo schermo vennero aggiunti dei personaggi secondari ai fini narrativi, ma incisivi nella stilizzazione delle vicende ‒ su tutti, il perverso macellaio. Die freudlose Gasse contempla descrizioni riferite alla realtà sociale del dopoguerra tedesco e austriaco ‒ l'inflazione, il crollo morale ed economico del ceto medio, la prostituzione ‒ e una stilizzazione nel tratteggio di taluni personaggi e di elementi del loro ambiente, derivata dalla fase espressionista. Il film manifesta stilemi spesso attribuiti al regista, in realtà diffusi nel cinema tedesco del decennio: fotografia ricercata, movimenti di macchina attribuibili a uno sguardo soggettivo, stacchi di montaggio sul movimento dei personaggi.
La natura miliare dell'opera si riconosce pure nella varietà di registri recitativi e divistici. Oltre alla magistrale interpretazione di due mostri sacri della scena, la danzatrice Valeska Gert e l'istrione Werner Krauss, Die freudlose Gasse vede il passaggio di testimone tra due dive: la danese Asta Nielsen, maggiore interprete europea tra anni Dieci e Venti, e la svedese Greta Garbo, al secondo ruolo significativo dopo Gösta Berlings saga. La Gert ‒ attrice feticcio di Pabst anche in Das Tagebuch einer Verlorenen (Diario di una donna perduta, 1929) e Die Dreigroschenoper (L'opera da tre soldi, 1931) ‒ e Krauss apportano al film un eccesso bozzettistico di ascendenza teatrale. Allo stesso tempo, la Nielsen e la Garbo propongono tipologie divistiche opposte, ascrivibili a modelli melodrammatici di differenti epoche: carnale e corposa l'una, diafana e ascetica l'altra.
La complessità dell'opera trae origine dalla struttura narrativa non lineare. Il racconto si sviluppa alternando più destini individuali, incarnati ciascuno da un modello femminile; i percorsi sono paralleli, senza coincidere. L'andamento temporale del racconto descrive avvenimenti concomitanti; o si sposta all'indietro, sul modello della struttura poliziesca. Anche la costruzione spaziale prevede la compresenza di più personaggi. La Melchiorgasse compone vicende distinte. Il modello dello 'spaccato' sul piano scenico era già stato sperimentato nelle regie teatrale dei drammi di Georg Kaiser o Ernst Toller; al contempo, la concomitanza di prossimità fisica e distanza morale rimanda al melodramma della virtù misconosciuta.
Die freudlose Gasse è emblematico della riflessione sulla modernità nella Germania di Weimar, fondata sulle idee di equivalenza astratta e mercificazione. Nel microcosmo della Melchiorgasse tutto è riducibile alla valutazione monetaria. Tre luoghi sono basilari per il film: la macelleria, il bordello con il suo palcoscenico, l'Hotel Carlton. In essi si compiono transazioni finanziarie, e si commercia carne ‒ umana o animale. Ciascuno di questi, a modo suo, prevede una scena e un retroscena.
L'intervento della censura, l'estensione dell'opera ‒ la versione originale misurava 3.738 metri, pari a circa 190 minuti ‒ l'ampia diffusione del film e la notorietà successiva della Garbo sono all'origine della varietà delle lezioni esistenti del testo. In tempi recenti, Die freudlose Gasse ha subito un intervento di restauro a cura del Münchner Filmmuseum; dalla collazione di cinque versioni distinte, si è in parte ricuperata la stratificazione narrativa e la sensatezza logica del testo, spesso problematica nelle copie lacunose.
Interpreti e personaggi: Asta Nielsen (Maria Lechner), Greta Garbo (Grete Rumfort), contessa Agnes Esterházy (Regina Rosenow), Werner Krauss (macellaio), Henry Stuart (Egon Stirner), Einar Hanson (tenente Davy), Grigori Chmara (cameriere), Karl Etlinger (direttore generale Max Rosenow), Ilka Grüning (sua moglie), Jaro Fürth (consigliere Rumfort), Robert Garrison (don Alfonso Canez), Tamara Tolstoi (Lia Leid), Valeska Gert (Frau Greifer), Hertha von Walther (Else).
S. Kracauer, From Caligari to Hitler, Princeton, NJ, 1947 (trad. it. Milano 1954).
L. Eisner, L'écran démoniaque, Paris 1952 (trad. it. Roma 1983).
T. Rayns, Die freudlose Gasse, in "Monthly Film Bulletin", n. 492, January 1975.
J.-Ph. Domecq, Hauts lieux et bas-fonds, in "Positif", n. 244-245, juillet-août 1981.
P. Petro, Joyless Streets. Women and Melodramatic Representation in Weimar Germany, Princeton 1989; "Cinegrafie", n. 10, 1997, in partic. L. Quaresima, Il mistero della scomparsa di Otto Demel, J.-C. Horak, 'Die freudlose Gasse'. Una ricostruzione del Münchner Filmmuseum; M. Pabst, Die freudlose Gasse, in G.W. Pabst, a cura di W. Jacobsen, Berlin 1997.