Deutsche Dante-Gesellschaft
Prima che in Germania si costituisse una vera e propria società dantesca si riunivano piccoli gruppi d'intellettuali animati dall'ammirazione per Dante. All'inizio dell'Ottocento alcuni artisti tedeschi viventi a Roma, Koch, Cornelius, Overbeck, Steinle, Vogel v. Vogelstein e altri, formavano un gruppo che leggeva e ispirava la loro opera alla Commedia. A Roma, nel 1819-1820, conobbero K. Witte; questi, amico di Vogel v. Vogelstein, divenuto professore a Breslavia nel 1821, riunì intorno a sé un'eletta cerchia di lettori e amatori della Commedia e fondò nel 1825 un'associazione dantesca, la Dante-Verein, la prima associazione di questo genere in Germania, di cui fecero parte soltanto due altri, W. v. Lüdemann (1796-1863), romanziere e traduttore, e K. Fr. L. Kannegiesser.
Secondo le intenzioni dell'ideatore, il Witte, compiti della società erano, tra l'altro, l'edizione di testi e lo studio degli antichi commenti, ecc. Ma dopo sole quattro riunioni l'associazione si disciolse. A Bonn Fr. Diez dal 1822 in poi riunì un piccolo gruppo di uditori delle sue lezioni su D.; e fin dal 1823 L.G. Blanc teneva con grande successo i suoi corsi su D. nell'università di Halle. Dopo che K. Witte fu chiamato ad Halle (1834), il Blanc formò con lui un gruppo di studiosi e di allievi che si riunivano regolarmente per la lettura del poema dantesco. Altre riunioni si tennero a Berlino intorno allo storico B.R. Abeken e al giurista K.F. Goeschel; ad Heidelberg intorno allo storico F. Chr. Schlosser. Il gruppo più numeroso e più attivo fu però quello che fin dal 1826 si riuniva a Dresda intorno al principe Giovanni di Sassonia (Philalethes) e di cui facevano parte K. Förster e C.G. Carus, traduttori della Commedia come il principe stesso, L. Tieck e altri.
L'attività della generazione che fin dal 1820 aveva diffuso la conoscenza dell'opera di D. con traduzioni, studi critici, opere d'arte, raggiunge il suo apogeo con la fondazione della Deutsche Dante-Gesellschaft avvenuta nel 1865.
L'iniziativa fu presa da K. Witte; questi, in un articolo apparso sulla " Augsburger Allgemeine Zeitung " del giugno 1864, e poi nel vol. VI della " Zeitschrift für Romanische Philologie " (ristampa in Goetz, Geschichte), propose la fondazione di un'associazione allo scopo di creare una biblioteca specializzata per gli studi danteschi, di fondare una rivista, nonché di promuovere edizioni critiche dei testi danteschi e dei commenti più antichi. Il Witte spedì un invito, firmato anche da A. Mussafia e F.X. Wegele, a riunirsi a Dresda il 14 settembre 1865. Vi convennero una ventina di persone che si costituirono in un'associazione, della quale il principe Giovanni di Sassonia assunse il protettorato. Fu eletto presidente il Witte, del comitato presidenziale fecero parte A. Mussafia, F.X. Wegele, e il filologo E. Boehmer come segretario e tesoriere. Una seconda circolare raccolse nuovi membri, fra cui vari personaggi dell'aristocrazia, che devolsero notevoli donazioni, la regina madre Elisabetta di Prussia, la regina Augusta di Prussia, la granduchessa di Weimar, il duca di Anhalt, i principi della Torre e Tasso e altri. All'apparire del primo volume dell'annuario la società contava circa novanta membri; nel 1872 si raggiunse la cifra di centotrentasette. Furono soci anche alcuni stranieri, finché si costituirono altre società dantesche. La società si riunì una seconda volta ad Halle nell'autunno del 1867, ancora ad Halle nell'agosto del 1871. In quest'anno il Boehmer cedette il suo posto di segretario a G.A. Scartazzini, il quale, nel 1877, riuscì a pubblicare il quarto volume dell'annuario, ma non seppe infondere all'associazione lo spirito che aveva animato i primi fondatori. Dopo la morte di costoro (nel 1873 era deceduto il re Giovanni, nel 1867 morì il Blanc, e nel 1883 si spense il Witte) l'attività dell'associazione si spense; non si ebbero più riunioni e l'annuario non si pubblicò più. La biblioteca dell'associazione fu incorporata alla biblioteca universitaria di Lipsia.
Una ventina di anni dopo si ebbe un primo tentativo di richiamarla in vita, quando della prima associazione erano viventi ancora circa una cinquantina di membri. Iniziatore ne fu F.X. Kraus, che nel 1897 aveva pubblicato la sua grande opera su Dante.
Se ai tempi della prima Dante-Gesellschaft i sostenitori erano stati in primo luogo studiosi ed eruditi, al momento in cui il Kraus, seguendo suggerimenti pervenutigli da parte della Società Dantesca Italiana, prese i primi contatti per la ripresa della società, il culto di D. in Germania prendeva un carattere di volgarizzazione, tipico di traduttori della Commedia quali O. Gildemeister e P. Pochhammer, come fu divulgatore nel miglior senso della parola A. Bassermann, il cui libro Dantes Spuren in Italien usciva pure nel 1897. Caratteristico dello spirito allora dominante è quanto scrisse il Pochhammer in un memoriale del 1898, cioè che " l'indirizzo prevalentemente scientifico della prima Dante-Gesellschaft aveva cagionato il disinteresse delle generazioni venute dopo ". Anche il Bassermann notava che il pubblico dei lettori di D. in Germania era molto eterogeneo. Vista la situazione, il Kraus si propose di riunire in seno all'associazione l'attività divulgativa e quella rigorosamente scientifica, così che l'associazione avrebbe accolto non solo gli specialisti, ma anche un largo strato di persone colte. La pubblicazione di una rivista fu giudicata superflua, visto che esisteva il Bullettino della Società Dantesca Italiana. Tali furono le idee che il Kraus esponeva in un suo articolo nel Historisches Jahrbuch der Görresgesellschaft (vol. XVIII,1897). Il Kraus trovò l'appoggio dello storico dell'arte L. Volkmann e del filologo B. Wiese, e inoltre ebbe la promessa che il principe Giovanni Giorgio di Sassonia avrebbe assunto il patronato della Società; tuttavia il progetto rimase lettera morta.
Un secondo tentativo di ripristinare la Deutsche Dante-Gesellschaft ebbe maggior successo. Nel giugno del 1914 lo scrittore e musicologo Hugo Daffner riunì un nuovo consiglio amministrativo di cui fecero parte fra gli altri K. Vossler, L. Pastor, Elisabeth Foerster-Nietssche, l'editore Eugen Diederichs; presidente fu lo stesso Daffner.
Visto che nel 1914 erano ancora viventi due membri della vecchia Dante-Gesellschaft, di cui uno non volle aderire, l'associazione assunse il nome di Neue Deutsche Dante-Gesellschaft. Nel 1915 l'associazione fu registrata con sede a Dresda (dal 1921 in poi a Weimar); il principe Giovanni Giorgio di Sassonia ne assunse il patronato. La guerra interruppe i preparativi, ma subito dopo si ebbe la ripresa. Nell'autunno del 1919 l'associazione contava cento membri, nel 1922 circa quattrocento. Si riprese la pubblicazione dell'annuario nel 1920; il Daffner lo designò quinto per segnare la continuità con la prima Dante-Gesellschaft. L'associazione si riunì nel 1921 a Dresda, e nell'autunno del 1922 a Weimar, ove raccolse un maggior successo, dovuto all'eco delle manifestazioni dantesche che si ebbero nel 1921 in numerose città tedesche e che contribuirono largamente a rendere popolare l'opera di D. in Germania. Seguirono altre due riunioni a Weimar nel 1924 e nel 1925. Dopo di ciò la società entrò in crisi, e ciò si dovette soprattutto alle dimissioni, per ragioni di salute, del suo presidente e animatore, il Daffner (1889 - 1936). Questi non era propriamente un dantista, ma era musicista e medico; sopraffatto dai troppi impegni e da un'eccessiva attività, nel 1927 egli dovette ritirarsi dalla presidenza della Dante-Gesellschaft (morì in una casa di cura nel 1936). Se il contributo che egli portò agli studi danteschi fu scarso, gli va riconosciuto il merito di aver creato un nuovo centro intorno al quale riuscì a raccogliere i più sinceri e qualificati ammiratori di D. in Germania.
Nel 1927 la Deutsche Dante-Gesellschaft si rinnovò completamente. Il nuovo consiglio direttivo non comprese più i vecchi collaboratori del Daffner; ne divenne presidente Walter Goetz, di Lipsia, professore di storia; la redazione dell'annuario passò allo storico Friedrich Schneider di Jena. Dopo questo rinnovamento l'associazione svolse un'attività molto fruttuosa. Il numero dei soci cominciò subito ad aumentare. L'annuario, passato nel 1928 alla casa editrice Böhlau di Weimar, uscì regolarmente. Nel 1937 fu iniziata una nuova serie di monografie (Schriften der Deutschen Dante-Gesellschaft). Le assemblee annuali si tenevano regolarmente a Weimar, e gli assidui frequentatori intrapresero nel 1939, guidati dal Goetz, un pellegrinaggio dantesco " sulle orme di Dante " (un simile pellegrinaggio fu organizzato nel 1963 dal nuovo presidente H. Rheinfelder). L'associazione incoraggiava anche la formazione di sezioni distaccate in altri centri per la lettura pubblica della Commedia; infatti, lo scopo dell'associazione continuò a essere non solo scientifico, ma anche divulgativo.
La seconda guerra mondiale portò un rallentamento dell'attività dell'associazione, ma non l'interruppe interamente grazie all'energia dei dirigenti. Essa riprese nuovo slancio subito dopo il conflitto, con immutati scopi e invariata composizione. Nel 1949 la presidenza fu assunta da H. Rheinfelder, professore di filologia romanza a Monaco di Baviera; il Goetz ne rimase presidente onorario. Dopo la morte di F. Schneider (1962) la direzione dell'annuario passò al romanista A. Noyer-Weidner. Dal 1953 in poi l'associazione pubblica anche un bollettino (Mitteilungsblatt der Deutschen Dante-Gesellschaft). Le riunioni dell'associazione si tennero fino al 1954 a Weimar; in seguito, in varie città della Germania occidentale (ogni due anni a Krefeld), mentre i soci residenti nella Germania orientale continuano a riunirsi a Weimar.
L'unità dell'associazione fu mantenuta in modo formale; quando nel 1957 fu necessario un adattamento dello statuto, si mantenne come sede formale Weimar, mentre la sede giuridica passò a Gräfelfing (presso Monaco di Baviera). Il numero dei soci nel 1959 oltrepassava i trecento.
Bibl. - W. Goetz, Geschichte der deutschen Dante-Gesellschaft (= Schriften der Deutschen Dante-Gesellschaft, 5), Weimar 1940; ristampato in W. Goetz, Dante. Gesammelte Aufsätze (= Münchner Romanistische Arbeiten, 13), Monaco 1958, 103-141; H. Witte, Protokolle des Dante-Vereins in Breslau 1825, in " Deutsches Dante-Jahrbuch " XXV (1943) 156-168; H. Schiel, Der Versuch einer Neubegründung der Dante-Gesellschaft durch F.X. Kraus und das Echo bei den deutschen Dante-Freunden, ibid. XXXVIII (1960) 135-167; H. Rheinfelder, La " Deutsche Dante-Gesellschaft ", in Atti del Congresso Internaz. di Studi Danteschi, Firenze 1966, II 31-35. Vedansi inoltre l'autobiografia di W. Goetz, Aus dem Leben eines deutschen Historikers, in Historiker in meiner Zeit, Graz 1957, 1-87; F. Schneider, In memoriam Walter Goetz, in " Deutsches Dante-Jahrbuch " XXXIX (1961) e H. Grundmann, Friedrich Schneider zum Gedächtnis, ibid. XL (1963).
W. Theodor Elwert