DESTRINA, o gomma d'amido, leiogomma o leiocoma (C6H10O5)n
È una sostanza ottenuta per trasformazione delle materie amidacee; è molto solubile nell'acqua, e le sue soluzioni concentrate servono da surrogato della gomma arabica. Fu ottenuta nel 1811 da L. N. Vauquelin, studiata poi da J. F. Persoz e A. Payen (1833) e da altri. Ebbe da J.-B. Biot (1833) il nome di "destrina" perché in soluzione fa ruotare fortemente a destra il piano di polarizzazione della luce polarizzata, mentre le gomme naturali sono di solito sinistrogire.
La destrina non è sostanza nettamente caratterizzata e tanto meno individuo chimico definito, non essendo facile separare gli uni dagli altri i diversi corpi che dall'amido successivamente si formano. Le sue soluzioni acquose per precipitazione frazionata mediante alcool acquoso di diversa concentrazione forniscono alcuni prodotti, quali l'amilodestrina, frazione che si scioglie poco nell'acqua fredda, meglio in quella bollente, e si colora assai intensamente in azzurro con lo iodio, come fa l'amido; l'eritrodestrina, che si scioglie assai bene nell'acqua e si colora in rosso bruno con lo iodio; l'acrodestrina, che è solubilissima nell'acqua e precipita bene con l'alcool e non dà più speciale colorazione con lo iodio; la maltodestrina, che è solubilissima nell'acqua e anche nell'alcool concentrato (70-80%) e non dà colore speciale con lo iodio. Il Biltz nel 1913 tentò di determinare la grandezza molecolare delle diverse destrine, mediante la pressione osmotica, impiegando membrane di ferrocianuro di rame incluse in collodio. Il peso medio degli aggregati molecolari risultò per l'amilodestrina circa 20.000, per l'eritrodestrina da 6000 a 7000, per l'acrodestrina circa 3700 e per la maltodestrina ancora più piccolo. Tutte queste destrine riducono il liquido di Fehling; l'amilodestrina in minimo grado, i termini successivi in misura sempre maggiore. Le destrine per prolungato riscaldamento con acidi minerali diluiti vengono completamente idrolizzate in glucosio (C6H12O6), mentre l'idrolisi effettuata con la diastasi del malto trasforma le destrine per la maggior parte nel disaccaride maltosio (C12H22O11).
Secondo H. Pringshilm, nella formazione della destrina dall'amido si avrebbe prima una semplice idrolisi degli aggregati amilacei con conseguente aumento della solubilità in acqua; poi, col procedere dell'idrolisi, i poliamilosi cosl formatisi subirebbero un'isomerizzazione in isopoliamilosi, con conseguente liberazione di gruppi aldeidici; es.:
e con graduale intensificazione del potere riducente verso il liquido di Fehling mentre s'indebolisce la colorazione azzurra con lo iodio. È stato perciò anche proposto (Samec, 1919) di distinguere le destrine in base al duplice carattere del potere riducente e della colorazione con lo iodio formando i gruppi seguenti: prodotti non riducenti: amilo-amilosi, eritroamilosi, acro-amilosi; prodotti riducenti: amilo-destrine, eritro-destrine, acro-destrine. Ma come è facile intendere, i processi sopra accennati avvengono in parte anche simultaneamente, il che non permette d'isolare prodotti nettamente caratterizzati.
Preparazione industriale e usi. - La materia amidacea si trasforma in destrina per effetto del calore e di un acido diluito, del diastase, di particolari enzimi (amilasi) che si trovano nell'orzo tallito e anche per azione della saliva e della pancreatina. Industrialmente si usa il calore, o il calore con acido diluito.
Praticamente i tipi prodotti con puro calore (leiogomme) si ottengono facendo completamente essiccare fecola o amido e passandoli poi in un torrefattore o padella di ghisa, munito di agitatore e riscaldato o da un fuoco a giro di fiamma o da un bagno d'olio, o da vapore surriscaldato, a una temperatura che raggiunge i 180°. La leiogomma ottenuta, di color giallo bruno, viene poi raffreddata, burattata e insaccata.
Volendo ottenere destrine bianche (gommeline) o destrine bionde, si procede anzitutto all'acidificazione della fecola o amido, operazione che si compie spruzzando gr. 200-300 di acido nitrico o cloridrico diluito in acqua, per ogni quintale di materia amidacea, in un tamburo girevole chiuso, dove si trova la fecola e l'amido e rimescolando poi energicamente, oppure, se si tratta di piccola produzione, unendo l'acido diluito alla fecola in cassoni ove viene energicamente rimescolata con una spatola, e poi facendo passare il tutto su uno staccio metallico per un paio di volte. La fecola cosi preparata si passa in essiccatoi a non più di 50° e quindi nel torrefattore già menzionato ove si porta la temperatura a 105° per ottenere destrina bianca e a 125° per ottenere destrina bionda. La destrina ottenuta si lascia raffreddare, si buratta, si mette su telaietti ad assorbire umidità e s'insacca.
Un altro tipo di destrina, in Italia poco usato, chiamato gomma cristallo, e avente molta somiglianza con la gomma arabica, si ottiene bollendo la salda d'amido con un acido diluito all'aria libera, neutralizzando l'acido, decolorando, filtrando e concentrando il liquido, ed essiccandolo, infine, in essiccatoio su telaietti metallici.
La destrina è una polvere leggiera, bianca o giallognola, insipida, di odore caratteristico che ricorda in parte quello della materia amidacea da cui proviene; raramente si trova anche sotto forma di cristalli semitrasparenti (falsa gomma arabica) o di liquido sciropposo. Si usa come surrogato economico della gomma arabica per appretto di tessuto o filato, per addensante di colori nella stampa dei tessuti, per la preparazione d'inchiostri, per la lavorazione di cartonaggi, feltri, ecc. Un tempo veniva importata in Italia dalla Germania e dall'Olanda; oggi se ne importa dall'America, ma è anche fabbricata nel paese e molti grossi apprettatori e stampatori di tessuti la preparano direttamente per i loro usi.
Bibl.: L. Wagner, Die Stärke, Dextrin u. Traubenzucher fabrication; J. Fritsch, Fabrication de la glucose de la dextrine et de l'amidon soluble, Parigi 1906.