ATACAMA, deserto di (A. T., 159)
Comprende la parte più arida del Chile settentrionale, tra il 22° e il 27° parallelo meridionale, cioè tra il Rio Loa, che la separa dalla Pampa del Tamarugal, e il Río Copiapó, e tra l'Oceano Pacifico e quella fossa di sprofondamento che si stende per più di 200 km. dal Salar de Atacama al Salar de Pedernales.
Il clima della regione così delimitata è di quel tipo che il De Martonne chiama peruviano: clima desertico oceanico, caratterizzato da umidità dell'aria relativamente forte (ma non tale da dare origine a precipitazioni notevoli, bensì solamente a nebbie), e da oscillazioni termiche non ampie. A Copiapó, infatti, a 370 m. s. m., ogni anno in media si hanno uno o due giorni di pioggia soltanto, sempre d'inverno (giugno, luglio e agosto: in media per un totale di 21 mm.); però sono frequenti le nebbie, chiamate camachancas. Non sono rari gli anni in cui la pioggia non cade affatto. L'escursione annua della temperatura è piccola (in media 8°,4), essendo la temperatura media del gennaio di 19°,7 e quella del luglio di 11°,3. Rarissimi sono i geli. Ad Antofagasta, a 4 m. s. m., la temperatura media del gennaio è di 16°,4, e quella del luglio di 21°,6 (escursione annua 5°,2), e le precipitazioni mancano completamente.
La fossa che divide il Deserto di Atacama dalla Puna de Atacama ha il fondo da 2400 a 3000 m. s. m., ed è dominata da 3500 m. dai coni vulcanici del Licancaur (5950 m.), del Llullaillaco (6750 m.) e dell'Azufre (5680 m.). Ad occidente di tale fossa s'innalza un massiccio delimitato da faglie, un horst, privo di vulcani, al quale i Chileni dànno il nome di Cordigliera di Domeyko. Questo massiccio nella sua parte settentrionale ha delle zone pianeggianti quasi perfettamente livellate, chiamate llanos del Quimal; ma la catena montuosa che lo continua verso sud, a causa dell'attenuarsi del clima desertico, presenta uno sviluppo più completo delle valli. Benché l'erosione in questa parte sia notevolmente attiva, la parte più elevata della cordigliera si presenta tuttora, secondo il Domeyko, come una massa arrotondata, coperta di detriti, con pendii dolci incisi da solchi poco profondi e svasati. In prossimità del Pacifico, tra il Río Loa e il 25° parallelo, si eleva la cosiddetta Cordigliera della Costa, che è il ciglio, talvolta rialzato, dell'altipiano compreso tra le Ande e il mare e occupato in parte da bacini di colmamento, divisi fra loro da massicci e da isolotti rocciosi.
Ad eccezione del Río Loa e del Río Copiapó, che, come si è detto, lo limitano a N. e a S., il Deserto di Atacama non è attraversato da nessun corso d'acqua che provenga dalla cordigliera, poiché i torrenti che scendono dalla zona vulcanica della Puna de Atacama si perdono nei salares della fossa omonima. Le nebbie alimentano, lungo la costa, qualche piccola sorgente.
La vegetazione è poverissima e costituita, ben s'intende, di xerofite (soprattutto Cactus) e di piante annuali, che muoiono nella estate. Qua e là, tuttavia, dove la falda acquifera si avvicina alla superficie del suolo, s'incontrano boschetti di Prosopis tamarugo, una mimosa che ha dato il nome alla Pampa del Tamarugal, la quale si stende a N. del Deserto di Atacama. Tra il deserto propriamente detto e la Puna, dai 2400 ai 3500 m., la vegetazione è assai più sviluppata, e si hanno anche pascoli. Nella parte meridionale del deserto si cominciano ad incontrare macchie di mimose spinose, che preludono alla vegetazione del Chile centrale.
Il Deserto di Atacama è privo di oasi, ed è quindi una delle regioni più desolate del globo. Coltivati sono soltanto i dintorni di Copiapó, irrigati artificialmente. La popolazione, costituita di pochi Indiani Changos (affini agli Uros della Bolivia), che vivono di pesca a S. di Antofagasta, e di Bianchi, prevalentemente minatori, è assai rada, non raggiungendo 1 abitante per chilometro quadrato.
La regione è molto ricca di minerali, soprattutto di nitrati, di rame e di argento. La produzione di questo attualmente è molto ridotta, ma fu ingente durante il secolo XIX. I primi filoni furono scoperti, subito dopo la guerra dell'indipendenza chilena, a sud di Vallenar, poi presso Copiapó e altrove. Il rame si estrae fin dal sec. XVIII, e viene esportato in notevoli quantità.
Ma la maggiore produzione del Deserto di Atacama è quella dei nitrati, i quali formano giacimenti (salitrales) spessi fino a tre metri, coperti da uno strato duro e compatto di sabbia e argilla, che si cominciarono a sfruttare solo nella seconda metà del secolo XIX. Non si conoscono precisamente le cause che hanno dato origine a questi giacimenti: è certo, però, che sulla loro formazione e conservazione ha influito grandemente la secchezza del clima. Alcune piccole reti ferroviarie, prima indipendenti l'una dall'altra, ora riunite dalla ferrovia longitudinale chilena, collegano i centri di produzione dei nitrati ai porti della costa, tra i quali primeggiano Antofagasta (v.) e Mejillones. Anche Tocopilla, Taltal, Chañaral e Caldera hanno un discreto movimento, sebbene, più che veri porti, posseggano delle semplici rade. (Per ulteriori notizie, v. america meridionale; ande; chile).
Bibl.: R. A. Philippi, Die sogenannte Wüste Atacama, in Petermanns Mitteil., 1856, pp. 52-71; id., Viaje al desierto de Atacama, Halle 1860; L. Darapsky, Das Departement Taltal (Chile), Berlino 1900; L. Sundt, Estudios geológicos y topográficos del desierto y puna de Atacama, Santiago 1909; L. Bowman, Desert trails of Atacama, New York 1924.