(ar. Darna) Città della Libia (50.345 ab. nel 2023), nella Cirenaica orientale, di cui è il porto principale. È posta sull’ uadi Derna, il corso d’acqua perenne più importante della Cirenaica: nasce nella sezione orientale del Gebel al-Akhdar, poi, scendendo il gradino dell’altopiano, si restringe in una pittoresca gola a pareti verticali e sbocca infine nella breve piana litoranea irrigando l’oasi, in cui sorge D., circondata da un folto palmeto, da agrumeti e frutteti. Il clima è mite e asciutto perché l’altopiano (alto fino a 350 m) la protegge dai venti caldi del sud. Nella città sono sviluppate le attività peschereccia e commerciale e l’industria alimentare.
D. (gr. Δάρνις), al limite orientale della pentapoli cirenaica, era sede vescovile già prima del Concilio di Nicea (325), metropoli della Libya inferior (secondo Atanasio, 367), con 6 suffraganee (Notitia Alexandrina). Ridotta a un piccolo villaggio dopo la conquista araba (7° sec.), risorse alla fine del 15° sec. a opera, sembra, dei musulmani immigrativi dalla Spagna dopo la caduta di Granada; contribuì al suo ulteriore sviluppo, verso la fine del 17° sec., Mohammed bey. Nel 1805 fu temporaneamente occupata, per rappresaglia contro il pascià di Tripoli, dagli Stati Uniti. Le truppe da sbarco italiane l’occuparono nel 1911, dopo un bombardamento navale; durante la Seconda guerra mondiale passò più volte dalle truppe alleate a quelle italo-tedesche, sino all’occupazione inglese. Aggregata al Regno d'Italia nel 1939 insieme alle provincie di Tripoli, Misurata e Bengasi, in epoca più recente nella città si sono temporaneamente radicate cellule dello Stato islamico; caduta nel 2018 sotto il controllo di K. Haftar in seno al conflitto tra il potere istituzionale del governo di unità nazionale con capitale a Tripoli e il governo di Tobruk in gran parte della Cirenaica, nel settembre 2023 la città è stata devastata dal ciclone Daniel, che ha provocato il crollo di due dighe causando la morte di un numero stimato di 20.000 persone.