deriva dei continènti In geografia, teoria secondo la quale le masse continentali si sarebbero mosse in senso orizzontale, le une rispetto alle altre, nel corso del tempo geologico, assumendo differenti posizioni. L’ipotesi fondamentale di tale teoria enunciata a partire dal 1910 da A. Wegener è che l’attuale disposizione dei continenti si sia andata formando in seguito alla frammentazione di una primitiva massa continentale denominata Pangea e alla lentissima migrazione dei vari blocchi in differenti direzioni (fig.). I blocchi continentali costituiti da rocce leggere di tipo granitico (sial) avrebbero galleggiato su un substrato più denso, costituito da rocce di tipo grabbrico-basaltico, denominato sima. Il distacco della originaria massa continentale, iniziato nel Mesozoico, avrebbe separato l’Africa dall’America Meridionale e l’America Settentrionale dall’Europa a partire dal Cretacico, dando luogo alla formazione dell’Oceano Atlantico. America Settentrionale ed Europa sarebbero comunque rimaste unite, nella loro parte più settentrionale, fino al Quaternario. Il movimento di deriva delle due Americhe verso Ovest avrebbe inoltre portato alla formazione di catene montuose come le Ande, le Sierre ecc. Lo spostamento dell’India verso Nord avrebbe corrugato una estesa zona, posta a Nord dello stesso continente, dando luogo alla catena montuosa himalayana. Questa ipotesi di lavoro fu sostenuta da numerosi dati di natura geofisica, geologica, paleontologica e paleo-climatica. Attualmente la deriva dei continenti è intesa non più in senso wegeneriano, ma come un fenomeno dinamico profondo che coinvolge anche il mantello terrestre (➔ tettonica).