DEMETRIOS (Δημήτριος, Demetrius)
1°. - Scultore ateniese del demo di Alopece, operò prevalentemente nell'ultima metà del V sec. a. C. e forse anche all'inizio del IV. La sua opera più antica risulta il ritratto di Simon, che fu ipparco nel 424-23 a. C., contemporaneo di Aristofane, e la più recente è quella di cui ci resta una base firmata che, per criterî paleografici, si può datare alla prima metà del IV sec. a. C. Fu prevalentemente ritrattista e nei ritratti cercò più la somiglianza che la bellezza (Quint., Inst. or., xii, 10, 9). Anche Luciano (Philopseud., 18 ss.) esprime lo stesso giudizio parlando di un altro suo ritratto, quello di Pellichos, forse il padre di Aristeo, capo della flotta corinzia nel 434. Luciano lo descrive appunto in tutto il suo verismo ributtante: vecchio calvo e panciuto col mantello che copriva solo la parte inferiore del corpo, secondo un tipo statuario già usato nel V secolo. Un altro suo ritratto ricordato da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 76) è quello di Lysimache, sacerdotessa di Atena, che durò in carica 64 anni. La base di questa statua si crede sia un piedistallo rotondo trovato sull'Acropoli, iscritto (Loewy, I. G. B., 63), quantunque la misura dell'impronta di un piede della statua conservata sulla base contrasti con la notizia di Pausania (i, 27, 4) che tutta la statua era alta m 1,30. Plinio (Nat. hist., xxxiv, 76) parla della sua statua di Atena, con l'egida, i cui serpentelli vibravano al suono della cetra, e questa è l'unica statua di divinità che si ricordi di lui. Altre due basi portano la firma di un D. (vedi D. 30) (Loewy, I. G. B., 62, 64) una delle quali, dall'Acropoli, sosteneva probabilmente una statua ad Hippolochides di Trasimede, al quale era stata eretta, pure in quel luogo, un'altra statua, opera di Symbolos (Loewy, I. G. B., 84). Si è creduto di riconoscere la testa di Lysimache in una testa marmorea al British Museum, ed intorno a questa si sono raggruppate altre sculture: il ritratto del re Archidamo (forse Archidamo III), a Napoli, la statua di un pugilatore al Museo Naz. Romano, la testa di un pugilatore da Olimpia, la testa di un libico al British Museum e due repliche di un ritratto di Timoteo, figlio di Conone, una al Museo Capitolino e l'altra a Copenaghen.
Bibl.: O. Rossbach, in Pauly-Wissowa, IV, 1901, c. 2850, s. v., n. 122; W. Amelung, in Thieme-Becker, IX, 1913, p. 52; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Storia delle arti antiche, Roma 1946, p. 97; Ch. Picard, Manuel d'arch. grecque, II, Parigi 1935, p. 676; K. Schefold, Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, p. 35, 200; K. Majewski, Demetrios z Alopeke, Poczatki portretu greckiego, in Rocznik Zakladu Narodovego Ossolonskich, III, 1948, pp. 361-377. Per le sculture: Röm. Mitt., III, 1888, p. 113; XXVII, 1912, p. 83; Arndt-Bruckmann, Griech. u. röm. Porträts, 35, 21, 765, 766; W. Helbig, Führer, 3, 1350; A. Hekler, Bildnisskunst, tavv. XV, 36; XXI, 79; XXIV, 90, 91 a.