DECEBALO
. Ultimo re dace, vissuto alla fine del sec. I e all'inizio del II d. C. Pensò alcuno che Decebalo fosse nome comune del sovrano fra i Daci, ma l'ipotesi sembra per varie ragioni da escludersi. Prima di lui nel tempo di Domiziano sono ricordati altri due nomi di capi daci, Duras e Diurpaneus, forse denominazioni diverse d'una sola persona. È questo predecessore immediato di Decebalo che nell'anno 86 invade la Mesia provincia romana e ne uccide il governatore Oppio Sabino. La riscossa romana conduce al trono Decebalo che sappiamo successo a Diurpaneus per abdicazione di questo. Cornelio Fusco prefetto del pretorio, cacciati dalla provincia gl'invasori, entra in Dacia, ma è vinto e ucciso nella battaglia di Tapae. Tettio Giuliano ristabilisce l'onore delle armi romane, ma Domiziano si affretta a concedere a Decebalo una pace molto vantaggiosa che attribuiva al re di Dacia perfino un'indennità annua, e gli forniva istruttori e ingegneri militari romani. All'opera dei quali il re barbaro, che perseguiva l'ideale dell'incivilimento e della grandezza del suo popolo, teneva molto, tanto che già prima aveva procurato di attirare in Dacia veterani e disertori romani.
I favorevoli risultati diedero grande autorità a D. che estese il suo dominio su grandissima parte dei Daci prima divisi. Il nuovo imperatore Traiano non volle sentir gravare sull'impero né l'accresciuta minaccia, né l'onta del trattato domizianeo, e appena consolidate le frontiere germaniche e posto ordine alle condizioni interne dell'impero, dichiarò la guerra. La quale, condotta con energia ed assennatezza, portava in due anni (101-102) all'occupazione di parte del territorio nemico con la stessa capitale Sarmizegetusa.
L'insofferenza dei Daci, e nuovi loro tentativi contro le guarnigioni romane della Mesia fecero riardere la guerra nel 105. Al valore di D. e dei suoi è reso onore con cavalleresca solennità nei rilievi del monumento onorario della vittoria romana: la colonna del Foro Traiano. Ma l'avanzata romana procedette inesorabile, ed alla fine il re stesso, inseguito dalla cavalleria romana tra i monti di Transilvania, sul punto di essere preso si uccise. La morte del grande sovrano pone fine alla guerra e la Dacia diviene provincia romana. L'effigie del re è riprodotta con gli stessi tratti caratteristici più volte nei rilievi della colonna e forse anche in qualche scultura.
Bibl.: C. Cichorius, Die Reliefs der Traianssäule, Berlino 1896; E. Petersen, Trajans Dakische Kriege, Lipsia 1899-1909; R. Paribeni, Optimus Princeps, I, Messina 1926, p. 206 segg.; E. Panaitescu, Il ritratto di D., in Ephemeris Daco-Romana, I (1923), p. 387.