BARBARIGO, Daniele
Figlio di Lorenzo e di Paola Pisani. L'anno della sua nascita non ènoto: ancora in giovane età fu nominato console veneziano ad Alessandria d'Egitto e in tal qualità redasse una relazione che presentò al Senato il 17 ag. 1554.
All'inizio del 1562 andò come bailo veneziano a Costantinopoli, succedendo al bailo Girolamo Ferro, e vi restò fino al tardo autunno del 1564. Delle esperienze fatte con la Porta in trentasei mesi di carica il B. riferì, al suo ritorno a Venezia, in una relazione - completata da una seconda del suo segretario Alvise Buonrizzo - che venne presentata al Senato il 14 genn. 1565.
L'attività del B. presso la Porta cadde nel periodo in cui, morto l'onnipotente gran visir di Solimano il Magnifico, il bosniaco Rustempascià (ii luglio 1561), aveva preso le redini del governo, come suo successore, l'ex secondo visir, figlio di un rinnegato dalmata dell'isola di Brazza (Brac), ed esponente di tendenze radicalmente opposte a quelle dei defunto. L'affabilità e il senso degli affari di Ali favorivano moltissimo le trattative con i rappresentanti diplomatici stranieri, e soprattutto con l'ambasciatore imperiale A. Gh. van Busbeek. Nei mesi e negli anni seguenti le ambascerie si susseguirono senza posa: vennero ricevuti e congedati con loro piena soddisfazione ambasciatori imperiali, persiani, spagnoli, francesi, genovesi, fiorentini, polacchi, indiani, algerini e tunisini. Nessuna meraviglia che il B. avesse da riferire alla Serenissima molte novità seppure non risulti che svolgesse una parte attiva. L'invio a Venezia come commissario di Solimano I del caus Ali, e tre firmani dell'anno 1563 sottoscritti dal sultano, che però si occupano solo di questioni di scarso rilievo (cfr. J. v. Hammer, Geschichté des Osmanischen Reiches, III, Pest 1828, p. 402), sono il risultato dell'attività del Barbarigo.
Il B. morì a Venezia nel 1575.
Fonti e Bibl.: I dispacci del B. dalla Porta si conservano nell'Arch. di Stato di Venezia, Arch.Proprio Costantinopoli,s, filza 3-6 e filza 4-D; cosi pure la relazione presentata dal B. al suo ritorno da Costantinopoli (Relaz. Collegio, V, Secreta, 62 e cod. Foscarini 223), che è stata pubblicata in E. Albèri, Le relazioni degli ambasciatori veneti al Senato durante il secolo XVI, s. 3, Turchia, Il,Firenze 1844, pp. 61-76 (un riassunto in S. Liubié, Commissiones et relationes venetae,in Monum. spectantia hist. Slavorum merid., XI, Zagabriae-Zagreb 1880, pp. 160-164); Venezia, Bibi.naz. Marciana, cod. Mare. Ital., VII, is: A. Cai) pellari, Campidoglio Veneto, I, c. XXX; Ibid., cod. Mare. Ital., VII, 925, M. Barbaro, Genealogie delle famiglie Patrizie venete, sub voce; G. Lumbroso, Descrittori italiani dell'egitto e di Alessandria, in Memorie d. R.Accad. dei Lincei, classe di scienze morali, stor. e filol., s. 3, III (1878-79), pp. 449 s.; C. Poma, Il consolato veneto in Egitto, in Bollett. del min. degli Affari Esteri, n. 109, ottobre 1897, pp. 23-25 (in app. la relaz. del B.); P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori, Roma 1927, pp. 124-125; T. Bertelé, Il palazzo degli ambasciatori di Venezia a Costantinopoli, Bologna 1932, pp. 106, 135.