daci
Antica popolazione danubiana. Talvolta indicati nelle fonti greche genericamente come geti, i d. abitarono le regioni poste lungo il corso (e soprattutto a N) del basso Danubio. In un primo tempo essi appaiono divisi in tribù raramente concordi: contro una di queste, i triballi, guerreggiò nel 335 a.C. Alessandro Magno; le spedizioni successive di sovrani ellenistici contro i d. si risolsero per lo più in insuccessi. Le popolazioni daciche raggiunsero l’unità sotto Burebista, il quale riportò (ca. 60-44 a.C.) vari successi contro le popolazioni sarmatiche e scitiche e le città greche del Mar Nero. Ai romani i d. si presentarono come una popolazione a sedi fisse dedita in parte alla pastorizia e all’agricoltura, in parte allo sfruttamento dei giacimenti minerari (oro, ferro, sale) di cui erano ricche le regioni montane. La società era rigidamente divisa in popolo e nobili: questi ultimi erano i capi politici e religiosi del paese. L’unificazione raggiunta con Burebista tornò periodicamente a disgregarsi nelle epoche successive. Pare che Augusto imponesse loro una specie di protettorato formale; le scorrerie dei d. nelle province limitrofe di Mesia e Pannonia li posero in aperto contrasto con i romani. Al tempo di Domiziano (ca. 85 d.C.) i d. inflissero una pesante sconfitta alle truppe inviate contro di loro dall’imperatore, ma furono poi a loro volta sconfitti presso Tape. L’imperatore preferì, malgrado la vittoria, accordarsi col nuovo re Decebalo. Traiano non accettò la situazione che s’era così determinata e in due campagne (101-102 e 105-107) debellò la resistenza dei d. e del loro intelligente e forte re Decebalo il quale, sul punto di esser catturato, preferì togliersi la vita. La Dacia fu allora ridotta a provincia romana. Essa occupò, nel periodo della massima estensione, i territori corrispondenti all’od. Transilvania, alla Moldavia a O del fiume Prut, alla Valacchia, a parte della Galizia merid. e della Bucovina. La regione godette di una vita fiorente; molti centri divennero colonie o municipi, furono costruite strade, sfruttate le miniere di ferro e di oro. Capoluogo rimase l’antica capitale, Sarmizegetusa (od. Grădişte). Da Adriano fu divisa in Dacia superiore e inferiore, e da Marco Aurelio in tre distretti, Dacia Porolissense, Apulense, Maluense. Subì incursioni al tempo di Marco Aurelio, di Caracalla, di Valeriano e di Gallieno; fu abbandonata da Aureliano, il quale trasportò le truppe a S del Danubio in un territorio che chiamò Dacia Ripense (suddiviso ulteriormente in Dacia Ripense e Mediterranea).