CUNFIDA (el-Qunfudah; A. T., 91)
Villaggio dell'Asir (Arabia), situato sulla costa del Mar Rosso; il suo porto ha un discreto traffico di cereali, datteri, burro, uva passa, sale e tessuti.
Azione navale. - Durante il primo periodo della guerra italo-turca alcune cannoniere ottomane si erano nascoste in insenature della costa del Mar Rosso, dove effettuavano sbarchi di personale. A impedire queste operazioni furono destinati gl'incrociatori italiani Piemonte, Puglia, Volturno, Calabria e i cacciatorpediniere Artigliere e Garibaldino. Il 7 gennaio 1912 i due cacciatorpediniere che precedevano di poco il Piemonte in una navigazione al sud, passando dinnanzi a el-Qunfudah, furono accolti da violento fuoco di batterie campali. Avvertito da un radiotelegramma del Garibaldino, il Piemonte accorse prontamente in aiuto delle siluranti, navigando abilmente nel canale, la cui idrografia era ancora molto incerta, e giunse alle ore 16 dinnanzi a el-Qunfudah, dove, oltre alle batterie, alcune unità nemiche erano in azione. Il Piemonte apri il fuoco prima contro una cannoniera che tentava la fuga, poi sulle altre; al tramonto tutte le unità erano state colpite, eccetto una. Durante la notte dalle cannoniere nemiche fu portato a terra ciò che era possibile salvare e anche l'accampamento venne nascosto dietro le alture, in modo che all'alba del giorno 8, quando il Piemonte e i cacciatorpediniere ripresero il fuoco, nessuna risposta si ebbe né dalle unità né da terra. Una perlustrazione eseguita dai marinai e un successivo sbarco permisero di accertare che quasi tutte le cannoniere, in numero di sette, erano state o gravemente danneggiate o affondate: la Fauvette, quantunque colpita e arenata, poté essere disincagliata e rimorchiata a Massaua. L'azione navale di Cunfida fu nauticamente e militarmente abbastanza importante, perché dimostrò come fosse possibile, anche in paraggi difficili, distruggere completamente un nucleo navale. Ebbe ripercussione nell'Oriente musulmano e liberò la Colonia Eritrea dal pericolo di un colpo di mano del naviglio nemico.
Bibl.: C. Manfroni, Guerra italo-turca, II, Roma 1926.