CANTONI, Cristoforo (Cristofano)
Delle vicende biografiche del C. poco sappiamo: figlio di un Filippo, fiorì a Siena nella seconda metà del sec. XV; si può supporre che nascesse intorno al 1440 e morisse verso il 1490. Appartenne a un'antica famiglia probabilmente di origine fiorentina (diede a quella città un priore nel 1321) che, trasferitasi a Siena, non ebbe molto peso nelle vicende politiche e letterarie della città. Il C. esercitò l'attività notarile per vari anni, come testimonia un nutrito manipolo di rogiti notarili da lui sottoscritti dal 6 maggio 1465 al 16 sett. 1475. Peraltro, troviamo una esplicita testimonianza dell'attività di notaio del C. nella sua cronaca. Il 23 giugno 1480 infatti era entrato trionfalmente in Siena Alfonso, duca di Calabria, e, nello stesso giorno gli veniva donata la casa di Antonio Bichi, perché vi stabilisse la sua dimora. "L'istrumento" gli fu presentato "in publica forma, scritto di mano di me C. C., notaro" (Frammento..., p. 885).
Il nome del C. è essenzialmente legato a tale cronaca senese, pubblicata, per quanto ci è rimasto di essa, col titolo di Frammento di un diario (1479-1483) nei Rer. Ital. Script. nel vol. XV, 6, Bologna 1939, pp. 875-944, a cura di A. Lisini e F. Iacometti. Il testo della pubblicazione è derivato dal ms. D. 33 dell'Arch. di Stato di Siena e comprende gli avvenimenti accaduti in Siena dall'11 nov. 1479 al 13 ott. 1483. Tuttavia G. A. Pecci parlò del C. come di uno "scrittore di Croniche sanesi dal 1480 al 1490" (Memorie storico-critiche della città di Siena. I, Siena 1755, pp. 7, 14). Quindi il Pecci vide un altro manoscritto della cronaca, a quanto sembra di sua proprietà, attualmente irreperibile; bisognerà ad ogni modo supporre un archetipo comune dal quale derivano tanto il manoscritto visto dal Pecci, quanto quello utilizzato per la stampa, e quest'archetipo doveva comprendere gli avvenimenti senesi almeno dal 1479 al 1490. La cronaca, pur limitandosi a quella parte che ci è rimasta, è di notevole interesse, non solo per l'attenta descrizione del periodo dell'influenza del duca di Calabria su Siena e della lotta tra noveschi, popolari e riformatori, ma, e soprattutto, per i lunghi e precisi elenchi dei componenti del Monte dei Nove e del Monte del Popolo, degli ammoniti, dei privati dei diritti politici, dei riammessi, che il C. ben conosceva per la sua stessa professione di notaio.
Bibl.: Bibl. Apost. Vat., ms. Vat. lat. 9265: G. M. Mazzuchelli, Gli Scritt. d'Italia, c. 99r; G. M. Mecatti, Storia geneal. della nobiltà e cittadinanza di Firenze, I, Napoli 1754, p. 278; D. Moreni, Bibl. storico-ragionata della Toscana, I, Firenze 1805, p. 210; L. De Angelis, Biografia degli scrittori sanesi, I, Siena 1824, p. 197.