BRUMIDI, Costantino
Nacque a Roma il 26 luglio 1805 da madre italiana, Anna Bianchini, e da padre greco, Stauro. Ancora bambino fu iscritto a una scuola d'arte e all'età di tredici anni fu ammesso all'Accademia di San Luca, dove studiò pittura con V. Camuccini e scultura con Canova e Thorvaldsen. Sue prime opere "pubbliche" furono l'intervento ai restauri della undecima arcata nella terza loggia di Raffaello in Vaticano (1840-42), sotto la direzione di F. Agricola e del Camuccini, e la decorazione, sotto la guida di G. B. Caretti, della cappella neogotica (inaugurata nel 1842) in palazzo Torlonia a piazza Venezia (distrutto già nel 1892). Il Checchetelli, descrivendo questi affreschi, notava che da essi si capiva quanto il B. fosse "innanzi nell'arte della pittura". Ma non sono documentate altre sue opere prima del suo sbarco a New York, avvenuto il 18 sett. 1852.
È probabile che il B., già capitano della Guardia nazionale (cfr. Arch. Stato di Roma, Arch. Repubblica Romana,1849, busta 62, f. 154), avesse scelto l'esilio dopo la caduta della Repubblica, forse munito di uno dei tanti passaporti statunitensi generosamente concessi dal console Brown. Le notizie relative a quest'epoca fornite dal Dictionn. of American Biogr. sono assolutamente inattendibili per le molte incongruità storiche; il suo nome non compare tra gli "inquisiti" (cfr. Stato degli inquisiti della S. Consulta..., a cura del R. Arch. di Stato di Roma, Roma 1937).
A New York riprese a dipingere: è ancora in loco la Crocifissione sopra l'altar maggiore della chiesa di S. Stefano. Recatosi a Città del Messico, dipinse una S. Trinità per la cattedrale.
Nel 1854 il B. ebbe la cittadinanza statunitense. L'anno seguente iniziò l'opera che l'avrebbe impegnato per il resto della sua vita: la decorazione ad affresco del Campidoglio a Washington. Il primo di questi affreschi, il Cincinnato richiamato dall'aratro (iniziato nell'aprile del 1855), è stato considerato il primo esempio di affresco eseguito negli Stati Uniti. Durante i seguenti venticinque anni il B., con aiuti, decorò molte aule e sale di riunione delle commissioni parlamentari con altre scene allegoriche, in elaborate cornici di arabeschi e putti.
La sua impresa più ambiziosa fu la decorazione della grande cupola (65 piedi di diametro) sopra la rotonda centrale, con la Apoteosi di George Washington. Il primo presidente vi è ritratto seduto in gloria, affiancato dalla Libertà e dalla Vittoria, al centro di tredici figure femminili, rappresentanti gli Stati originari dell'Unione, che reggono una bandiera con il motto nazionale "E Pluribus Unum". Lungo la base della cupola sono disposti sei gruppi, cui sovrastano divinità classiche, simboleggianti vari aspetti degli Stati Uniti.
Sotto la cupola il B. iniziò un fregio a finto rilievo con scene della Storiadel nuovo mondo: fuportato a termine da Filippo Costaggini e Allyn Cox, dopo la morte del B., avvenuta il 19 febbr. 1880 in seguito alla caduta da una impalcatura.
Anche se il B. fu chiamato "Michelangelo del Campidoglio statunitense", vi furono Americani che ritennero la sua opera inadatta agli ideali di una democrazia, perché essa si basava sulla mitologia pagana e traeva la sua ispirazione dal grand style dell'arte europea. La sua composizione, nell'insieme, è di grande effetto, ma i singoli dettagli sono talora di qualità scadente (cfr. per la tecnica seguita: H. G. Courtais, A blind approach to the removal of a fresco, in Studies in Conservation, VIII [1963], pp. 10-31).
Il B. si era sposato tre volte, due in Italia, dove aveva due figli, Maria e Giuseppe, e una volta negli Stati Uniti, con Lola V. Germon, dalla quale ebbe un figlio, Laurence, anch'egli artista. È sepolto nella tomba di famiglia dei Germon nel cimitero Glenwood a Washington.
Fonti e Bibl.: G. Checchetelli, Una giornata di osservazione nel Palazzo e nella villa di… Alessandro Torlonia, Roma 1842, pp. 57 s.; F. Agricola, Relaz. dei restauri eseguiti nella terza loggia... di Raffaello, Roma 1842, p. 24; Ch. E. Fairman, Art and Artists of the Capitol of the U.S. of America, Washington 1927, pp. 160 s.; G. C. Hazelton jr., The National Capitol. Its Archit.,Art and History, New York 1903, pp. 95-101; M. Ch. Murdock, C. B., Michelangelo of the U.S. Capitol, Washington 1950 (con docum. e bibl.); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 118; H. Wright, in Dict. of American Biogr., III, New York 1929, pp. 184 s.