BRESCIANI-TURRONI, Costantino
Nato a Verona il 26 febbr. 1882, da Alessandro Bresciani ed Erminia Turroni, ebbe i primi insegnamenti di economia politica da G. Ricca-Salerno, di cui seguì le lezioni tenute nell'università di Palermo, nell'anno accademico 1898-99. Queste lezioni, nelle quali il Ricca-Salerno esponeva, in un modo semplice e chiaro, le teorie fondamentali della scuola classica, costituirono per il B. le basi della sua preparazione economica. E può dirsi che egli sia poi rimasto, durante tutta la sua attività scientifica, un classico.
Trasferitasi la famiglia da Palermo a Milano, il B. compì gli studi universitari a Padova, dove nel 1902 conseguì la laurea in legge, con una tesi di economia politica. Insegnava allora a Padova A. Loria. Anche il B. fu dapprima attratto dalle ardite costruzioni storico-teoriche di quell'economista, di cui ammirava il fervido ingegno e la sconfinata cultura. Ma poi, pur mantenendo sempre con il Loria rapporti di cordiale amicizia, seguì un diverso orientamento scientifico. Dopo la laurea, infatti, si recò a Berlino, dove frequentò assiduamente i corsi di due economisti che allora godevano gran fama: Adolfo Wagner e Gustavo Schmoller. E soprattutto, nei tre anni passati a Berlino, egli prese parte attiva ai lavori del laboratorio di economia istituito presso quella università.
Invero il B. si rese conto ben presto che, quanto a teoria, gli italiani Pareto e Pantaleoni erano superiori al suoi maestri tedeschi, sicché in quel campo egli aveva ben poco da apprendere da essi. Tuttavia il soggiorno in Germania gli fu utile, perché dalle lezioni e dallo studio delle già allora abbondanti statistiche tedesche, nonché dalle discussioni nei laboratori, cominciò a convincersi della importanza di ricerche induttive che si accompagnassero a quelle teoriche. E così si manifestò nel B. la propensione versoun metodo che, negli anni successivi, fu sempre da lui seguito: con la guida della teoria studiare le connessioni tra i fatti e da questi poi risalire alla teoria, per migliorarla, perfezionarla e renderla sempre più aderente alla realtà, oppure, se in contrasto con quest'ultima, respingerla.
L'applicazione di questo procedimento implicava uno studio approfondito della statistica, intesa come metodo di ricerca. Pertanto il B. a Berlino si dedicò in particolar modo a questa disciplina, profittando degli insegnamenti di un illustre statistico, il Bortkiewicz. Fu appunto dal laboratorio diretto dal Bortkiewicz che uscì il primo lavoro del B., pubblicato, poi, nel 1905, nel Giornale degli economisti, coltitolo Della influenza delle condizioni economiche sulla forma della curva dei redditi. In questo scritto il B. modificava alcune conclusioni troppo rigide del Pareto sulla stabilità, nel tempo e nello spazio, della distribuzione dei redditi individuali, dimostrando, sulla base di un ampio materiale statistico, che quella distribuzione subisce notevoli spostamenti secondo le differenze di ambiente economico, come pure secondo le fasi di espansione o di depressione del ciclo economico e così via. Il saggio del B. servì da stimolo ad altre importanti ricerche da parte del Gini, del Savorgnan, del Vinci, del D'Addario e di altri.
Era allora in Germania al centro delle discussioni fra economisti e uomini politici questo problema: lo sviluppo economico conduce, secondo le teorie marxiste, a una crescente concentrazione del reddito e della ricchezza nazionale in una sparuta minoranza, mentre si accentua l'immiserimento delle masse, oppure si manifesta la tendenza verso una minore disuguaglianza tra le condizioni delle varie classi sociali? Da parecchio tempo si pubblicavano in Germania statistiche sulla distribuzione dei redditi individuali, che erano state accolte con favore, ritenendosi che esse potessero dare una risposta univoca e definitiva a quel problema. Senonché i metodi usati dagli economisti tedeschi per l'analisi di quelle statistiche erano del tutto inadeguati e ciò spiegava i risultati contraddittori cui giungevano gli studiosi. Il B. fece una critica di quei metodi, indicando procedimenti più sicuri in un saggio pubblicato, nel 1907, negli Jahrbücher für National-ökonomie, che ebbe una notevole risonanza fra gli studiosi tedeschi. Anche negli anni successivi il B. ritornò spesso sullo stesso argomento, in articoli pubblicati nella Statistische Monatsschrift di Vienna, negli Annali del Seminario giuridico della università di Palermo, nel Giornale degli economisti, in Economia, nel Journal of the Royal Statistical Society.
Intanto, dopo aver conseguito, nel 1907, la libera docenza in statistica presso l'università di Pavia, il B. vinse, nel 1909, il concorso per professore straordinario nell'università di Palermo per la cattedra di statistica, di cui rimase titolare fino al 1919. Dal 1915 al 1917 pubblicò, fra l'altro, nel Giornale degli economisti e nella Rivista di statistica, una serie di studi sulla teoria della speculazione (Il commercio a termine,Relazioni fra prezzi presenti e prezzi futuri,La formazione dei prezzi a termine nelle borse dei prodotti)e sulle relazioni fra lo sconto ed i prezzi (Oscillazioni dello sconto e dei prezzi,Sconto e prezzi durante i cicli economici,Movimenti di lunga durata dello sconto e dei prezzi).
Scoppiata la guerra 1915-18 e chiamato alle armi quale sottotenente del 3º genio, il B. dovette sospendere la sua attività scientifica. Tuttavia gli fu possibile pubblicare a Palermo nel 1917 Mitteleuropa: l'impero economico dell'Europa centrale, del quale merita speciale menzione il capitolo "La lotta degli imperi nel dopoguerra", dove il B. studia la formazione dei "grandi spazi economici" che già allora si delineava. Di poi, a guerra finita, venne chiamato, nel 1919, all'insegnamento della statistica nell'università di Genova e successivamente, nel 1925, all'insegnamento della economia politica nell'università di Bologna ed in quella di Milano nell'anno successivo. Nel contempo gli si presentavano nuove occasioni di studi. Nel 1920 fu mandato a Berlino quale rappresentante dell'Italia in quella sede della Commissione per le riparazioni (la cui sede principale era a Parigi). Entrato in vigore nel 1924 il piano Dawes, egli fu nominato consulente finanziario dello "Agente generale per il pagamento delle riparazioni". Fu negli anni trascorsi a Berlino che poté raccogliere i materiali per quella che è probabilmente la sua opera principale: Le vicende del marco tedesco. L'opera fu pubblicata dapprima a Milano nel 1931 (venne tradotta in giapponese a cura della Bankers Association of Japan), quindi riveduta e completata a Londra nel 1937 col titolo The Economics of Inflation. Gli studi sul marco tedesco furono completati da una serie di indagini, raccolte in parte nel volume Le previsioni economiche (Torino 1932), riguardanti la ricostruzione economica della Germania dopo la stabilizzazione monetaria, gli effetti dei prestiti esteri assunti da quel paese e la crisi che, dopo il 1928, seguì a una fase caratterizzata da una accentuata espansione economica.
Nel 1927 il B. accettò, su invito del governo egiziano, di andare ad insegnare economia politica nella università egiziana del Cairo, da poco fondata. Così il B. poté studiare un ambiente economico quale quello d'un paese sottosviluppato, profondamente diverso da quello dei paesi industriali dell'Occidente. Frutto di quegli studi fu una serie di saggi, pubblicati nella rivista Egypte contemporaine e nel AlQanoun wal Ihtisal (organo della facoltà di legge dell'università del Cairo), riguardanti svariati argomenti quali: Relations entre la récolte et les prix du coton égyptien,Egypt's monetary system,Egypt's balance of trade,Influences de la spéculation sur le prix du coton,Une expérience d'économiè dirigée: le système économique de Mohamed Ali. Rientrato in Italia, nel 1937 riprese la sua attività accademica all'università di Milano e la sua attività scientifica pubblicando nel 1942 a Torino il volume Introduzione alla politica economica (tradotto in inglese, tedesco e spagnolo), nel quale, con una serrata critica del dirigismo, auspicava l'abolizione degli ostacoli valutari, il ritorno alla convertibilità della moneta in un sistema di cambifissi, il ristabilimento della economia di mercato e della libera iniziativa quale potente motore dello sviluppo economico.
Finita la guerra, il B. fu nominato, nel 1945, presidente del Banco di Roma. Venne poi eletto nel 1946 socio nazionale della Accademia dei Lincei, della quale era socio corrispondente fin dal 1930. Venne anche eletto, nel 1947, su proposta del governo italiano, direttore esecutivo della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, per l'Italia e per un gruppo di altri paesi, incarico questo che svolse fino al 1951, dopo avere avviato gli studi e le trattative per la concessione di un primo prestito accordato dalla Banca stessa alla Cassa per il Mezzogiorno. Nell'agosto del 1953 fu poi nominato ministro per il Commercio con l'Estero nel gabinetto Pella. Il breve tempo passato nel dicastero del Commercio estero - il governo Pella cadde nel gennaio del 1954 - non concesse al B. di preparare le riforme che egli avrebbe desiderato, nel senso di una maggiore libertà dei traffici. Pur tuttavia egli lasciò una traccia della sua opera nella legge del 22 dic. 1953 sul finanziamento e l'assicurazione dei crediti alla esportazione. Fu questa la prima legge in Italia in questa materia, la quale, completata e migliorata in leggi successive, si dimostrò un utile strumento per stimolare le esportazioni italiane.
Nel riprendere con accresciuto impegno le funzioni di presidente del Banco di Roma (funzioni che egli svolse fino all'aprile del 1959, anno in cui venne nominato presidente onorario del Banco stesso), il B. continuò ad accertarsi che fosse adottata, nella concessione dei crediti, una politica la quale, pur tenendo conto delle giuste esigenze della clientela, evitasse una pericolosa espansione. E intanto, quale capo di un grande istituto bancario, ebbe ancora una volta l'occasione di studiare da vicino un settore di primaria importanza nella vita economica del paese e di trame esperienze utili per le proprie ricerche, come mostrano i suoi trenta saggi apparsi nella Review of the economic conditions in Italy, pubblicata dal Banco di Roma.
Nel contempo egli continuava ad insegnare economia politica dalla sua cattedra nell'università di Milano fino al suo collocamento a riposo, nel 1957, con la qualifica di professore emerito attribuitagli dal presidente della Repubblica. Così dai suoi approfonditi studi e dalle sue molteplici esperienze nasceva nel 1949 il primo volume del suo Corso di economia politica con un'ampia trattazione di intonazione classica dei problemi generali dell'economia. E nel 1951 vedeva la luce il secondo volume riguardante i problemi del commercio internazionale e dei Cambi esteri, nonché quelli monetari e creditizi con speciale riguardo alla stabilità monetaria ed agli investimenti dei risparmi. E fino alla vigilia della sua morte egli continuò a dedicarsi assiduamente all'ampliamento, ed all'aggionamento del suo Corso (che era già arrivato alla 4a edizione, nel 1960, per il primo volume e alla 6a, nel 1962, per il secondo e che gli valse l'assegnazione del premio Marzotto per l'economia 1960).
Intanto per iniziativa dell'università di Milano, venivano raccolti in unico volume, nel 1961, ventidue Saggi di economia, che il B. stesso aveva prescelto fra quelli da lui pubblicati dal 1914 al 1939, quali maggiormente significativi dello svolgimento della sua attività scientifica. E di poi, quale omaggio alla di lui memoria, venivano raccolti in unico volume, a iniziativa della presidenza del Banco di Roma, gli articoli da lui dettati per la Review del Banco stesso, quali insegnamenti per la soluzione degli innumerevoli problemi di carattere concreto che si erano a mano a mano presentati nella condotta della politica economica e monetaria dell'Italia nel venticinquennio trascorso dal 1947 al 1962.
L'una e l'altra raccolta consentono di mettere nel dovuto risalto la inconfondibile caratteristica che hanno avuto i suoi scritti in ogni epoca e in ogni campo: quella di una approfondita compenetrazione delle teorie economiche con gli svolgimenti della realtà nelle sue molteplici manifestazioni. Proprio per questo traspare in ogni suo scritto un continuo travaglio di affinamento degli schemi teorici, vecchi e nuovi, per renderli meglio adatti a servire quali strumenti per l'interpretazione della realtà ed anche quale norma per la condotta della politica economica. Travaglio di affinamento che, come si vede ad ogni passo, è sorretto dal profondo convincimento della perenne validità delle leggi economiche quali leggi universali, subordinate soltanto alle premesse poste nella loro determinazione. Tanto da fargli affermare, nelle pagine conclusive del suo Corso, doversi riconoscere la "identità delle leggi economiche fodamentali nella economia 'capitalistica' e in una economia 'collettivistica'". Sotto questo aspetto la sua concezione si ricollega a quella degli economisti classici. La sua economia è l'economia della scarsità delle risorse disponibili a fronte della molteplicità dei bisogni pressoché illimitati e non già l'economia dell'abbondanza dei beni prodotti o producibili a fronte della stagnazione dei consumi. Il che lo porta ad essere oltremodo cauto nell'ammettere nuovi schemi e nuove tendenze, quali quelle di impronta keynesiana. Ma nello stesso tempo egli si differenzia notevolmente dai classici, soprattutto quanto al metodo adottato nella determinazione e nella formulazione delle leggi proposte. Egli non accetta a "scatola chiusa" le leggi tramandate dai precedenti economisti, anche se di somma autorità, come nel caso della "legge del Pareto" sulla distribuzione dei redditi. Ogni legge egli sottopone di volta in volta a un rigoroso esame critico, basato principalmente stilla verifica dei fatti. E, in definitiva, egli fa sue le teorie classiche e neoclassiche solo in quanto e per quel tanto in cui trovino conferma nell'esperienza, apportando perciò ad esse le modifiche, o meglio le articolazioni rese necessarie dalle diverse circostanze e dalle diverse finalità nelle quali e per le quali oggi si vive.
Il B., che si era sposato a Berlino il, 13 febbr. 1926 con Clara Umbrechet, morì a Milano il 7 dic. 1963.
Bibl.: Necrologio, in Review of the economic conditions in Italy (con bibl. degli scritti), III (1964), pp. 125-137;G. Del Vecchio, In memoria di C. B. T., in Rivista di Politica economica, XI, (1964), pp. 79-86; S. Steve, C. B. T. (1882-1963), in Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze, XVIII (1964), pp. 37-42; A. Gambino, La politica monetaria e creditizia negli scritti di C. B. T., in Studi economici, XX (1965), pp. 196-219.