MINEO, Corradino
– Nacque a Palermo, il 26 luglio 1875, da Stefano e da Virginia Guarnotta.
Laureatosi in matematica all’Università di Palermo nel 1900, due anni dopo divenne assistente presso la cattedra di geodesia teoretica, della quale era titolare Adolfo Venturi. Nel 1910 ottenne la libera docenza nella stessa disciplina e alla morte di Venturi, nel 1914, gli subentrò per incarico; dal 1922 fu titolare della cattedra, che tenne fino al 1948.
Il M. partecipò alle campagne gravimetriche iniziate da Venturi nel 1899 e concluse nel 1910 nell’area Sicilia-Malta-Tunisia, allo scopo di confermare l’ipotesi isostatica sulla densità terrestre. Tra il 1911 e il 1912, su incarico di Venturi, effettuò uno studio sperimentale sull’apparato Sterneck per misure di gravità relative, verificando le condizioni di isolamento termico della cella contenente il pendolo e concludendo che la radiazione dei muri di contatto è ininfluente.
Nel 1929 fu nominato direttore del gabinetto di geodesia dell’Università di Palermo, creato da Venturi e da questo dotato di strumentazione di prim’ordine. Negli anni 1929-32 partecipò a una serie di nuove campagne gravimetriche in Sicilia, collaborando alla determinazione di gravità relative pendolari. In tale attività fu coadiuvato da Pietro Tortorici e da Beniamino Gulotta, suo assistente alla cattedra di geodesia.
Dal 1931 al 1936 fu incaricato della direzione dell’osservatorio astronomico di Palermo, che versava in una situazione di grave declino: divenuto semplice gabinetto di astronomia in base alla riforma degli osservatori del 1923, aveva subito progressive riduzioni di personale e disponeva di fondi insufficienti per mantenerne l’attività scientifica. La situazione peggiorò poi di anno in anno, con il trasferimento in altra sede degli assistenti Lorenzo Caldo (1933) e Pasquale Sconzo (1934). Il M. cercò di porre riparo a queste perdite chiamando come assistente Luciano Chiara e avvalendosi della collaborazione di Tortorici per la matematica e di Gulotta per i corsi di astronomia. La grave situazione finanziaria dell’osservatorio non permetteva tuttavia alcun intervento oltre alla semplice manutenzione della strumentazione, e dunque la produzione scientifica in quel periodo fu scarsa. Al M. fu rinnovato l’incarico della direzione dell’osservatorio per il decennio 1938-48, succedendo a Francesco Zagar. Furono anni segnati dal secondo conflitto mondiale, cosicché egli riuscì a fatica a mantenere in vita l’osservatorio, che in quel periodo subì anche la perdita di alcuni locali e nel 1939 fu persino privato dell’unico strumento moderno in suo possesso, un telescopio zenitale Wanschaff. Nel 1948 il M. fu nominato titolare della cattedra di astronomia, che tenne fino al 1951, quando divenne professore emerito. La sua attività didattica fu complessivamente molto intensa; tenne numerosi corsi universitari, tra cui quelli di matematica per chimici e naturalisti (1914-21), topografia e geodesia per ingegneri (1923-25), analisi infinitesimale per matematici (1921-23); per i medesimi tenne anche i corsi di meccanica superiore (1924-25; 1929-34), fisica matematica (1925-29) e matematiche complementari (1931-50).
L’attività scientifica del M. fu prevalentemente dedicata agli studi di matematica e geodesia. Nella prima parte della sua produzione, relativa al periodo 1903-39, pubblicò diversi lavori di carattere geometrico e analitico, con lo studio di problemi relativi ai fasci di curve e di superfici. In campo astronomico va segnalato uno studio sull’uso dell’astrolabio a prisma di A. Claude e L. Driencourt nelle determinazioni speditive di latitudine; con questo strumento negli anni 1921-22 il M. effettuò delle misure di latitudine della specola della Martorana, annessa all’istituto di geodesia, confrontandole con quelle ottenute da Venturi negli anni 1892-95. Nel periodo 1930-50 si occupò prevalentemente di meccanica razionale, studiando e risolvendo particolari casi di sistemi vincolati. Nel 1932 pubblicò alcuni studi sulla relazione tra densità, stratificazione e gravità nelle masse fluide rotanti in equilibrio relativo. Diede quindi un contributo allo studio delle figure di equilibrio delle masse fluide rotanti (omogenee e non omogenee) e della determinazione della forma della Terra per mezzo di misure parametriche.
I suoi contributi scientifici principali riguardano però la geodesia. In campo teorico, essi sono inerenti allo studio del geoide: il primo lavoro importante è del 1910 ed è uno studio di sistemi curvilinei, costituiti dalle coordinate geografiche, per trovare relazioni tra coordinate cartesiane e geografiche di una superficie geoidica sconosciuta, con determinazione dei coefficienti della superficie. In campo pratico, il M. condusse delle ricerche sul coefficiente di rifrazione in Sicilia, già iniziate nel 1893 da Venturi presso il gabinetto di geodesia. Effettuò inoltre il calcolo delle posizioni geodetiche di nuovi segnali inclusi nei rilievi dell’Istituto geografico militare (IGM). Nel 1940, quando la Commissione geodetica italiana discusse il cambio dell’ellissoide di riferimento per la cartografia ufficiale nazionale, passando dall’ellissoide besseliano a quello internazionale, il M. contribuì alla risoluzione di alcuni problemi legati al cambio dell’origine delle coordinate da Genova a Roma (Monte Mario). Egli evidenziò inoltre che non è possibile ridurre gli ellissoidi locali di riferimento a un ellissoide unico, senza generare tra il geoide e questo unico ellissoide deviazioni molto più grandi di quelle esistenti tra le parti del geoide e i relativi ellissoidi parziali e senza pertanto produrre nelle varie reti di triangolazione alcuni errori che vanno ben oltre gli errori di osservazione. In campo cartografico, il M. effettuò studi sulla rappresentazione «isodromica» introdotta da Venturi, che furono presentati all’Accademia nazionale dei Lincei negli anni 1955-58 (l’insieme dei suoi lavori, che assomma a un centinaio, può leggersi in Elenco delle pubblicazioni principali del prof. C. M., Palermo s.d.).
Il M. ottenne numerosi riconoscimenti; nel 1924 gli fu assegnato il premio Rajna per la geodesia dalla Società italiana per il progresso delle scienze (SIPS); fu socio corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei dal 1937 al 1953, anno in cui divenne socio nazionale. Ricoprì diversi incarichi di prestigio a livello locale: fu preside della facoltà di scienze, vice-presidente della Società di scienze naturali ed economiche di Palermo dal 1945 al 1949 e, negli stessi anni, presidente della locale Accademia di scienze, lettere e arti; fu presidente del consiglio direttivo del giornale Le Matematiche di Catania nel 1951 e membro del comitato di redazione dei Rendiconti del Circolo matematico di Palermo nel 1952. Infine, fu membro della Commissione geodetica italiana e socio dell’Unione matematica italiana (UMI).
Il M. morì a Palermo il 15 marzo 1960.
Fonti e Bibl.: G. Boaga, Commemorazione del socio C. M., in Atti dell’Acc. nazionale dei Lincei. Rendiconti, s. 8, XXX (1961), 4, pp. 576-591; L. Chiara - B. Gulotta, C. M., in Boll. dell’Unione matematica italiana, XV (1960), 3, pp. 460-466.
I. Chinnici