COMMISSARIATO MILITARE
MILITARE Il servizio del commissariato militare provvede in guerra a fornire: le derrate occorrenti per il vettovagliamento di uomini e quadrupedi dell'esercito mobilitato; gli oggetti di vestiario e di equipaggiamento; il denaro di cui abbisognano le unità. Di qui i tre rami del servizio: vettovagliamento; vestiario ed equipaggiamento; cassa.
La gerarchia che vi sovrintende è unica in quanto a enti direttivi; ma ciascun ramo ha organi proprî esecutivi.
Sono organi direttivi: il Capo del servizio di commissariato per tutto l'esercito mobilitato; una direzione di commissariato d'armata per ciascuna armata; una direzione di commissariato di corpo d'armata per ciascun corpo d'armata; un ufficio di commissariato di divisione per ogni divisione di fanteria o di cavalleria.
Servizio di vettovagliamento. - Nei tempi antichi fu questo il solo servizio logistico cui si provvedesse in qualche modo presso gli eserciti in guerra. Principio regolatore, durato sino ai primi secoli dell'evo moderno, era che la guerra deve nutrire sé stessa, sfruttando le risorse della regione. Nel sec. XVI si ebbe una prima organizzazione di convogli regolamentari al seguito delle truppe; ma solo nel XVII Gustavo Adolfo in Svezia, il Louvois in Francia organizzarono un sistema di magazzini dai quali i rifornimenti affluivano all'esercito mediante convogli di carreggi o flottiglie. Questo sistema portò l'inconveniente di legare l'esercito ai magazzini nel raggio della potenzialità dei mezzi di trasporto disponibili. Federico II, pur mantenendo i magazzini, completò il sistema con l'ordinata requisizione delle risorse locali. La Rivoluzione francese rimise in onore il principio che la guerra nutre sé stessa. Napoleone poi, con la versatilità della sua mente, utilizzò e organizzò tutti i mezzi possibili e convenienti, in modo che le esigenze del vettovagliamento non fossero mai d'inciampo alle operazioni. Nel sec. XIX, cresciuta la mole degli eserciti e con essa le esigenze dei combattenti, in tutti gli eserciti bene ordinati si diede il massimo sviluppo al sistema dei rifornimenti da tergo, agevolato dall'introduzione delle ferrovie; ma si utilizzarono anche le risorse locali, formulandosi così il principio che gli eserciti debbano tutto ricevere da tergo come se nulla potessero trovare sul posto e tutto cercare sul posto come se nulla potessero ricevere da tergo. Nell'ultima guerra, infine, si rese necessaria l'ordinata requisizione delle risorse esistenti, completata da larghi acquisti nei mercati d'oltremare per gli stati belligeranti che poterono conservare libertà di navigazione. Tali risorse, concentrate in paese, venivano fatte affluire per ferrovia nei magazzini militari della zona di guerra, dai quali erano inviate alle truppe mediante convogli automobilistici, carreggi, someggi. Il protrarsi della guerra fece anche sentire la necessità di razionare i consumi, non solo per l'esercito, ma anche per tutta la popolazione.
Il servizio di vettovagliamento presenta gravi difficoltà, dovute all'imponente mole degli eserciti combattenti, alla grande estensione del territorio su cui essi si dislocano, all'insufficienza delle risorse nazionali, alle inevitabili deficienze dei mezzi di trasporto e, fattore recentissimo, all'arma aerea che trova facile bersaglio nei lunghi e ingombranti convogli. Tali difficoltà sono poi maggiori nelle regioni montane, nelle quali l'esercito italiano è normalmente chiamato a operare: per gli eccessi del clima, che accrescono i bisogni dell'alimentazione, mentre ostacolano i rifornimenti; per la scarsità delle risorse locali; per la povertà della rete stradale. Tali difficoltà devono essere attenuate con la saggia organizzazione del servizio, l'accurata preparazione del personale che dovrà farlo funzionare, l'adozione sino dal tempo di pace di opportune disposizioni preventive.
Al vettovagliamento dell'esercito in guerra si provvede oggi: a) utilizzando le risorse locali della zona nella quale si opera; b) facendo affluire le derrate alimentari da magazzini organizzati a tergo degli eserciti. All'incameramento delle risorse locali si provvede mediante incette o mediante requisizioni. L'incetta può assumere la forma di compera diretta dal commercio, in base a contrattazione, ovvero di prestazione imposta ai comuni dalle autorità militari. In ambo i casi il pagamento è fatto subito e con denari contanti, sistema più efficace per procurarsi le vettovaglie. Nella guerra del 1870-71 in Francia l'armata tedesca del principe Federico Carlo, in regioni che sembravano esaurite e nelle quali la requisizione forzata non rendeva più, con l'esca dei prezzi elevati provocò tale abbondanza di offerte da determinare automaticamente il ribasso dei prezzi. La requisizione trova fondamento giuridico nel diritto da parte dello stato occupante di espropriare per pubblica utilità i beni dei cittadini. Essa ha i suoi precedenti storici nel saccheggio, col quale gli eserciti vincitori depredavano le popolazioni vinte. La civiltà venne a mano a mano attenuando tale forma sino a stabilire il concetto che la requisizione deve limitarsi a procurare l'indispensabile alle truppe, dando ai proprietarî un mezzo di rivalsa, almeno sotto forma di buono.
Quando si requisisce denaro, si ha quella che si chiama contribuzione di guerra, che in paese nemico rappresenta la forma più efficace di requisizione, potendosi poi col denaro procedere all'acquisto di ciò che si vuole. I Tedeschi nella guerra del 1870-71 ne fecero largo uso e si calcola in 374 milioni di franchi la somma da essi requisita. La requisizione si dice regolare quando è fatta col concorso delle autorità locali, ciò che facilita l'equa ripartizione degli oneri fra i cittadini; forzata, quando viene eseguita direttamente dalle truppe. La prima è normale in paese proprio; alla seconda è talvolta necessario ricorrere in territorio nemico. Per evitare che nell'eseguire requisizioni truppe di diverse unità di guerra abbiano a sovrapporsi nella stessa regione, si fissano i limiti di territorio in cui ogni unità deve operare (zona di alimentazione).
Il sistema dell'affluenza dei rifornimenti da tergo, completato dall'utilizzazione delle risorse del territorio, può ormai considerarsi quale normale per il vettovagliamento dei grandi eserciti in guerra. Esso implica essenzialmente: la creazione di grandi magazzini di vettovaglie a tergo dell'esercito; il trasporto di tali vettovaglie sino alle truppe. Alla costituzione dei magazzini si provvede mediante compere e requisizioni nel proprio territorio e mediante acquisti sui mercati esteri. I trasporti dai magazzini alle truppe vengono eseguiti mediante convogli costituiti con mezzi ferroviari ovvero automobilistici o a trazione animale (carreggi, someggi).
Allo scopo di assicurare il vettovagliamento dell'esercito contro ogni causa d'interruzione nei trasporti, i magazzini debbono risultare scaglionati in profondità in modo da costituire una catena in cui ogni anello è pronto a provvedere, con le dotazioni di cui dispone, al rifornimento in avanti, cioè verso le truppe, qualora per una causa qualsiasi venga momentaneamente a interrompersi la regolare affluenza da tergo. Prima dell'ultima grande guerra, tale scaglionamento era assai complesso, e cioè si avevano: in paese, magazzini territoriali; presso le armate, depositi centrali, più arretrati, che ricevevano per ferrovia le derrate dai magazzini territoriali; magazzini avanzati, che erano a loro volta riforniti, anche per ferrovia, dai depositi centrali. Ogni corpo d'armata disponeva poi di un'apposita colonna viveri a trazione animale e composta di più sezioni, che facevano servizio a catena fra il magazzino avanzato e le truppe. L'introduzione dell'automobilismo, col dare ai convogli la possibilità di percorrere in pochissime ore la distanza fra i magazzini avanzati e le truppe, ha permesso di addivenire alla soppressione delle colonne viveri con grande vantaggio della leggerezza delle unità di guerra; i corpi d'armata possono così essere riforniti direttamente e giornalmente dal magazzino di armata. La rapidità dell'automobilismo consente di effettuare tale movimento anche di notte, quando le strade non sono ingombrate da truppe e meno esposte agli attacchi dell'arma aerea. Alla possibilità di temporanee interruzioni nel servizio automobilistico si rimedia dando alle truppe una scorta di qualche razione di viveri freschi, caricata sul carreggio, e di viveri di riserva, portata dal soldato. Queste vettovaglie di riserva (carne in conserva e galletta) possono riuscire preziose nel caso d'interruzione dei trasporti, nell'imminenza d'un combattimento o subito dopo.
La razione viveri per le truppe in guerra deve soddisfare ai seguenti requisiti: essere nutritiva e gradita al soldato; riuscire di facile cottura, conservazione, trasporto; corrispondere, in quanto a generi componenti, alle disponibilità nazionali. Degli elementi che la compongono meritano un cenno speciale il pane e la carne.
Per il rifornimento del pane alle truppe in guerra, sino al 1914 vigevano due principali sistemi: confezionare il pane in paese e trasportarlo poi per ferrovia nei magazzini di armata, dai quali mediante gli ordinarî carreggi veniva avviato alle truppe; ovvero far seguire le truppe dai forni mobili, scomponibili durante le marce e poi ricomponibili alla tappa. Col primo sistema il pane era migliore ma arrivava alle truppe con ritardo e perciò in non buone condizioni. Il secondo sistema, oltre a dare pane meno buono, era causa di perdita di tempo per la composizione e riscaldamento dei forni alla tappa, successivo raffreddamento e scomposizione per la marcia, trasferimento dei forni alla nuova tappa. L'adozione di forni rotabili, capaci sia di seguire le truppe in marcia sia di raggiungerle rapidamente alla nuova tappa mediante il traino automobilistico, ha eliminato molti degli inconvenienti dei forni mobili. Tuttavia si preferisce di panificare con forni stabili in muratura, che rendono di più e permettono di tenere in riserva quelli mobili, di facile logoramento. Quando poi si usano i forni mobili, si preferisce, per maggiore comodità nella produzione e per evitare ingombri nelle prime linee, di panificare in lontananza dalle truppe e spedire ad esse il pane già cotto, con convogli automobilistici.
Anche per il rifornimento della carne, nell'anteguerra si provvedeva in due modi: facendo seguire le truppe da buoi vivi, che venivano poi macellati alla tappa, ciò che era causa d'ingombro nelle marce, di epidemie nel bestiame, di deperimento dei bovini, di non buona alimentazione delle truppe, obbligate a consumare carne appena macellata; ovvero inviando al seguito delle truppe, in marcia, i quarti macellati, ciò che cagionava frequenti avarie delle carni per caldo, polvere, ecc. Il sistema della congelazione della carne macellata ha permesso di risolvere il problema nel modo più felice. I bovini possono essere macellati a tergo dell'esercito e le carni, previa congelazione, inviate con carri frigoriferi ferroviarî ai magazzini di armata e da essi mediante autofrigoriferi alle truppe. Infine è il caso di ricordare che la buona cottura delle carni è stata facilitata dall'adozione di casse di cottura: casse rivestite internamente di materiale isolante e coibente. È cosi possibile iniziare alla tappa la cottura della carne, indi rinchiudere le marmitte nelle casse di cottura e caricare queste sulle carrette o sui muli. Durante la marcia avviene la cottura in modo completo e alla nuova tappa è possibile distribuire alle truppe gli alimenti cotti e ancora caldi.
Alla razione viveri per le truppe corrisponde la razione foraggio per i quadrupedi. Comprende: avena, che può essere sostituita da orzo, segale, carrube, crusca, ecc., e fieno, che può a sua volta essere sostituito da paglia, erba da pascolo, ecc. Il rifornimento della razione foraggio presenta gravi difficoltà di trasporto, trattandosi di generi assai ingombranti. Si sono perciò studiate sostituzioni con panelli di foraggio compresso, melasse, ecc.; ma la loro distribuzione non può essere prolungata per molto tempo senza danno della salute dei quadrupedi.
Organizzazione del servizio di vettovagliamento nell'esercito italiano. - Degli organi direttivi si è già fatto cenno. Sono organi esecutivi: 1. I depositi centrali viveri, assegnati in ragione di uno a ciascuna armata alla dipendenza della direzione di commissario di armata. 2. I magazzini viveri di armata, anch'essi in ragione di uno per ciascuna armata e alla dipendenza della medesima direzione; hanno in consegna adeguate dotazioni di viveri, fieno, paglia e legna per tutta l'armata e provvedono all'invio giornaliero di essi alle sezioni di sussistenza. 3. Le colonne di autocarri, per il trasporto delle derrate dal magazzino di armata. 4. Le sezioni panettieri con forni rotabili, cioè correnti su ruote, ovvero carreggiabili, cioè scomponibili in pezzi da caricarsi su muli. 5. Le sezioni di sussistenze, in ragione di una per ciascuna grande unità; ricevono dal magazzino di armata i viveri e foraggi occorrenti alle truppe e ai quadrupedi dell'unità e provvedono alla distribuzione. 6. Gli ufficiali di vettovagliamento assegnati a ciascun reggimento; prelevano giornalmente viveri e foraggi presso la sezione sussistenza e dirigono le operazioni di cottura e distribuzione delle derrate alle truppe
Funzionamento del servizio. - Le spedizioni dal territorio nazionale ai depositi centrali della zona di guerra avvengono per ferrovia per cura dell'autorità centrale, secondo le richieste delle armate e la disponibilità di vettovaglie in paese. Dai depositi centrali ai magazzini di armata le spedizioni sono fatte giornalmente e mediante treni, cui si dà il nome di tradotte viveri; si utilizzano anche vie fluviali, canali di navigazione, ecc. Il magazzino di armata si trova normalmente a mezza tappa automobilistica (75-80 km.) dalle località sedi delle sezioni sussistenze, per modo che le autocolonne incaricate del trasporto possano nella giornata effettuare l'intero percorso e viceversa. Giornalmente, i comandi di divisione segnalano a quello di corpo d'armata le richieste di viveri, per mezzo degli uffici di commissariato. Il corpo d'armata, valendosi della propria direzione di commissariato, comunica le richieste all'armata indicando le sedi di sezione di sussistenza, ove le spedizioni debbono effettuarsi. Analoga comunicazione fa alla propria direzione di trasporti per via ordinaria. Questa, sulla base delle indicazioni che riceve dalla direzione di commissariato di armata, provvede al prelevamento dei viveri presso il magazzino di armata e al loro trasporto alle sedi delle sezioni sussistenze.
Servizio di vestiario ed equipaggiamento. - Ha lo scopo di rifornire alle truppe oggetti di equipaggiamento individuale (vestiario, biancheria, calzature, ecc.) e quelli di equipaggiamento generale (cucine, tende, cancelleria, ecc.). Sino a tutta la guerra del 1870-71 questo servizio non ebbe una vera e propria organizzazione a sé presso gli eserciti. La considerazione delle cresciute esigenze delle truppe odierne indusse gli stati maggiori dei principali eserciti a curare anche per questo servizio un'organizzazione completa. La grande guerra europea, poi, con la sua lunga durata, diede luogo a ingenti consumi; per i quali non solo fu necessario dare al servizio un'organizzazione assai più vasta di quella che si era ovunque prevista, ma si dovette istituire un apposito servizio di recupero con fitte di utilizzare nella maggior misura possibile gli oggetti di vestiario che venivano smessi dalle truppe.
Alle esigenze di questo servizio si provvede quasi esclusivamente mediante affluenza dei rifornimenti da tergo; le risorse locali possono fornire, e in scarsa misura, solo biancheria e calzature, non sempre di tipo conveniente per le truppe. A diminuire le esigenze dei rifornimenti si provvede però: inizialmente, col vestire a nuovo il soldato all'atto della mobilitazione; poi, con l'asseguare piccole dotazioni di ricambio, specialmente di scarpe, alle minori unità; infine, con l'organizzare presso i reparti il servizio delle riparazioni fatto da militari dei mestieri, sarti, calzolai ed affini.
Quali organi direttivi del servizio valgono quelli stessi preposti al servizio di commissariato (v. sopra). Sono organi esecutivi presso ogni armata, e alla dipendenza della sua direzione di commissariato: un deposito centrale di vestiario e di equipaggiamento, che comprende adeguate dotazioni di oggetti di vestiario, di servizio generale, di cucina, di cancelleria; un magazzino di vestiario ed equipaggiamento, che consta d'un reparto vestiario ed equipaggiamento, un reparto recupero e lavanderia. Il riparto vestiario ed equipaggiamento riceve dal deposito centrale i materiali e provvede al loro invio alle truppe; il riparto recupero ha lo scopo di lavare, disinfettare e riattare gli oggetti dimessi dalle truppe e passarli poi al riparto vestiario ed equipaggiamento; il riparto lavanderia lava e ripara la biancheria smessa dalle truppe.
Funzionamento del servizio. - I depositi centrali di armata vengono per cura delle autorità centrali riforniti, per ferrovia, dagli stabilimenti di produzione esistenti in paese e riforniscono a loro volta, per ferrovia, i magazzini di armata. Per l'invio alle truppe si provvede all'incirca come per i viveri: le unità di guerra trasmettono gerarchicamente le richieste alla direzione di commissariato di armata, che provvede alla spedizione alle truppe mediante autocarri forniti dalla direzione trasporti per via ordinaria. Con criterî analoghi si provvede al cambio della biancheria.
Servizio di cassa - Provvede a somministrare alle truppe il denaro ad esse occorrente per il pagamento degli assegni, per eventuali acquisti, ecc. A tale uopo presso il comando supremo e presso ciascuna direzione di commissariato d'armata e di corpo d'armata è costituita una cassa militare, di cui la gestione è affidata a personale del Ministero delle finanze, militarizzato. Presso i minori comandi, corpi, riparti, e servizî funzionano invece le rispettive casse, cui sono addetti ufficiali dell'esercito. I fondi occorrenti alle casse militari sono somministrati dal Ministero delle finanze in base a richieste quindicinali del comando supremo e delle direzioni di commissariato di armata. A dette casse militari attingono i comandi, corpi, riparti e servizî di ciascun corpo d'armata.
Commissariato militare marittimo.
Cenni storici. - Il Corpo di Commissariato militare marittimo deve la sua costituzione originaria al Cavour, il primo ministro della Marina italiana.
Il Cavour curò personalmente la costituzione organica della marina con gli ordinamenti del 17 novembre 1860 e del 21 febbraio 1861. Informandosi ai criterî di una "precisa, ben regolata e coscienziosa amministrazione", come si legge nella relazione alla legge del 1861, egli pose a capo dell'amministrazione in ogni dipartimento marittimo un alto funzionario civile col titolo di Commissario generale alla dipendenza diretta del ministro. Commissarî vennero chiamati tutti i dipendenti dal Commissario generale e insieme formavano il commissariato marittimo, il quale aveva assimilazione a grado militare e uniforme, posizione eminente e indipendente, ed esercizio di alte funzioni di sindacato.
Ben presto però si volle affermare il principio dell'unità di comando. Nel 1863 il Commissario generale passò alle dipendenze del Comandante generale del dipartimento. Si giunse cosi sino al 1876, anno in cui il corpo fu militarizzato. Con la militarizzazione, che comportava, per ragioni di disciplina e di organica, la soppressione delle attribuzioni date al corpo dal Cavour, le funzioni del commissariato cambiarono radicalmente, specie dopo che nel 1878 fu esteso il principio di autonomia amministrativa alle direzioni dei lavori dei RR. Arsenali, sottoposte, per lo innanzi, per i materiali e lavori, al controllo amministrativo del commissariato. A questo rimase la sorveglianza sul servizio dei viveri, fatto allora da un'impresa, oltre a quello contabile occorrente alla marina.
Trascorse così circa un quarto di secolo, durante il quale il Corpo subi una lenta evoluzione. Nel 1906 gli fu affidato completamente il servizio dei viveri, e a questo si aggiunse, tre anni dopo, quello del vestiario per gli uormni del Corpo Reali Equipaggi Marittimi. Nel 1913, dopo la guerra italo-turca, fu riconosciuto conveniente affidare al corpo la direzione dei servizî amministrativo-logistici, di segreteria presso gli alti comandi, e di ogni altro servizio amministrativo contabile.
Le necessità rivelate nella grande guerra e i molteplici incarichi assolti dal corpo durante le ostilità nelle varie destinazioni indussero a rivedere le leggi organiche precedentemente accennate. Con legge del febbraio 1918, furono fissate le attribuzioni del Commissariato, attribuzioni che vennero, con poche varianti, confermate dalla legge vigente dell'11 marzo 1926. In base a questa legge spetta presentemente al Corpo di Commissariato militare marittimo: a) dirigere il servizio tecnico-amministrativo delle sussistenze per la R. Marina, del vestiario dei militari del C. R. E. M., dei materiali di consumo e casermaggio, delle dotazioni per mense, come pure dei tessuti e delle tele di qualunque genere; b) coprire le cariche previste dall'ordinamento del Ministero della marina; c) amministrare il fondo-scorta per le regie navi e per gli enti a terra, sovrintendere alla gestione della cassa dei comandi militari marittimi, provvedere alla tenuta delle scritture relative; d) imbarcare sulle regie navi e avere destinazioni presso i comandi, gl'istituti, arsenali e stabilimenti della R. Marina per il funzionamento dei servizî logistici e amministrativi; e) disimpegnare l'incarico di capi-servizio di segreteria presso enti militari a terra; f) coadiuvare gli ufficiali di vascello nelle ispezioni generali; g) eseguire le ispezioni tecnico-amministrativo-contabili dei servizî direttamente gestiti, procedere alla regolamentazione dei servizî stessi e concorrere a quella dei servizî amministrativi cui sono destinati ufficiali del corpo; h) far parte del Consiglio superiore di marina; i) provvedere a ogni altro servizio logistico-amministrativo relativo al rifornimento e vettovagliamento, o che richieda le speciali cognizioni tecniche, giuridiche, commerciali del corpo.
Ordinamento del Corpo. - Una direzione centrale, al ministero, è retta da un tenente generale commissario, che è anche membro del Consiglio superiore di marina. Un maggior generale commissario ha le funzioni di vice-direttore e, generalmente, è giudice del tribunale supremo militare. La direzione centrale, composta di parecchi reparti diretti da colonnelli, sovrintende alla sorveglianza sull'esecuzione dei servizî periferici a terra e a bordo di competenza del corpo. Nelle sedi dipartimentali sono istituite le direzioni di commissariato, dirette anch'esse da colonnelli, mentre nelle sedi di semplici comandi militari marittimi sono le sezioni, dirette da ufficiali superiori. Le direzioni e le sezioni provvedono a tutte le incombenze devolute al corpo nei limiti delle rispettive giurisdizioni. Vi è inoltre una direzione degli opifici di commissariato, che provvede con una numerosa maestranza alla fabbricazione e confezione degli articoli di corredo sia per l'amministrazione marittima sia, quando ne è richiesta, per le altre forze armate dello stato.
Compito notevole è quello dei servizî amministrativi, tecnici, giuridici e contabili che gli ufficiali di commissariato devono assolvere indipendentemente dai predetti incarichi nelle varie destinazioni. Essi, o come capi o in sott'ordine dei rispettivi comandi, sovrintendono nei varî uffici al disbrigo di tutti quegli affari per i quali sono richieste le speciali cognizioni del corpo. È questa una necessità, giacché la R. Marina non ha, salvo che al ministero, altro personale amministrativo dirigente per le sue complesse necessità; quindi l'ufficiale di commissariato della R. Marina deve far fronte a tutte le esigenze dei servizî tecnico-giuridici, amministrativo-contabili, tanto a terra nelle sedi di dipartimento e uffici distaccati quanto a bordo delle navi. Essi si trovano pertanto in quasi tutte le organizzazioni militari marittime con mansioni varie: così vi sono quelli destinati allo studio dell'organizzazione e della mobilitazione militare e industriale, della legislazione marittima di guerra e della giustizia penale militare marittima, altri che sono capi degli uffici contratti nei dipartimenti, degli uffici amministrativi presso le direzioni dei lavori nei RR. arsenali, le difese, i depositi e distaccamenti C. R. E. M., gli ospedali militari marittimi, l'Accademia navale, le scuole, ecc. Altri ancora sono destinati a trattare gli affari generali e quelli relativi agli avanzamenti, alla disciplina militare presso i Comandi superiori.
Non meno notevole è il servizio che il commissario deve disimpegnare sulle RR. navi, sulle quali egli dirige i servizî amministrativi generali e quelli professionali del corpo. Quando è costituita una squadra, imbarca con l'ammiraglio comandante in capo un ufficiale superiore di commissariato col titolo di commissario capo-squadra.
Il commissario di bordo, coadiuvato da altro personale, secondo le tabelle di armamento, ha col comandante la corresponsabilità di cassa ed è direttamente responsabile della contabilità. Oltre a ciò esercita, all'occorrenza, le funzioni notarili, quelle di ufficiale dello stato civile e tratta gli affari per la giustizia penale militare marittima; dirige ed è responsabile del servizio postale, è amministratore della cooperativa di bordo, fa parte delle commissioni riguardanti i suoi servizî, emette all'estero cambiali per il rifornimento dei fondi di cassa, è preposto al reparto logistico delle forze da sbarco, ecc. Durante il combattimento è destinato al servizio del munizionamento per le artiglierie di bordo.
Reclutamento e formazione degli ufficiali. - Gli ufficiali sono reclutati in seguito ad esame di concorso tra giovani laureati dalle facoltà di legge o dalle scuole superiori di studî commerciali, sociali ed economici. Conseguita la nomina, i giovani sottotenenti sono inviati alla R. Accademia navale ove frequentano un corso semestrale di materie professionali e sono addestrati nelle discipline militari marinaresche. Poi sono imbarcati per sei mesi per completare la loro istruzione e per sperimentare la loro attitudine alla vita di mare. Dopo l'accertamento della loro completa idoneità, sono promossi tenenti e seguono l'ordinaria carriera. Annualmente alcuni di essi sono inviati col grado di capitano all'Istituto superiore di commercio di Roma per seguire un corso generale di merceologia. Alla fine del corso sono nominati periti in merceologia e destinati ai servizî tecnici del corpo di commissariato, alle giunte di ricezione per le analisi e i collaudi di materiale introdotto in arsenale dalle ditte fornitrici.
I commissarî sulle navi mercantili.
A somiglianza di quanto è in uso presso la marina da guerra, alcune società di navigazione destinano sulle navi, addette per lo più al servizio dei passeggeri, un loro impiegato col titolo di commissario di bordo. I commissarî, scelti generalmente tra i giovani aventi il grado mercantile di ufficiale, formano presso ogni grande compagnia di navigazione un ruolo separato dall'altro personale, ma non vi è alcuna disposizione di legge o di regolamento che disciplini la loro nomina, le loro attribuzioni e le loro eventuali responsabilità. A bordo rappresentano, per la parte amministrativa, la società armatrice, e si occupano dell'amministrazione generale della nave, dell'andamento delle mense e del servizio dei passeggeri. Non si ingeriscono delle operazioni di carico e scarico della nave e delle merci trasportate, affidate per legge ai comandanti.