EUGANEI, Colli (A. T., 24-25-26)
Gruppo collinoso che sorge dalla Pianura Padano-Veneta, a circa quindici chilometri da Padova. I Colli Euganei formano grossolanamente una croce con i due rami rispettivamente orientati da nord a sud e da est a ovest: il centro della croce coincide con il maggiore centro di rilievo, costituito dal M. Venda, che raggiunge 602 m. s. m. Attorno al gruppo principale degli Euganei sorgono alcuni colli isolati, quali: M. Lozzo, Lovertino, Monte Merlo, M. Lonzina, Monte Rosso, Monte Ortone, M. S. Daniele, i colli di S. Pietro Montagnon, il M. Lispida e Monselice. Tutte queste colline sono state isolate dal massiccio principale euganeo dalle alluvioni che colmarono la Valle Padana. Se supponiamo di abbassare il piano alluvionale di alcune decine di metri, molti di questi colli, ora isolati, troverebbero il loro diretto collegamento con rilievi vicini, con i quali presentano spesso stretta analogia di costituzione. In tale guisa l'intero gruppo euganeo risulterebbe alquanto più massiccio, cioè meno frastagliato di quanto non appaia oggi, e coprirebbe, nel suo complesso, un'area di circa 250 kmq.
Dal punto di vista geologico i Colli Euganei rappresentano i resti di un complicato apparato vulcanico riferibile all'era terziaria. E. Suess ed E. Reyer credettero di ravvisare negli Euganei i resti d'un gigantesco vulcano, paragonabile, nelle sue proporzioni originarie, all'Etna, con il cratere centrale in corrispondenza al M. Venda. Da tale cratere sarebbero irradiate colossali colate, ora in gran parte distrutte, ma delle quali i monti trachitici che fanno corona attorno al massiccio centrale rappresenterebbero le estremità, a guisa di gocce di cera rapprese e colanti dal medesimo cero. Successive ricerche condotte da G. Dal Piaz, da L. De Marchi, da M. Starck, da L. Maddalena e da altri, dimostrarono però che una simile interpretazione è puramente fantastica: i monti trachitici dei Colli Euganei non sono estremità di colate, ma, come intravide N. Da Rio fino dal 1836, essi devono la loro origine a fenomeni estrusivi, per i quali la massa eruttiva acida, molto vischiosa e quindi poco fluida, fu spinta attraverso i terreni preesistenti che vennero sollevati, rotti e più o meno intensamente metamorfosati lungo la linea di contatto. L'originario rivestimento sedimentario sollevato dalle cupole intrusive fu in gran parte distrutto. Tuttavia non mancano esempî, come al M. Altore (a ovest di Teolo), in cui sul dorso della massa trachitica sono ancora conservate larghe placche della primitiva coltre sedimentaria. Questo non esclude che tanto precedentemente quanto successivamente alle estrusioni trachitiche si siano avuti fenomeni effusivi e di proiezione piroclastica, rappresentati da parziali colate, da filoni basici e acidi e da accumuli di tufi chiari e scuri. A queste ultime manifestazioni vanno collegate le numerose testimon;anze di attività esplosiva, rappresentate da condotti ripieni di materiali piroclastici (necks) dai geologi tedeschi comunemente indicati con il nome di Tuffröhre.
Dopo l'attività filoniana e piroclastica basica dell'Eocenico, così vastamente rappresentata in tutto il Veneto occidentale, il fondo della Valle Padana corrispondente alla regione euganea seguì il movimento orogenetico alpino. La coltre dei terreni sedimentarî dal Giurassico all'Oligocenico venne così corrugata, rotta e sollevata, il che facilitò l'estruzione delle cupole trachitiche. A questi fenomeni, con il ripresentarsi di un nuovo periodo di attività orogenetica, seguirono ulteriori manifestazioni effusive e piroclastiche specialmente nella regione orientale in corrispondenza al M. Ceva. Con il Miocenico gli Euganei chiusero il loro ciclo eruttivo, e dell'antica attività endogena, che è andata via via spegnendosi, oggi non rimangono che le testimonianze delle numerose sorgenti termali, donde vanno tanto celebri le località di Abano, Monte Ortone, Monte Grotto e Battaglia.
Bibl.: N. Da Rio, Orittologia Euganea, Padova 1836; A. De Zigno, Sulla costituzione geologica dei monti Euganei, Padova 1861; E. Suess, Der Vulcan Venda, in Sitzungsber. Akad. Wien, 1875; E. Reyer, Die Euganeen, Vienna 1877; L. D. Marchi, L'Idrografia dei Colli Euganei, in Mem. R. Istit. ven., 1905; G. Dal Piaz, in M. Starck, citato appresso; M. Starck, Die Euganeen, in Mitt. Naturw. Ver. Wien, 1906; L. Maddalena, Contributo allo studio petrografico dei Colli Euganei, in Atti Soc. ital. sc. nat., Milano 1910.