PERM, Civiltà di
La regione di Perm della Russia orientale si estende verso E sino agli Urali. Ingenti sono perciò le ricchezze del suo sottosuolo. Già durante il Medioevo essa divenne meta di una colonizzazione proveniente da Novgorod e ne conseguì un accumulamento di ricchezze a favore di singole famiglie, dovuto anzitutto all'estrazione del sale. Più tardi, già sotto il controllo di Mosca, vi sorse l'emporio degli Stroganov. È da qui che venne organizzata la spedizione di Jermak che aprì la via per la Siberia. Dopo il consolidamento dell'amministrazione zarista la regione costituì un governatorato che - contrariamente a oggi - comprendeva anche il versante orientale degli Urali. Il suo capoluogo omonimo sorgeva non lontano dalla confluenza tra il Čusovaja e il Kama. Transitoriamente assunse, in anni recenti, il nome di Molotov. La considerevole quantità di ritrovamenti archeologici attirò l'attenzione già durante il XIX secolo. Commercianti e imprenditori iniziarono la raccolta di pezzi per le collezioni private. La più importante apparteneva alla famiglia Teplouchov da cui proviene il geniale studioso della regione del Minusin. Era credenza della popolazione indigena che i ritrovamenti archeologici provenissero dal misterioso popolo dei Ciudi. Nel XX sec. si chiarirono le relazioni esistenti tra questi e ritrovamenti delle altre regioni archeologiche russe. Di conseguenza fu possibile datarli approssimativamente. Nacque il concetto dello stile permicoscita (Appelgren-Kivalo, Spicyn, Tallgren). Ma soltanto dopo gli scavi sistematici compiuti sotto il governo sovietico possiamo farci un'idea esatta di queste relazioni, nelle quali Perm riveste un ruolo di primaria importanza.
Durante il periodo neolitico Perm faceva parte della cosiddetta Civiltà Uralo-Kama, uno di quei gruppi di cui oggi riteniamo faccia parte la cosiddetta ceramica a pettine (Kamm-Keramik). Essa si differenziava notevolmente dalla civiltà centrale "Volga-Oka", però i suoi rapporti si estendevano attraverso le foreste nordiche fino alla Finlandia meridionale (Tret΄jakov). Gli archeologi sovietici la considerano come la vera e propria culla dei popoli ugro-finnici. Essa, nel III ed inizio II sec. a. C., avrebbe esercitato il suo influsso su gran parte dell'Europa orientale ed assimilato largamente il gruppo Volga-Oka.
Nel II millennio a. C. (secondo le datazioni più recenti, nel XVIII-XII sec. a. C.) questa regione apparteneva all'attivissima Civiltà di Turbino (Bader). Essa si distingueva dagli altri successori della ceramica a pettine per la sua metallurgia progredita basata principalmente sulla lavorazione dei minerali di rame locali. Proprio grazie a questa essa occupò un posto preminente in quella rete commerciale che si estendeva dall'Oriente anteriore oltre il Caucaso fino al cuore delle foreste del N. Relazioni siffatte spiegano le antichissime sculture in metallo di Perm, raggruppate dal Tallgren, con datazione pressappoco contemporanea al Tesoro di Galic. Le figure di animali usate probabilmente nel culto, ritrovate nelle paludi degli Urali orientali, come pure le figure di animali incise su coltelli, appartengono invece a una tradizione realistica indigena d'arte di intaglio (Tallgren, Èding, Dmitriev).
Come gruppo più importante del I sec. a. C. si afferma nella Russia orientale la Civiltà di Ananino. Il suo centro sta sul corso inferiore del Kama e Perm ne costituisce la periferia settentrionale (Zbrueva). Questa civiltà aveva già introdotto l'agricoltura e l'allevamento di bestiame. Molto importante era inoltre la caccia agli animali da pelliccia e presumibilmente anche il commercio di pellicce e ciò spiegherebbe le vaste relazioni estese fino all'interno delle foreste nordiche. Contemporaneamente all'affermarsi di questa civiltà ebbe inizio il processo di assimilazione delle civiltà della steppa; sono documentate guerre di cavalieri, cacce con trofei, l'usanza di tenere schiavi e preparativi per lontane spedizioni. Venne così assimilato lo stile zoomorfo degli Sciti e dei Sarmati, arricchito comunque da caratteristiche siberiane e tradizioni indigene (v.steppe, arte delle; scitica, arte). Le figure di animali che comparivano prima esclusivamente nell'ambito cultuale, vennero introdotte ora anche nell'arte ornamentale degli oggetti d'uso comune. Si diede inizio allora alla costruzione di quei luoghi di sacrificio che rimasero caratteristici per questo territorio fino alle prime documentazioni storiche. Pressapoco nella stessa epoca in cui i Sarmati soppiantarono gli Sciti sorse la Civiltà di Pjanobor che durò fino al V sec. d. C. (secondo Smirnov). Essa comprendeva circa lo stesso territorio occupato dalla civiltà precedente, però sotto la pressione esercitata dai Sarmati, e più tardi dagli Unni, il suo centro si spostò più a N. Questo potente vicinato è ampiamente testimoniato da armi e suppellettili in ferro.
Segue poi la Civiltà di Lomatovo limitata a un territorio molto più ristretto che, comunque, includeva Perm. I ritrovamenti archeologici comprendono importazioni bizantine e sassanidi, tra l'altro anche monete. Probabilmente queste importazioni saranno avvenute anzitutto tramite stirpi alane. Dal X sec. si riscontrano chiaramente gli influssi non solo dei Bulgari del Volga ma anche degli Slavi. Ciò ci è testimoniato da numerosi scavi effettuati in fortezze e sepolcreti (benché, putroppo, non esistano pubblicazioni sufficienti in proposito). Così ci ricolleghiamo gradualmente all'epoca in cui ebbe inizio la colonizzazione di Novgorod citata più sopra, all'epoca in cui i Russi si scontrarono sia con i Permiaci finnici che con gli Ugri, specialmente con i Woguli.
Gli oggetti più importanti sotto il profilo artistico di questa lunga sequenza di civiltà, sono dei piccoli dischi di bronzo lavorati a traforo sui quali sono raffigurati in maniera sia realistica che fantastica, animali, esseri favolosi, raramente esseri umani, più spesso scene complicate. Grazie al contributo di parecchie generazioni di studiosi essi sono non soltanto esattamente datati, ma anche ampiamente interpretati, sulla base delle usanze e credenze popolari del XVIII e XIX secolo. Per la maggior parte dei pezzi si tratta certamente di doni votivi che adornavano le raffigurazioni di divinità, altri erano semplicemente ornamenti di costumi. È inverosimile il postulato della fase romantica delle indagini che li considerava esclusivamente elementi del costume degli sciamani.
I bronzi della Civiltà di Ananino che risentono molto dell'influenza dello stile zoomorfo "scitico", costituiscono, secondo le nostre attuali cognizioni, l'inizio dello sviluppo. Durante la Civiltà di Pjanobor fiorirono combinazioni sempre più libere di alcuni di questi motivi e vi si aggiunsero figure e volti umani. Accanto a singole e molto realistiche rappresentazioni di animali presumibilmente utilizzate nei riti magici della caccia, incontriamo esseri favolosi composti da elementi animali e umani, che potrebbero corrispondere a divinità o eroi ugri. L'allineamento o la costruzione simmetrica divenne regola quasi generale, la forma plastica scomparve quasi del tutto. Talvolta si ha l'impressione di una disposizione a forma di treccia. Particolarmente caratteristico è un uccello ad ali spiegate dal cui petto sporge un volto umano. Ovviamente anche la figura dell'orso riveste un ruolo importante.
Sappiamo oggi che lo sviluppo artistico raggiunse il suo apice durante il periodo di Pjanobor, dopo di che ebbe inizio una progressiva decadenza. Nel X e XI sec. sussistono ancora soltanto pochi tipi di rappresentazione, talvolta di un realismo accentuato. Nel periodo tardo sono importanti le rappresentazioni di cavalieri che presentano affinità con quelle caucasiche. Interessanti anche i gioielli muliebri ed i piccoli bronzi in cui si riscontrano evidenti influssi sassanidi e bizantini.
Possiamo dunque osservare come nella regione boschiva dell'Europa orientale siano sopravvissuti motivi scitici, per quanto non scevri da influssi e varianti libere. Anche la Siberia occidentale ha un retaggio artistico similare (Černocev, Mošinskaja, Arne). Il centro di sviluppo artistico-culturale è costituito comunque dall'antica e famosa regione di Perm.
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