CHIODO di garofano (fr. clous de girofle; sp. clavo; ted. Gewürznelken; ingl. clove)
È fornito da un albero della famiglia Mirtacee: Eugenia caryophyllata Thunb. (detto anche Jambosa aromatica Miq. o Caryphyllus aromaticus L.) delle isole Filippine e delle isole Molucche, coltivato in molte località dell'Asia, dell'Africa e dell'America tropicale. È una pianta di 10-12 m. d'altezza con foglie grandi, persistenti, ovali acute e fiori disposti in cime terminali corimbiformi.
La droga è costituita dai fiori in boccio lasciati seccare al sole: hanno un bel colore bruno oscuro, sono lunghi 12-15 mm., con ricettacolo cilindrico o subquadrangolare sormontato dai lobi del calice e dai petali costituenti una formazione tondeggiante. Il monopolio del suo commercio fu tenuto prima dai Portoghesi e poi dagli Olandesi, finché nel 1769 il francese Poivre coltivò questa pianta nelle isole Borbone e Maurizio e la coltivazione si diffuse a Zanzibar e a Pemba, che ne sono oggi i maggiori centri di produzione. La droga si usa anche come spezie. Contiene il 18% di olio essenziale costituito dal miscuglio di un terpene, di eugenolo e di una canfora (canriofillina). L'essenza di garofani ha odore forte, sapore bruciante e azione anestetizzante locale dovuta all'eugenolo. Si usa anche nella tecnica microscopica per chiarificare i preparati prima d'includerli nel balsamo del Canada.