CHIBCHA (pron. cibcia)
Tribù andine abitanti, all'epoca precolombiana, gli altipiani di Cundinamarca e di Bogotá, la regione, cioè, che gli Spagnoli chiamarono Nueva Granada, oggi compresa nella Colombia. Il nome deriverebbe dal loro dio Chibchacum, mentre essi chiamavano sé stessi Muhizca cehà, cioè "corpo a cinque estremità", "uomini": nome che, presso i cronisti spagnoli, divenne Mozca o Muysca.
Gli studî linguistici moderni (Uhle, Brinton, Rivet e Beuchat, Lehmann) hanno mostrato la grande diffusione d'idiomi affini al chibcha, nell'America Centrale sino al 15° N., e nella Colombia e nell'Ecuador sino a 3° S. Ma la grande famiglia linguistica chibcha conteneva, e ne contiene tuttora, molte popolazioni in condizioni assai primitive di cultura.
La civiltà. - La civiltà dei Chibcha, in senso ristretto, dopo i Nahua, i Maya e le tribù andine dell'Ecuador e del Perù (Aymará, Yunca, Quechua), è invece la più sviluppata dell'America precolombiana. I Chibcha, al momento della conquista spagnola, costituivano una specie di confederazione governata da cinque capi o cacicchi, da cui dipendevano parecchi vassalli, alcuni dei quali erano pressoché autonomi e spesso in guerra fra loro. Uno dei maggiori capi fu l'eroe Saguanmachicá, a cui successe, nel 1490 d. C., Nemequene, grande conquistatore insieme col nipote Thisquezaza, che regnava al momento dell'arrivo degli Spagnoli.
Organizzazione sociale. - Quanto all'organizzazione sociale, sappiamo che la sola discendenza paterna era titolo ereditario di comando; i capi prendevano il nome dal villaggio principale da loro abitato e ciascuno lo governava a modo suo. Il popolo si divideva in cinque classi: sacerdoti, guerrieri, commercianti, artigiani, coltivatori; le tribù vinte e sottomesse erano nomadi, dipendenti dai singoli capi. Ognuna di queste caste aveva un proprio codice di leggi severe da cui dipendeva l'individuo; questi, passando da una casta all'altra, cambiava pure legge.
I cacicchi erano chiamati zipa o zaque ed erano considerati di natura superiore, quasi re-dei (Frazer); erano, sino dalla fanciullezza, allevati ed educati in modo speciale, e, a suo tempo, posti alla testa del popolo, con cerimonie lussuose e imponenti, nelle quali si profondevano in ornamenti veri tesori di metalli preziosi, sì da dar credito alla famosa leggenda del "El Dorado" (Restrepo).
I capi secondarî, dipendenti dai primi, investiti di autorità autocratica, erano detti psihipcuas, pur essi tenuti per esseri sacri, scelti da speciali famiglie e allevati con ogni cura, in vista dell'autorità di cui dovevano essere insigniti. Con i suddetti zipas formavano, assieme a una classe di sacerdoti, detti xeques, una vera teocrazia.
Lo zipa di Bogotá era pure capo dei guerrieri, con il nome di Bacatá usaque; gli usaques erano i sottocapi dei guerrieri che combattevano contro le tribù barbare, ai confini; i soldati erano detti guechas, reclutati fra il popolo minuto. Essi andavano rasati, con le narici e le labbra traforate da ornamenti cilindrici in oro, in numero uguale a quello dei nemici uccisi; con il loro valore potevano salire di grado sino a quello d'usaque. I prigionieri di guerra erano trattati come schiavi.
Arte. - I Chibcha abitavano in case di forma rotonda, con il tetto piramidale, in tronchi d'albero e paglia, dette tythuas; i cacicchi le avevano di maggiori dimensioni e più eleganti. Avevano grossi villaggi e vere città, come per es. Bogotá. che raggiungeva i 20.000 ab., difesi con forti palizzate, fasci di vimini e spine. La pietra era assai poco adoperata, tuttavia presso Tunja vi sono resti di colonne cilindriche di pietre tagliate e scolpite. Esistono ancora tracce di rozze sculture zoomorfiche (giaguari, coccodrilli, lama), per es. presso Neiva, scolpite in granito e sienite; si sono trovate anche talune iscrizioni geroglifiche. I Chibcha usarono pure pittopoco che ne è rimasto, si può dire che, pur rozza, era ben lavorata e ricorda quella dei Chiriqui. Così la metallurgia (lega d'argento, oro e rame, bronzo); generalmente si trattava di piccole fusioni d'idoletti, di figurine zoomorfiche (rane, lama, scimmie) e di dischi d'oro, usati come monete.
Religione. - Sulla religione dei Chibcha abbiamo poche notizie. Bochica (v.) era il loro supremo demiurgo e semidio solare benefico, mentre la luna, detta Chia o Huythaca, moglie sua, era spirito malefico.
Il dio supremo, creatore dei Chibcha, era Chiminagua (casa-luna-dio, "colui che risplende nel caos") benefico, in lotta con lo spirito del male Chibchacum, che sarebbe stato il successore di Bochica; a lui si dovette il diluvio in cui perirono molti uomini; i superstiti chiesero aiuto a Bochica che, con una barchetta magica, aprendo le cascate di Tequendama, lo fece cessare. Chibchacum fu condannato a portare il dio benefico sulle spalle o, secondo un'altra versione, a portare, come Atlante, la terra stessa; quand'egli, stanco, cambia di spalla, avviene il terremoto.
Batchué o Tuzichogua era una dea benefica, considerata come madre del genere umano, protettrice delle biade, principio umido e fecondante, uscita dal lago d'Ibagué portando in braccio il progenitore dei Chibcha; era simboleggiata sotto forma di rana. Chuchavira è il dio del fuoco e del tuono e ancora dell'arcobaleno; Nemtacoa, dio del bosco, dei tessitori, dei pittori e degli ubbriachi, venerato sotto forma di orso, detto pure Tò, dio della corsa e dio Termine. Fomagata (massa ignea che bolle), dio malefico rappresentato con un occhio solo, quattro orecchie e lunga coda come il giaguaro, venne vinto ed evirato da Bochica.
Esisteva presso i Chibcha la credenza in uno spirito sottile come ombra, a forma umana, detto Ari, che avrebbe plasmato, prima della creazione del sole e della luna, i primi uomini e donne in argilla e poi li avrebhe gettati nel fiume Magdalena, donde uscivano vivi; nella regione di Sogamoso invece, due esseri divini, zio e nipote, avrebbero creato i primi uomini e poi dato origine ai due astri.
Esisteva pure la tradizione del bambino Garanchacha, nato dal Sole e da una vergine di Guacheta - tale rimasta anche dopo il parto - bambino che diventò in seguito principe Hunca e che avrebbe annunziato, prima di morire, l'arrivo di guerrieri bianchi, inesorabili conquistatori del paese; profezia che troviamo egualmente presso gli Aztechi, i Peruviani, ecc.
Agli dei venivano offerte biade, frutta, aromi, animali; e anche, a Bochica, un bambino, nato a San Juan de los Llanos, località ove sarebbe apparso l'eroe solare, detto guesa ("errante"). Il bambino, che doveva poi essere sacrificato, veniva allevato con ogni cura, sino all'età di dieci anni, nel tempio del Sole a Sogamoso, e quindi condotto, durante i cinque anni successivi, nei numerosi santuarî segnanti tutte le tappe del detto semidio. Al chiudersi del periodo di 15 anni, del ciclo sacro di 60, egli veniva sacrificato da 12 sacerdoti (gli xeques) mascherati da divinità, trafitto da frecce, presso due colonne solari o gnomoni, fuori del tempio di Bochica, a cui veniva offerto il suo cuore, proprio nell'istante in cui il sole passava al meridiano del luogo. La vittima prendeva pure il nome di ghica "porta", perché la sua morte apriva un altro periodo quindicinale.
Nell'oltretomba dei Chibcha, detto "più in là", l'anima dei malvagi veniva precipitata in profondi pozzi naturali della regione, frequentati da sinistri uccelli detti huacaros o diablotin - quest'ultimo nome probabilmente usato all'epoca spagnola - e su una barca di tela di ragno (animale sacro), doveva poi, sino a destinazione, attraversare laghi sotterranei. I buoni erano invece assunti alla gloria del Sole, e cosi i morti in guerra e le donne morte di parto; anche i defunti di certe malattie "sacre" erano assunti in luoghi beati; come, del resto, appare presso molte tribù precolombiane, p. es. i Nahua.
Complicati i riti mortuarî: i cadaveri erano - almeno quelli dei nobili - imbalsamati con cura e racchiusi con le loro ricchezze in caverne naturali.
I Chibcha ebbero templi, elevati specialmente in onore del Sole e della Luna: si ricordano quelli di Caycara, Urbana, Neiva presso Sarabisa, con idoli in pietra, terracotta o metallo (argento, oro). Quello della dea Batchué si diceva bellissimo. Essi vennero naturalmente distrutti dagl'invasori spagnoli, sicché ne è rimasto ben poco. Il calendario religioso e civile dei Chibcha, descritto dal Humboldt (Vues des Cordillères, p. 244), e tratto dal ms. del dotto D. José Domingo Duquesne, pare, secondo gli ultimi studî di Restrepo Tirado, non sia attendibile per quanto assai ben congegnato.
Bibl.: P. Simon, Noticias historiales de tierra firme, Siviglia 1585; Piedrahita, Hist. gen. de la Conquista del Nuevo reyno de Granada, Madrid 1688; Uricoechea, Les Chibchas de la Colombie, in Congrès intern. des sciences géogr., I, pp. 310-315, Parigi 1875; id., Antiquités Chibchas de la Colombie, in La Nature, Parigi 1877; Zerda, El Dorado, estudio hist. etnogr. y arq. de los Chibchas habitantes de la antigua Cundinamarca y de algunas otras tierras, Botogá 1883; Nadaillac, Les anciennes populations de la Colombie, Parigi 1885; Restrepo Tirado, Los Chibchas antes de la conquista española; Bogotá 1895; Triana, La Civilización Chibcha, Bogotá 1922; per la religione, v. Vergara y Velasco, La religión chibcha, Botogá 1913.