MILLS, Charles Wright
Sociologo statunitense, nato a Waco, nel Texas, il 28 agosto 1916, morto a New York il 20 marzo 1962. Ha studiato presso l'università del Wisconsin, a Madison, specialmente con H. Gerth che, dagl'iniziali interessi per il pragmatismo e la linguistica, lo induce a studiare M. Weber e la tradizione sociologica dei classici europei. M. è a ragione considerato l'esponente più importante della sociologia critica negli Stati Uniti; celebri sono le sue prese di posizione polemiche nei riguardi dello struttural-funzionalismo di T. Parsons e dell'empirismo di P. F. Lazarzsfeld, ma è anche profondamente influenzato da G. H. Mead, J. Dewey, W. James e Ch. S. Peirce, mentre non si può dire che abbia conosciuto a fondo e compreso Marx. Il suo radicalismo politico è di chiara ascendenza democratico-libertaria e anche per questo aspetto M. rappresenta un'espressione genuina della cultura americana alquanto insofferente di ogni tutela da parte di quella europea. Il nucleo problematico che lo ha più a lungo e coerentemente interessato è da ricercarsi nel modo di porsi e di decidere dei gruppi di potere della società americana, che M. tende a concepire come un'élite di tipo castale che risulta composta dall'alleanza organica dei "signori dell'economia, della guerra e della politica". In questo senso le sue critiche agli Stati Uniti sono da intendersi come il disappunto di chi scopre che la democrazia non è democratica a sufficienza e che gl'ideali americani, in sé validi, sono stati traditi dal punto di vista dell'applicazione pratico-politica.
Opere principali: The new men of power, New York 1948; White collar, ivi 1951 (trad. it., Torino 1966); Tbe power elite, ivi 1956 (trad. it., Milano 1959, 19662); The sociological imagination, ivi 1959 (trad. it., Milano 1962, 19702); The marxists, ivi 1962 (trad. it., Milano 1969); Power, politics and people. The collected essays of C. W. Mills, ivi 1963 (trad. it. in 2 voll., Milano 1970-71).