CHALONS-SUR-MARNE
CHÂLONS-SUR-MARNE (lat. Durocatelaunos; fino al sec. 18° Châlons-en-Champagne)
Città della Francia settentrionale (dip. Marne); deriva il suo nome da quello del popolo gallico dei Catuuellauni (lat. Catalauni).La città sorge al centro di una vasta pianura nella valle della Marna, nel punto in cui il fiume riceve un affluente su ciascun lato e diviene navigabile.Sorta nel sec. 1° a.C. sul luogo in cui la via che conduceva dall'Italia a Gesoriacum (od. Boulogne-sur-Mer) attraversava la Marna, la città divenne presto un centro commerciale, per assurgere a rango di capoluogo di una civitas a partire dalla fine del sec. 3° dopo Cristo. Intorno al 325 ebbe il primo vescovo, s. Memmio, e fu proprio la sua funzione episcopale che le permise di conservare lo status di città durante i secoli dell'età merovingia.Il tracciato della prima cinta fortificata, eretta in epoca tardoimperiale, rimane leggibile nella disposizione del tessuto urbano. Nessuno degli edifici monumentali di questa fase si è conservato, ma le recenti ricerche archeologiche hanno riportato alla luce i resti di un quartiere di abitazione scandito da strade che si incrociavano ad angolo retto.La struttura della città medievale è nota grazie ai documenti, peraltro non ancora adeguatamente studiati, degli archivi delle istituzioni religiose, della Corporazione della lana e, per quanto riguarda i secoli più recenti, del Consiglio cittadino; inoltre i documentati rapporti con la corte reale attestano il ruolo politico ricoperto dalla città e dai suoi vescovi, mentre la produzione tessile di C. ha lasciato testimonianze di sé in numerose città, tra cui Marsiglia e Genova.Le prime vedute di C., come la più antica pianta, risalgono solo agli inizi del sec. 17°; risultano tuttavia utili anche per ricostruire la situazione medievale, poiché la città non si era molto modificata nel tempo.In epoca merovingia C. non viene citata spesso nelle fonti - benché possedesse una propria zecca - e non sembra aver avuto grande sviluppo. Un primo risveglio di attività si ebbe nel sec. 9°, in particolare sotto l'impulso del vescovo Erchenré (858-868). Questi fece costruire intorno alla cattedrale un quartiere destinato ai canonici e, fuori delle mura, un quartiere commerciale con la piazza del mercato, presso una chiesa che dotò delle reliquie di s. Albino. Il vescovo ottenne inoltre dal re Carlo il Calvo l'assegnazione di una zecca regale.C. fu presa e incendiata dai Normanni nell'888; probabilmente fu in seguito a questa catastrofe che venne costruito un nuovo muro di cinta per proteggere la città e i suoi nuovi quartieri, giungendo a triplicare la superficie urbana.La fase di espansione proseguì nel sec. 10° (nel 963 vi si svolse la più antica fiera della Champagne) e si andò accelerando nei due secoli successivi, potendo contare sulla forza economica costituita da un'importante manifattura tessile, i cui prodotti venivano esportati in tutto il bacino del Mediterraneo, utilizzando come base i porti italiani, e anche in Inghilterra.Una terza cerchia di mura, la cui costruzione fu avviata intorno al 1180, venne portata a termine solo nel corso del 13° secolo. La superficie urbana protetta venne così a quintuplicarsi ospitando ca. quindicimila abitanti. Quest'ultima cinta, rimaneggiata a più riprese, venne distrutta definitivamente nel 19° secolo.Parallelamente allo sviluppo economico e demografico, il ruolo politico della città venne accentuandosi allorché il suo vescovo assunse il controllo della contea di C., ricevendo il titolo di pari di Francia.Nel corso dei secc. 12° e 13° l'attività edilizia fu considerevole; oltre la cinta muraria e la quasi totalità delle case, vennero costruiti, o ricostruiti, il vescovado con la sua cappella, la cattedrale di Saint-Etienne e il suo chiostro, la collegiata di Notre-Dame-en-Vaux con il chiostro, parte della collegiata della Trinité, l'abbazia di Toussaint, quattro conventi di Ordini mendicanti, nove chiese parrocchiali, quattro o cinque ospedali, alcune cappelle.La crisi economica del sec. 14° colpì duramente la città: la concorrenza di altri centri produttivi, la struttura commerciale, la rigidità del sistema economico, la guerra dei Cento anni e infine la peste possono spiegare questo crollo, da cui C. non si risollevò più; così, per es., i tessuti di C., che prima del 1320 risultano quelli più frequentemente menzionati negli archivi genovesi, dopo questa data tendono progressivamente a diminuire, fino a scomparire.La cattedrale di Saint-Etienne, iniziata intorno al 1110, venne consacrata nel 1147 da papa Eugenio III, benché non fosse ancora portata a termine. Fu in seguito pressoché interamente ricostruita a partire dal 1230. I lavori proseguirono lentamente: l'abside, il transetto e tre campate del corpo longitudinale furono conclusi nel 1261. Alla fine del sec. 13° vennero aggiunti un deambulatorio e tre cappelle radiali; due secoli più tardi furono edificate quattro campate del corpo longitudinale, che riprendono la partizione architettonica di quelle del 13° secolo. Le due ultime campate del corpo longitudinale, che continuano le strutture gotiche, e la facciata, in forme barocche, vennero erette tra il 1628 e il 1634. A parte una torre e una cripta romanica, la chiesa attuale è in stile gotico rayonnant. Il triforio, che corre continuo lungo tutto l'edificio, è a giorno nella navata centrale; quest'ultima presenta una peculiare articolazione strutturale, poiché fu concepita come completamente traforata, soltanto con un'esile ossatura di pietra tra le aperture.La facciata del braccio settentrionale del transetto, risalente al 1256, presenta una bella decorazione architettonica articolata in portale, gâbles e nicchie; le sculture furono distrutte nel 1794. La cattedrale conserva, inoltre, un notevole complesso di vetrate, tre delle quali appartenenti all'edificio consacrato nel 1147. La vetrata della Redenzione presenta scene dell'Antico Testamento poste in relazione con la Crocifissione; la qualità del disegno e la maestria nell'utilizzo dei colori ne fanno uno dei prodotti più notevoli dell'arte dei maestri vetrai dell'epoca romanica. Al sec. 13° risalgono le tre vetrate dell'abside, donate da Luigi IX nel 1237, con scene che si ricollegano al tema della storia della salvezza. Il rosone del braccio nord del transetto mostra quale colore dominante il verde; le finestre alte sono chiuse da vetrate con motivi a grisaille, che evidenziano l'evoluzione del genere nei due ultimi terzi del 13° secolo. Nella navata meridionale sono inoltre presenti alcune belle vetrate istoriate del 15° e 16° secolo.La chiesa di Notre-Dame-en-Vaux è nota a partire dal sec. 9°; agli inizi del sec. 12° ricopriva al tempo stesso il ruolo di collegiata e di parrocchiale ed era anche centro di pellegrinaggio dei devoti alla Vergine. L'edificio che attualmente si conserva fu iniziato intorno al 1150 e portato a termine ca. nel 1220. Si tratta di una grande costruzione gotica con tribune e triforio; sul deambulatorio si aprono cinque cappelle semicircolari o rettangolari. La facciata occidentale è dominata da due torri sormontate da cuspidi (fine sec. 13°) con copertura in piombo; altre due torri si affiancano al transetto. Il braccio meridionale (ca. 1150) è riccamente decorato da sculture; il suo portale, che presentava un timpano scolpito e statue-colonna (ca. 1170), venne purtroppo mutilato nel corso della Rivoluzione francese.Le navate laterali del corpo longitudinale presentano, nelle grandi finestre in stile gotico flamboyant, una bella serie di vetrate, una delle quali firmata da Mathieu Bléville.Intorno al 1170-1180 i canonici della collegiata fecero costruire sul fianco settentrionale della chiesa un magnifico chiostro, distrutto nel sec. 18°, le cui sculture sono esposte nel Cloître de l'Eglise Notre-Dame-en-Vaux. Pressoché tutti i sostegni del chiostro erano costituiti da statue-colonna (ne sono state ritrovate oltre cinquanta), coronate da capitelli, molti dei quali istoriati; questo complesso di notevole qualità rappresenta un punto di riferimento essenziale nella formazione della scultura gotica.Delle altre tre importanti chiese medievali risparmiate dalle demolizioni rivoluzionarie, Saint-Alpin presenta un corpo longitudinale gotico influenzato da quello di Notre-Dame-en-Vaux; il coro a deambulatorio senza cappelle radiali fu ricostruito con caratteri flamboyants agli inizi del sec. 16° - poco dopo vennero aggiunte alcune cappelle lungo la navata meridionale - e conserva un bel complesso di vetrate di stile flamboyant e rinascimentale. Il corpo longitudinale della chiesa di Saint-Jean è romanico (fine sec. 11°) e presenta una copertura a botte spezzata in legno; il coro è gotico (inizi sec. 13°) e il transetto in stile flamboyant. La parrocchiale di Saint-Loup, infine, fu fondata nel 1246; la chiesa attuale, del principio del sec. 14°, fu costruita in diverse fasi fino agli inizi del 16° secolo. L'abside e il transetto sono concepiti come nelle chiese parrocchiali urbane del sec. 14°: manca il deambulatorio, ma finestre molto grandi traforano completamente le pareti tra i sostegni delle volte.Tutte le chiese di C. conservano lastre sepolcrali, molte delle quali con raffigurazioni di defunti, databili dagli inizi del sec. 13° alla fine del Medioevo.La città, oltre l'impianto urbanistico medievale, conserva anche alcune case di quell'epoca: gli edifici più rappresentativi sono l'antico visdominato (od. Mus. Garinet), in muratura a corsi alterni di pietra e mattoni, e la casa Clémangis, in assito ligneo.
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