CESAREA di Palestina (o marittima; lat. Caesarea ad mare, Sebaste; ora rovine di Qaiṣariyyah a sud di Caiffa)
Città della Palestina, costruita su modello ellenico da Erode il Grande; il quale, al posto o nelle immediate vicinanze di un fortilizio o di una borgata detta Torre di Stratone, la eresse tra il 25 e il 12 a. C., facendone uno dei porti più sicuri del Mediterraneo orientale: la chiamò Cesarea in onore di Cesare Ottaviano Augusto. Sin dai primi anni acquistò grande importanza, sia per la magnificenza dei suoi monumenti, sia per l'attività commerciale del suo porto, che divenne il principale emporio della Siria meridionale, tanto che, trasformata, nel 6 d. C., la Giudea in provincia romana, fu scelta a sede del procuratore imperiale. Da Cesarea, nel 66 d.C., partì la scintilla che doveva portare alla rivolta dei Giudei contro il dominio romano e quindi all'espugnazione e alla distruzione di Gerusalemme. In quell'anno, infatti, si ebbe una feroce persecuzione degli abitanti Elleni della città contro gli Ebrei, persecuzione alla quale gli Ebrei risposero con la caccia e la strage degli stranieri in Gerusalemme. Vespasiano e Tito accordarono a Cesarea le franchigie di colonia romana. Quando la provincia fu divisa in tre parti, Cesarea fu capoluogo della Palestina I.
Sotto l'aspetto religioso Cesarea ebbe particolare importanza all'epoca della prima diffusione del cristianesimo e dell'organizzazione della chiesa primitiva. Negli Atti è citata come domicilio del diacono Filippo (VIII, 40; XXI, 8) c come residenza del centurione Cornelio (XXI, I e segg.), di re Agrippa I (XIX-XII c ss.), dei procuratori romani Felice e Sesto, i quali dopo d'avervi tenuto prigione l'apostolo Paolo per ben due anni, l'inviarono a Roma, a Cesare, al cui tribunale egli si era appellato. Più tardi Cesarea divenne metropoli ecclesiastica della Palestina Prima, ed esercitò fino all'erezione del Patriarcato di Gerusalemme una specie di primato su tutta la regione.
Vanno ricordati i martiri che vi patirono il martirio sotto Domiziano: Origene venne a cercarvi rifugio presso Panfilo, fondatore di una celebre scuola di teologia e di una biblioteca ricca di ben 30.000 volumi. Eusebio, il celebre storico della chiesa, fu vescovo di Cesarea. Fu occupata dai Persiani (614) e pochi anni dopo (634) dagli Arabi e da allora cominciò a decadere politicamente, come ecclesiasticamente era decaduta in seguito all'erezione del patriarcato gerosolimitano. Tuttavia quando Baldovino I, re crociato di Gerusalemme, con l'aiuto delle flotte pisana e genovese, nel 1101, se ne impadronì, vi trovò molti tesori. Fra questi è da ricordare il cosiddetto Sacro catino che si conserva nel tesoro della Cattedrale di Genova e che si vuole sia il calice che Cristo adoperò nell'ultima cena. Cesarea appartenne ai Crociati fino al 1265, quando cadde sotto i sultani d'Egitto e quindi sotto il dominio dei Turchi. Sconvolta dai terremoti, ridotta a un cumulo di rovine, finì con l'essere ricettacolo di poche famiglie bosniache musulmane e greco-ortodosse che vi si rifugiarono e stabilirono nel 1884. Ora è ridotta a una piccola città con scarsa popolazione, in gran parte araba, e con poco commercio.