SEMPIO, Cesare
– Nacque a Genova il 18 agosto 1902 da Giovanni, avvocato, che venne a mancargli all'età di 17 anni, e da Maria Geranzani.
Conseguita la maturità classica nella sua città, si iscrisse al Regio istituto superiore agrario di Perugia e, studente fra i più dotati, si laureò in scienze agrarie con lode nel 1929. Nel 1930, presso lo stesso Istituto, fu assistente volontario e poi assistente ordinario del suo maestro, allora direttore dell’Istituto di patologia vegetale, Vincenzo Rivera (cfr. C. Sempio, In memoriam Vincenzo Rivera 1890-1967, in Phytopathologia mediterranea, 1968, vol. 7, pp. 53 s.).
Conseguita la libera docenza nel 1936, nonostante le difficoltà derivategli dalla mancata adesione al regime fascista e in seguito le incertezze del periodo postbellico, divenne titolare della cattedra di patologia vegetale nel 1946. Nello stesso anno, in seguito al trasferimento di Rivera all’Università di Roma, assunse la carica di direttore dell’Istituto di patologia vegetale e dell’annessa sezione dell’Osservatorio fitopatologico di Perugia.
Tra le sue ricerche iniziali più brillanti sono da ricordare quelle sul meccanismo d’azione dello zolfo come anticrittogamico, iniziate già per la tesi di laurea e pubblicate in diversi lavori scientifici. Uno di questi (Sulla interpretazione del meccanismo intimo di azione dello solfo come anticrittogamico, in Memorie della Reale accademia d’Italia, Classe di Scienze Fisiche Matematiche e Naturali, 1932, vol. 3, pp. 1-30), fu molto apprezzato a livello internazionale, tanto che presso l’Istituto Boyce Tompson (USA), specializzato nello studio degli anticrittogamici, venne tradotto e diffuso nei laboratori scientifici americani.
Il grande interesse per la ricerca di base lo portò a sviluppare il settore della fisiopatologia vegetale, di cui Sempio deve considerarsi un pioniere internazionale. La sua determinazione nel far crescere tale disciplina si rafforzò durante i viaggi di studio, finanziati dalla Reale Accademia d’Italia, che intraprese nel 1937 e nel 1938 in Francia, Svizzera e Germania, soggiornando presso prestigiosi laboratori di patologia vegetale, botanica, biochimica vegetale e biologia (cfr. C. Sempio, Studi di fitopatologia generale: Francia, Svizzera, maggio e giugno 1937; Germania, novembre 1938, in "Viaggi di studio” promossi dalla Fondazione Volta, VI, Roma 1941, pp. 5-13). Durante questi viaggi fu particolarmente fruttuosa la collaborazione instaurata con l’insigne citologo vegetale Jean Dufrenoy, della Stazione di patologia vegetale di Bordeaux, con cui ebbe modo di pubblicare alcuni lavori, tra i quali uno riguardante gli effetti della luce sullo sviluppo delle malattie delle piante (Etude expérimentale des effets de la lumière sur le développement d’une maladie des plantes (Cystopus candidus sur Radis), in Radiologica, 1937, 1, n. 1-3, pp. 133-135.
Assai importanti furono le ricerche che negli anni Quaranta condusse sul metabolismo delle piante suscettibili e resistenti infette da parassiti obbligati e in particolare sulle alterazioni della respirazione e della glicolisi: processi misurati mediante le tecniche manometriche di O. Warburg, apprese sotto la guida di G. Kramer, nel 1939, durante un viaggio di studio presso la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Sempio pubblicò molti lavori su tali argomenti, tra i quali Metabolic resistance to plant diseases, in Phytopathology, 1950, vol. 40, pp. 1-23; The host is starved, in Plant Pathology. An Advanced Treatise, 1959, vol. 1, The diseased plant, a cura di J.G. Horsfall - A.E. Dimond, pp. 277-312); lavori considerati pietre miliari nella storia della fisiopatologia vegetale (R. Heitefuss - P.H. Williams, Physiological Plant Pathology, in Encyclopedia of Plant Physiology. New Series, 1976, vol. 4).
Non minori energie dedicò all’insegnamento, incentrato essenzialmente sugli aspetti generali della patologia vegetale e della fisiopatologia. Nell’ottobre del 1942 iniziò ufficialmente la sua attività didattica presso la facoltà di agraria della Regia Università di Palermo con gli insegnamenti della patologia vegetale e della microbiologia agraria e tecnica, insegnamenti che non poté garantire nel successivo anno accademico per difficoltà legate alla guerra. Nel 1944-45 gli fu affidata la supplenza del corso ordinario di patologia vegetale presso la facoltà di agraria di Perugia, supplenza che tenne fino al marzo del 1946, quando gli venne affidato definitivamente l’incarico ufficiale dell’insegnamento.
Sempio fu uomo di vasti interessi e di profonda cultura umanistica, oltre che scientifica; si dilettò di musica classica, anche attraverso lo studio del violoncello, e amò particolarmente la poesia, per la quale ebbe una spiccata sensibilità.
Oltre alla sua vasta cultura, alle non comuni capacità e all’impegno che lo rese uno dei ricercatori e dei maestri più apprezzati e originali nel campo della patologia vegetale, fu uomo di assoluta integrità morale, distaccato dalla politica e alieno da qualsiasi debolezza nel perseguire l’interesse della comunità e della ricerca scientifica, alla quale seppe sacrificare anche i suoi legittimi interessi personali. Fu sempre pronto a sostenere, con fede assoluta, giovanile entusiasmo e totale rifiuto del compromesso, ogni causa ritenuta giusta. Cristiano praticante, oltre che presidente dell’Azione cattolica di Perugia, fu confratello della S. Vincenzo per tantissimi anni.
Morì a Perugia l’11 luglio 1977.
Fonti e Bibl.: V. Raggi, In memoriam Cesare Sempio, in Phytopathologia mediterranea, 1978, vol. 17, p. 79; Id., Ricordo del Prof. Cesare Sempio 1902-1977, in Annali della Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Perugia, 1979, vol. 23, pp. 7-17.