BISEO, Cesare
Figlio di Giovanni Battista, nacque a Roma il 18 maggio 1843. Indirizzato dal padre verso una pittura di gusto classicheggiante, si rivelò presto abile decoratore, dimostrando agilità di mano e vivacità descrittiva; staccatosi dagli schemi classici, aderì a un gusto realistico di tipo post-romantico di cui tuttavia rifiutò qualunque accento retorico o sentimentale, per concentrarsi su una rappresentazione oggettiva volta, più che al racconto, a rendere l'immediato carattere di personaggi, paesaggi o vicende storiche.
Malgrado le ricerche fatte, non hanno trovato conferma le notizie riguardanti l'attività del B. in Egitto: invitato dal chedivè, si sarebbe recato (1870?, 1871 ?) ad Alessandria, dove avrebbe decorato il palazzo e altri edifici pubblici e avrebbe inoltre dipinto al Cairo per il Teatro dell'Opera. Affascinato dal mondo arabo, nel 1875 accompagnò, con S. Ussi, l'amico E. De Amicis nella prima missione italiana nel Marocco, spintasi sotto la direzione di S. Scovasso da Tangeri a Fez (illustrò insieme con l'Ussi Marocco di De Amicis, Milano 1877; le illustrazioni piacquero molto e furono acquistate dall'editore Hachette per l'edizione francese; alcune vignette vennero riprodotte in L'Illustrazione italiana, 5 ag. 1877, p. 85). Nel 1877 accompagnò De Amicis a Costantinopoli e quindi ne illustrò l'opera intitolata appunto Costantinopoli (Milano 1878).
La prima esposizione alla quale ha partecipato e di cui si è trovata notizia è l'Esposizione nazionale di Belle Arti a Napoli (1877), dove fu presente con Ilpalazzo di giustizia a Tangeri (n. 528 del catalogo; vedi anche L. Chirtani,Un cortiletto del Marocco..., in L'Illustrazione italiana, 18 marzo 1877, p. 170). Nel 1883, all'Esposizione di Belle Arti di Roma, espose una grande tela con il Ricevimento della prima ambasciata italiana nel Marocco (p. 81 del catalogo; Roma, palazzo della Consulta); nel 1884, all'Esposizione generale italiana di arte contemporanea a Torino, espose due tele di soggetto africano (p. 11 del catalogo). Nel 1886 il ministero degli Esteri gli commise il Ricevimento della prima missione scioana al Quirinale: un bozzetto si conserva al Museo Africano a Roma, dove si trova anche un altro bozzetto relativo alla tela definitiva; il soggetto infatti fu trasformato (1887), nell'emozione per l'avvenimento, nella Battaglia di Dogali (Palermo, palazzo dei Normanni). Nel 1887 il B. espose a Venezia una serie di vivaci acquerelli,Ricordi del Cairo.
Nel Deserto, acquistato dal ministero della Pubblica Istruzione nel 1890, è ora conservato nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, dove sono anche un'incisione a bulino (Studio di leoni) e ventisei tavolette a olio con Impressioni del Cairo acquistate nel 1907. Nel Museo dell'Africa, oltre alle opere citate, si trovano un S. Giorgio che uccide il drago (inv. 4043), tre pastelli e oltre venti disegni di soggetto africano.
Il B. prendeva viva parte alla vita artistica romana (De Angelis, 1954): membro della Società "In arte libertas", fu tra i fondatori (24 maggio 1904) dei "XXV della Campagna romana", fatto questo che permette di non limitare la sua attitività esclusivamente a quella di pittore "africanista", per la quale è soprattutto noto.
Morì a Roma il 23 genn. 1909.
Notevole disegnatore, si dedicò anche all'acquaforte; secondo l'Ojetti (L'Arte all'esposiz. di Milano, Milano 1906, p. 84), alla fine del secolo fece parte della Commissione d'inchiesta ministeriale che, dovendo giudicare l'indirizzo artistico della Calcografia nazionale, ne consigliò la riforma. Nella Calcografia nazionale a Roma sono conservati tre rami di vedute di rovine e di scavi, che rivelano uno studio meditato e rielaborato del Piranesi, oltre a studi di leoni e scimmie e della battaglia di Dogali. L'acquaforte intitolata Rovine del Palatino fu esposta a Roma nel 1895; un disegno a tempera, sempre ispirato al Palatino, e l'acquaforte di Dogali furono esposti alla VI Biennale di Venezia (1905: p. 136 del catalogo).
Bibl.: Oltre alla bibliografia in U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 58 e, in L. Servolini,Diz. ill. degli incisori ital..., Milano 1955, p. 94 e ai cataloghi citati nel corso della voce, si vedano: C. Montani, C. B., in IlMessaggero, 29 marzo 1924 (in occasione di una retrospettiva al palazzo Pamphili a piazza Navona); U. Giglio,Mostra retrospettiva di C. B. al Museo coloniale, in Riv. delle colonie italiane, III (1929), n. 1, pp. 624-626; A. De Angelis,Roma fine '800 vista da C. B., in Strenna dei Romanisti, Roma 1954, pp. 193-196.