BONAFINI, Caterina
Nacque a Lendinara (Rovigo) nel 1751 da Lorenzo e da Elena Mari. Studiò musica e canto forse a Dresda. Il suo precoce debutto come soprano avvenne al teatro S. Moisè di Venezia nell'autunno 1765, interprete delle parti secondarie di Dorina nel Ratto della sposa di P. A. Guglielmi e di Lisetta nel Ciarlone di G. Avos; nello stesso teatro cantò anche nel carnevale 1766 Le nozze disturbate di G. Paisiello e Lo spirito di contraddizione di P. A. Guglielini. Dal 1768 al 1771 la B. fu attiva a Stoccarda, scritturata al teatro di corte; ritornata in Italia, nel 1773 cantò dapprima a Padova, poi a Firenze, dove nell'autunno le sue interpretazioni al teatro del Cocomero del Telemaco di V. Meucci e del Demofoonte di P. Anfossi vennero assai apprezzate da A. Goudar.
Alla fine dello stesso anno il successo le arrise anche al teatro di corte di Modena, quale protagonista nella prima esecuzione dell'Alessandro nelle Indie di Paisiello (26 dicembre). e nella replica del Demofoonte dell'Anfossi (1774). A Modena conobbe il ballerino G. Canziani, che poi sposò, essendo già vedova di un ufficiale prussiano. Dopo aver cantato nel carnevale 1775 al Teatro Regio di Torino nella "prima" della Merope del Guglielmi, fu a Venezia per la fiera dell'Ascensione, interprete al teatro S. Moisè della parte di Didone nella Didone abbandonata dell'Anfossi, parte che ripeté con straordinario successo a Varsavia durante il viaggio verso Pietroburgo, dove era stata scritturata come "prima cantante di corte". Giunta a Pietroburgo, interpretò i ruoli principali di tutte le opere italiane rappresentate, circondata dall'ammirazione dei cortigiani e dell'alta società, assai amata dall'imperatrice Caterina II.
Negli anni successivi continuò a trionfare nelle opere di Paisiello, sempre godendo del favore di Caterina II, ma malvista da V. I. Bibikof, direttore dei teatri imperiali. Il 10 dic. 1781 la B. informò l'imperatrice che le era stato tolto il ruolo di prima cantante; non essendo stata accolta la sua lagnanza, agli inizi del 1782 si dimise, adducendo motivi di salute.
Rientrata in patria e lasciato il teatro sul finire del 1785 la B. si trovava a Modena, ottenendone l'11 novembre la cittadinanza, registrata nel Libro dei Privilegi (Valdrighi). A Modena fu più volte visitata da J. F. Reichardt e dal conte G. Gorani, che la chiamò l'"Aspasia di Modena" e "Ninon de l'Enclos" per il suo fascino e per la capacità di attrarre la migliore società del luogo. Morì il 16 nov. 1826 a Modena.
L'arte della B. - che ebbe voce scarsa, ma fu piena di gusto - più che in Italia brillò nei teatri stranieri. Interprete intelligente e valorosa specialmente dei melodrammi del Salieri (L'Europa riconosciuta), del Paisiello (La Frascatana) e di D. Cimarosa (Circe), fu additata dai direttori d'Orchestra Roscio Luca, De Bayllou e Rolla come modello tra le prime donne dell'epoca.
Bibl.: [A. Goudarj, Supplement au Supplement sur les Remarques de la Musique et de la Danse ou Lettres de Mr. G... a Milord Pembroke, [s. l., ma forse Firenze] 1774, pp. 38 s., 70 ss.; G. Gorani, Mémoires secrets et critiques des Cours..., Paris 1793, III, pp. 259-262; F. Giarelli, L'Aspasia di Modena, in Scena illustrata, 1º sett. 1893, p. 265; L. F. Valdrighi, C. B..., in Atti e Mem. della R. Deputaz. di storia patria per le prov. mod., s. 4, VIII, Modena 1897, pp. 90-95, 111; A. Cappellini, Lendinara. Memorie paesane, Genova 1938, pp. 64 s.; R. A. Mooser, Annales de la musique et des musiciens en Russie au XVIII siècle, II, Genève 1951, pp. 137 ss.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des music., II, Paris 1861, pp. 12 s.; Enciclopedia dello Spettacolo, II, coll. 757 s.