CASIMIRI, Casimiro Raffaele
Nacque da Margherita Angeletti e da Augusto a Gualdo Tadino (Perugia) il 3 novembre del 1880. Compì i suoi studi classici nel seminario di Nocera Umbra, dove un suo zio era professore di lettere, e qui affrontò anche i primi studi musicali, per i quali era particolarmente portato.
A soli quindici anni il C. decise di inviare al maestro Luigi Bottazzo un saggio di, composizione sacra, per averne un giudizio. Il Bottazzo, che con C. Respighi, A. M. Amelli, A. De Santi e L. Perosi era allora tra i più autorevoli rappresentanti del movimento ceciliano per il rinnovamento della musica liturgica, si espresse in termini molto lusinghieri circa le sue attitudini nella composizione sacra e lo volle come allievo, tenendolo presso di sé a Padova sino al 1899. Compiuti gli studi di armonia, contrappunto, fuga e composizione, a diciotto anni il C. andò a Roma per perfezionarsi col De Santi e l'Amelli e con il liturgista C. Respighi. Dal 1899 al 1900 fu nuovamente a Nocera Umbra, ma lasciò la città a causa dell'atteggiamento polemico del vescovo R. Anselmini nei confronti della sua musica, e dal 1900 al 1902 fu a Roma quale insegnante di canto sacro nel Pontificio seminario vaticano e collaboratore del periodico Rassegna gregoriana, della cui direzione fu chiamato ad occuparsi col De Santi e C. Respighi. A Roma, inoltre, conseguì i diplomi di organo e composizione presso l'Accademia di S. Cecilia.
Ordinato sacerdote nel 1903 a Nocera Umbra, fu in quello stesso anno maestro di cappella a Calvi, poi a Teano e, nel 1904, a Capua. Nel 1905 fu chiamato a Perugia come insegnante di musica nel seminario locale e direttore della cappella della basilica metropolitana. Gli anni perugini (1905-1909) furono di decisiva importanza per il suo futuro: qui egli si fece conoscere come docente, organista, direttore di coro, promotore di iniziative culturali - fu lui infatti ad organizzare ilprimo congresso regionale di musica sa 1 cra - e fondatore del periodico Psalterium (1907), destinato ad avere un peso notevole nell'ambito della ricerca e dello studio della antica tradizione musicale sacra. La vita del periodico fu interrotta nel 1918.
Nel 1909 il C. da Perugia si trasferì a Vercelli per volere di Pio X, che lo aveva conosciuto negli anni del soggiorno padovano e che era stato sempre un sostenitore sincero del movimerco ceciliano; qui fondò la cappella musicale Eusebiana, alla quale fece eseguire il repertorio polifonico classico, portandola a una notorietà e a un livello di eccellenza artistica tale da non temere confronti.
Per le sue alte qualità di studioso ricercatore, interprete e didatta, il capitolo lateranense nel 1911 lo chiamò a Roma, come maestro di cappella della basilica di S. Giovanni in Laterano. A Roma il C. svolse anche attività didattica presso il Seminario romano maggiore, e dal 1912 insegnò canto gregoriano e dal 1927 polifonia sacra e paleografia musicale nella Pontificia scuola superiore di musica sacra. Si dedicò instancabilmente anche a mmuziose e approfondite ricerche presso gli archivi delle basiliche, alla pubblicazione di antichi codici, alle esecuzioni - rimaste celebri - del grande repertorio polifonico classico, richiamando nella basilica lateranense un numeroso pubblico di musicisti e amatori. Col nucleo dei migliori esecutori della cappella lateranense organizzò nel 1916 i "Putti cantori". Nel 1919 un membro della St. Gregory Musical Society di New York, venuto a Roma allo scopo di concordare una tournée della cappella Sistina in America, e rimasto assai deluso per lo stato in cui essa si trovava, avendo ascoltato le esecuzioni polifoniche che si tenevanp nella basilica di S. Giovanni, si rivolse al C. per un ciclo di concerti negli Stati Uniti. Venne così fondata e organizzata la Società polifonica rom.ana, con la quale il 16 sett. 1919 il C. andò per la prima volta in America, riscuotendo entusiastici successi. In seguito, tra il 1922 eil 1925, con la stessa istituzione si presentò in molti paesi europei ed ebbe accoglienze trionfali e critiche estremamente favorevoli. Nel 1926 la Società diede concerti esclusivamente in Italia; tra il 1927 e il 1938 fu in tournées in Ungheria, America Meridionare, Francia, Svizzera, Polonia, Tunisia, e soltanto lo scoppio della seconda guerra mondiale poté rallentame l'attività all'estero.
Sin dal 1924 il C. aveva fondato e diretto la rivista Note di archivio per la storia della musica, sulla quale pubblicò gran parte degli appunti che costituivano il frutto delle sue pazienti ricerche nei fondi documentari di basiliche e cattedrali. e - spesso in puntate successive - studi di fondamentale importanza, tra cui si ricordano quelli dedicati a Palestrina, Ingegneri, Victoria, Lasso e agli Anerio. A lui si deve la realizzazione, dal 1939, della collana di monografle umbre Tadinum. A partire dal 1924 svolse anche una intensa importante attività di editore musicale: pubblicò tra l'altro (Roma 1924-34) Anthologia Polyphonica Auctorum Saeculi XVI, in due volumi. dedicata agli istituti di musica sacra e agli allievi dei seminari, e comprendente una abbondante produzione musicale italiana e straniera; la serie Societatis Polyphonicae Romanae Repertorium (Roma 1921-34), in sei volumi; iniziò nel 1929 la serie Monumenta Poliphoniae Italicae, in due volumi, in collaborazione con E. Dagnino; e nel 1938 l'edizione dell'Opera omnia di Palestrina, progettata in trenta volumi, che lasciò, morendo, al diciottesimo.
Il C. fu chiamato a far parte del Comitato dei cinque dell'Istituto italiano per la storia della musica, fondato nel 1938, e nel 1939 fu nominato canonico dell'arcibasilica di S. Giovanni in Laterano. Per i suoi meriti di musicista, studioso e didatta fu fatto commendatore della Corona dal governo italiano. Fu membro della Accademia di S. Cecilia e accademico dell'Arcadia, vicepresidente della Associazione italiana di S. Cecilia. Negli ultimi anni della sua vita gli furono conferiti numerosi riconoscimenti e titoli accademici in Italia e all'estero.
Morì a Roma il 15 aprile 1943.
Tra le composizioni stampate, si ricordadano: Sacri Concentus, per una o più voci e organo, 9 voll., Roma s.d.; 2 Missae pro Defunctis, a tre voci dispari e organo, Torino s.d.; Responsoria chori ad cantwn Passionis D.N.I.Ch., a due voci pari, ibid. 1903; Canzoncine per la SS. Comunione, a una voce di fanciullo con accompagnamento d'organo o d'armonio, ibid. 1904; Harmonium comitans (facillimum tribus Partibus tantum), ibid. 1905; Missa in Festis Duplicibus, sola voce a canto fermo, ibid. 1913; Meditazione iemale, coro a 4 voci dispari su parole di A. Alberti, ibid. 1915; Rane e grilli, coro-scherzo a 4 voci dispari, ibid. 1915; 33 Canzoncine popolari in onore della B.V.M., per coro di una voce media con accompagnamento d'organo e d'armonio (oppure a 4, 3 o 2 voci, per le "Scholae cantorum"), Roma 1924.
Tra i numerosi lavori storico-critici: G. Pierluigi da Palestrina, nuovi documenti biografici, Roma 1918; Il Codice 59 dell'Archichivio musicale lateranense (autografo del Palestrina), ibid. 1919; Orlando di Lasso, maestro di cappella al Laterano nel 1553, ibid. 1920; Mauricio, Felice e G. F. Anerio, Torino 1920; E. Bernabei. maestro della cappella musicale lateranense, Roma 1920; Un codice liturgico gualdese, Perugia 1921; Firmin le Bel de Noyen, maitre à Rome de Giov. Pierluigi de Palestrina, Roma 1922.
Tra i numerosi lavori pubblicati in Note d'archivio si ricordano: L'antica Congregazione di S. Cecilia tra i musici di Roma nel sec. XVII, I (1924); I XXVII Responsori di M. A. Ingegneri attribuiti a Giov. Pierluigi da Palestrina, III (1926); Robino di Piccardia maestro di cappella al duomo di Vicenza, ibid.; R. Micheli (1575-1659?) e la Cappella Sistina del suo tempo, ibid.; S. Raval, musicista spagnolo del sec. XVI, VIII (1931); La Missa "Cantantibus Organis Caecilia..." a 12 voci di Giov. Pierluigi da Palestrina e dei suoi scolari..., ibid.; G. Frescobaldi, autore di opere corali sconosciute, a otto voci, X (1933); Il Kyrie della Messa. L'homme armé di Giov. Pierluigi da Palestrina e una trascrizione errata, ibid.; Simone Verovio da Hertogenbosch, ibid.; M. Robledo, maestro a Saragozza: Juan Novarro, maestro ad Avila nel 1574, XI (1934); Il Victoria. Nuovi documenti, ibid.; Disciplina musicale e maestri di cappella dopo il concilio di Trento nei maggiori Istituti ecclesiastici di Roma [secc. XVI-XVII], XII (1935); Musica e musicisti a Benevento sulla fine del sec. XVI, XIII (1936); P. Bellasio musicista veronese (1554-1594). XIV (1937); Disciplina musicae e maestri di cappella nel Seminario Romano... [secc. XVI-XVII]XV (1938); Enrico Sagittario (Heinrich Schütz) alla scuola di G. Gabrieli, ibid.; Il cod. Vat. 5318, XVI (1939); Musica e musicisti alla cattedrale di Padova, XVIII (1941); I Diari Sistini, pubbl. annualmente tra il 1924 e 1940. Tra le composizioni mss. (Bibl. Ap. Vat.): gli oratori di S. Pancrazio; S. Tarcisio;9salmi interamente musicati, con organo, e 36salmi in falsobordone, con organo; 20 inni Con organo, graduali, offertori, responsori, mottetti, antifone, un Popule meus a cinque voci dispari a cappella, varie composizioni vocali sacre e alcune profane. Resta inoltre un gran numero di note ed appunti costituenti il materiale per articoli e lavori monografici rimasti incompiuti.
La figura e l'opera del C. ebbero una importanza di primo piano nel nuovo fervore di studi relativo alla musica sacra nel primo quarto del secolo. Come ha opportunamente osservato E. Dagnino, la grande versatilità di questo musicista, che fu compositore, maestro di cappella, direttore di coro, studioso, ricercatore, editore, didatta, fu "disciplinata da un metodo severo, mossa da una direttiva unitaria".. la quale si può ravvisare nell'ideale ceciliano complutamente espresso nell'enciclica Motu proprio di Pio X del 22 nov. 1901, mirante a recuperare l'antico patrimonio musicale sacro gregoriano e polifonico, e a imprimere nuova vita alla produzione musicale liturgica contemporanea, purificandola da ogni elemento indebitamente assorbito dalla tradizione profana ed elevandone lo stile a piena dignità d'arte. Muovendosi nella consápevole accettazione di queste direttive, il C. fu soprattutto un "suscitatore di energie", un pioniere della ricerca musicologica e persino un acceso polemista pronto a battere "sul duro ostacolo della inerzia e del cattivo gusto" (Dagnino).
L'attività che più assorbì le sue energie, e alla quale si dedicò appassionatamente sin da quando si ritrovò ad assolvere alla funzione di maestro di una "Schola Cantorum" a Padova nel 1899, fu quella di direttore di coro, in funzione della quale approfondì continuamente lo studio della polifonia classica e - come autodidatta - quello della paleografia musicale. Così come i benedettini di Solesmes impiegavano ricerche serie ed approfondite al fine di ricostruire una corretta esecuzione del patrimonio musicale gregoriano, analogamente il C. si prefiggeva come scopo primario di richiamare in vita nella pratica esecutiva la grande polifonia sacra, in particolare quella italiana del sec. XVI. Profondamente interessato a capire e svelare il sistema metronomico degli antichi polifonisti, arrivò a formulare la teoria del tactus come equivalente ritmico regolare del polso umano; si oppose sempre a un tipo di esecuzione polifonica freddo e ieratico, imponendo il suo gusto per l'espressione viva e drammatica, a volte eccessivamente ricca di effetti dinamici. Intrattenne fruttuosi rapporti di studio con i cultori della grande polifonia spagnola del 1500, tra cui L. Millet, V. M. de Gibert, F. Pujol, P. Otano. e Ph. Pedrell, e chiamò a collaborare alle riviste da lui dirette studiosi celebri e giovani musicologi italiani e stranieri. Curò importanti edizioni di polifonia classica, di alto livello culturale ma accessibili all'esecutore di coro come allo studioso specializzato, intenzionalmente dedicandole alle "Scholae Cantorum", agli Istituti di musica sacra, ai seminari.
Nella formazione del suo stile di compositore ebbe peso determinante la conoscenza della polifonia classica più che lo studio regolare della composizione, nel cui ambito non ebbe la possibilità di compiere perfezionamenti dopo aver conseguito il diploma. La parte più significativa della sua produzioner sacra è riunita nei 9 volumi dei Sacri Concentus, ma molti suoi lavori interessanti sono tuttora inediti.
Quando Pio X istituì la Scuola superiore di musica sacra (oggi Pontificio istituto) e il C. fu chiamato a insegnarvi, la sua attività didattica fu di fondamentale importanza nel quadro della rinascita musicale sacra che si attuava in quegli anni. Dotato di indubbio talento nello scoprire e valorizzare le particolari attitudini musicali dei diversi allievi, formò nuove leve di giovani musicisti, istruiti nello spirito degli ideali ceciliani e resi edotti in molte discipline affini o complementari alla composizione sacra, fornendoli di una vasta preparazione storico-culturale.
Fonti e Bibl.: Necr., in Riv. mus. ital., XLVII (1943), pp. 254-57; in Boll. cecil., XXXVIII (1943), pp. 57-63; Annuario del Pontificio Istit. di musica sacra, 1940-1941, p. 38; E. Dagnino, R. C., in Rass. musicale, XV (1945), pp. 113-16; H. Anglès, Commem. d. M° mons. R. C., in Boll. degli amici del Pont. Ist. di musica sacra, V (1953), 3, pp. 3-8; E. Biscontini, R. C., Gualdo Tadino 1974; H. Anglès, C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, II, Kassel 1952, coll. 887 ss.; Enc. della musica Ricordi, I, pp. 426 s.; La Musica, Diz., I, pp. 363 s.