CASACCE
Si chiamavano con questo nome a Genova delle confraternite di flagellanti, più tardi trasformate in sodalizî processionanti. La devozione dei disciplinanti o flagellanti (v. confraternita) che uniti giravano da un paese all'altro, battendosi e cantando inni, cominciata a Perugia intorno al 1260, si diffuse rapidamente e a Genova diede origine a sodalizî che esercitavano la stessa penitenza in comune negli oratorî: vicino a questi erano casupole diroccate in cui i confratelli si spogliavano e rivestivano, e perciò anche i sodalizî si dissero casacce.
Sulla fine del sec. XVI o al principio del XVII i costumi erano già degenerati, poiché contro gli abusi si hanno costituzioni arcivescovili e leggi suntuarie e si eleggono i cinque savî sulle casacce: al principio del sec. XVII la processione delle casacce non è più che una pompa senza penitenza, trasferita dal Venerdì santo al 3 maggio, festa dell'invenzione della Croce.
Anche in altre città di Liguria e in più villaggi di Sicilia processioni con statue e macchine scolpite di soggetto sacro hanno nome di casazze, e si tratta forse di cerimonie importate da Genovesi o almeno denominate da essi, per quanto le casazze siciliane abbiano un carattere peculiare più prossimo alle rappresentazioni sacre.
Bibl.: L. Parodi e A. Lattes, in Gazzetta di Genova, 31 luglio e 31 ottobre 1920. Cfr. G. Ruffini, Lorenzo Benoni, milano s. a., cap. 28; A. Luzio, La madre di Giuseppe Mazzini, Torino 1919, pp. 262, 266; A. D'Ancona, Origini del teatro italiano, Firenze 1891, I, p. 465; II, pp. 202, 222.