CARMINATI, Carlo
Nato a Capriolo (Brescia) il 23 maggio 1896 da Francesco e Giuseppa Pio, in una famiglia di umili condizioni, senza corredo di studi cominciò presto a guadagnarsi da vivere in una fabbrica tessile come operaio nel reparto filatura.
Al ritorno dal servizio militare nel 1919 il C. riuscì a mettere a frutto l'esperienza pratica accumulata nel settore cotoniero lavorando come consulente per alcune grosse imprese lombarde, per poi impiantare un suo stabilimento di filatura a Pistoia che non resse dopo il 1926 alla flessione delle esportazioni determinata dalla rivalutazione della lira. Ebbe il coraggio di ricominciare in proprio durante il periodo più critico della crisi economica, riattivando nel 1932, sotto la nuova ragione di Società anonima industria filati di Gallarate, una vecchia azienda già appartenuta al senatore Maino. Grazie all'utilizzazione tempestiva e su larga scala del fiocco di cellulosa nella produzione di filati, il C. riuscì in periodo autarchico ad ampliare le dimensioni della sua impresa, che nel 1938 aveva oltre un migliaio di dipendenti, e ad assumere la gestione di altri due opifici, il Cotonificio Gallaratese e il Cotonificio Carminati.
Risalgono a quegli anni anche le prime iniziative assistenziali e dopolavoristiche del C., secondo i moduli tipici di un certo paternalismo corporativo e aziendale sorretti dall'ambizione e dalla mentalità propria di un uomo che si era fatto da sé, a suo modo attento e sollecito verso le condizioni dei propri dipendenti: dall'istituzione di una scuola festiva per giovani da avviare a varie specializzazioni nel settore tessile, di un circolo aziendale per lavoratori e di un nido d'infanzia, alla promozione di una cooperativa di consumo, di colonie estive e invernali, alla corresponsione di un assegno integrativo per gli operai collocati in pensione, alla realizzazione di un villaggio satellite e di un'azienda agricola per l'approvvigionamento di derrate di prima necessità.
Cavaliere del lavoro dall'aprile 1940, superò senza apparenti difficoltà i problemi della riconversione postbellica per estendere quindi la sua attività ai primi segni di ripresa economica. Con la fondazione nel dicembre 1951 del Cotonificio di Redona, con un capitale di 100 milioni, e con l'assunzione due anni dopo dell'incarico di consigliere delegato della Manifattura di Rivoli e della Manifattura Rondo, il C. entrò infine a far parte della più ristretta cerchia dei principali esponenti dell'industria cotoniera lombarda. L'aumento di capitale a 967 milioni di lire del Cotonificio di Redona, che si era ottenuto il 26 febbraio 1965 mediante l'assorbimento della Manifattura di Marano, della Manifattura del Po, della Manifattura Carminati e del Cotonificio di Lonate, e la successiva incorporazione del Cotonificio Carminati sotto la nuova ragione sociale complessiva di Carminati industrie tessili (per un capitale elevato in giugno a 2.447 milioni) coronarono la sua lunga attività, a pochi mesi dalla morte, avvenuta a Milano il 30 ag. 1965.
Bibl.: Necrol., in Corriere della Sera, 1º sett. 1965, p. 9; Chi è? Diz. degli Ital. d'oggi, Roma 1940, p. 194; Panorama biogr. degli Ital. d'oggi, Roma 1956, I, p. 308; Repert. delle società italiane per azioni, Milano 1973, p. 625.