CAMPIONI, Carlo Antonio
Nacque a Lunéville, in Lorena, da Jacques Campion, "chef de la Bouche" del duca di Lorena, e da Charlotte Bruget, il 16 nov. 1720. Nella città natale il C. rimase circa diciassette anni, ed è probabile che la sua venuta in Italia coincida o segua di poco l'assunzione di Francesco Stefano di Lorena al trono granducale di Toscana, che avvenne dopo l'estinzione della dinastia medicea Fabbri-Settesoldi). Almeno dal 1752 fino al 1762 il C. fu maestro di cappella nella cattedrale di Livorno. Analoga carica ricoprì presso la corte granducale di Firenze (a partire dal 14 febbr. 1763), nella cattedrale di S. Maria del Fiore e nell'oratorio di S. Giovanni Battista. Alla corte granducale il C. rimase fino al termine della sua vita. Probabilmente soggiornò a Parigi nel 1762. In età piuttosto avanzata si unì in matrimonio con Margherita Perloz "Brunet" fiorentina di nascita ma di origine francese: il matrimonio fa celebrato il 9 nov. 1766 nella chiesa di S. Pier Maggiore. Dal matrimonio con la Perloz il C. ebbe sei figli, di cui quattro però morirono in tenera età. Nel 1770 il C. incontrò a Firenze Mozart, allora quattordicenne, col quale suonò, insieme anche con Nardini. Nello stesso anno ricevette la visita di Charles Burney, che andava raccogliendo in Italia materiale per il suo volume The present state of music in France and Italy. Il C. mostrò allo studioso inglese molte composizioni sacre; dal canto suo il Burney gli parlò della popolarità della quale godeva in Inghilterra la sua musica da camera. A proposito di questa visita, il Burney scrisse nel volume su citato: "Andavo spesso presso il professor Campioni, i trii del quale sono stati così bene accolti in Inghilterra. Sua moglie, che dipinge molto bene, è essa pure una distinta artista sull'arpa. Il C. ha una grande collezione, che io non conoscevo, di musica antica, particolarmente di madrigali del 16º e 17º secolo, esclusi quelli del P. Martini. Egli stesso ha scritto molto per la Chiesa, dopo che ha fissato la sua dimora a Firenze. Egli ha mostrato la partitura d'un Te Deum che ha musicato per la nascita della sorella maggiore del granduca che è pieno di curiosi canoni e di idee molto ingegnose. Occorreva per eseguirlo una massa di duecento musicisti, tra voci e strumenti" (cit. dal Bonaventura). La abilità e la passione del C. nel raccogliere rari pezzi di musica ed importanti opere teoriche ci è testimoniata anche dai rapporti epistolari che egli intrattenne con padre Martini, il cui carteggio manoscritto è conservato presso la Biblioteca del liceo musicale di Bologna. In esso sono conservate molte lettere del C.; si tratta, nella maggior parte dei casi, di richieste fatte a padre Martini per avere composizioni o trattati teorici, alcuni dei quali veramente preziosi e rari, quali ad esempio il Dialogo della musica antica e moderna di Vincenzo Galilei, il Toscanello in musica di Pietro Aaron, il trattato sulle Imperfezioni della musica moderna e quello sull'Arte del contrappunto dell'Artusi (Bonaventura). A sua volta padre Martini si rivolgeva al C. per avere informazioni e ragguagli sulla di lui biblioteca. Dal 1770 fino alla morte, abbiamo notizie assai scarse sull'attività del C., svolta, come si è detto, esclusivamente al servizio della corte granducale.
Il C. morì a Firenze il 12 aprile dell'anno 1788.
Compositore assai rappresentativo del preclassicismo settecentesco italiano, il C. fu assai famoso anche all'estero, dove molti suoi lavori furono pubblicati. Considerato uno degli eredi diretti della scuola di Tartini, e soprattutto di Nardini e di Pugnani, influì probabilmente a sua volta sul Rutini; le sue sonate per clavicembalo, che non furono ignorate da Mozart, si rivelano particolarmente interessanti per l'elegante scrittura caratterizzata da elaborate figurazioni arpeggiate, lunghi trilli su bassi albertini e altri procedimenti tecnici che, come osserva il Torrefranca, sembrano ormai aderire alle risorse armoniche del cembalo "col piano e col forte". Grande virtuoso del clavicembalo, come attestano le sonate del 1763 scritte per questo strumento, venne definito dal Torrefranca come "il più pianista di tutti i cembalisti del suo tempo": Tuttavia anche la sua scrittura violinistica si rivela altrettanto originale e ricca d'innovazioni tecniche, tanto che non a torto potrebbe essere definito il "Paganini-Liszt" del suo tempo (Newman), soprattutto per certi procedimenti tecnico-stilistici affidati allo strumento solista, la cui originalità acquista toni particolarmente audaci, che solo la padronanza assoluta del violino avrebbe potuto rendere possibile.
Delle numerose composizioni strumentali del C. pubblicate a Londra e apparse in successive edizioni ad Amsterdam e Parigi, si ricordano in particolare: sei libri di sonate a tre dal seguente titolo Six sonatas for two violins with a thorough bass for the harpsichord or violoncello (London: opp. 1 e 2, 1758 circa; opp. 3-6, dopo il 1760); Divertimento da camera. Six duets for a violin & violoncello, or harpsichord, op. 7 (ibid. 1770 circa); Six sonatas or duets for two violins, op. 8 (ibid., s.d.), parzialmente ripubblicate in Six favorite Solos for a violin with a Bass for the Violoncello and Harpsichord Compos'd by Sig.r Campioni and Sig.r Chabran (ibid., s.d.); Six Sonatas for the Harpsichord (ibid. 1763); Six duos pour un violon et un violoncel, op. 9 (Paris, tra il 1775 e il 1777). Inoltre il componimento drammatico Venere placata (libretto di M. Coltellini, Firenze, 5 ott. 1760, per le nozze dell'arciduca Giuseppe con Isabella di Borbone-Parma); la cantata T'amo bell'idol mio (ora nella Bibl. del liceo L. Cherubini di Firenze, ms. D 976) e varia musica religiosa, tra cui Salve Regina a voce sola di soprano, con gl'istrumenti, op. 8 (b) (Parigi prima del 1763), Offertorio, per Messa di Requiem per le esequie di Francesco I, imperatore e gran duca di Toscana... (1766, Vienna, Oesterreichische Nationalbibliothek, ms. 15798); Messa solenne di Requiem per l'esequie di Sua Maestà l'imperatrice regina Maria Teresa d'Austria (7 febbr. 1781. Ibid., ms. 16449); Responsori per la settimana santa (s. d., Ibid., ms. 15927); e ancora Messe a 4 voci (1780). Offertori, Benedictus, Christus e Miserere (in manoscritto nella Biblioteca del conservatorio di Firenze, insieme con un Trattato teorico e pratico dell'accompagnamento del cimbalo con l'arte di trasportare in tutti i toni e sopra tutti gli Strumenti, ms. autogr. B. 2422). Un altro ms. autografo di un Concerto per oboe si trova nella Biblioteca H. Prunières di Parigi.
Fonti e Bibl.: M. Brenet, La librairie musicale en France de 1653 à 1790, in Sammelbände der Internat. Musikgesellschaft, VIII (1906-1907), p. 452; R. Gandolfi, La capp. musicale della corte di Toscana 1539-1859, in Riv. musicale italiana, XVI (1909), p. 520; A. Moser, Gesch. des Violin-spiels, Berlin 1923, p. 413; A. Bonaventura, Musicisti livornesi, Livorno 1930, pp. 2-4, 37; F. Torrefranca, Le origini ital. del romanticismo musicale. I primitivi della sonata moderna, Torino 1930, ad Indicem, p. 761; C. Floros, C. A. C. als Instrumentalkomponist, Diss., Univ. di Vienna, 1955; Id., C. A. C., in Riv. di Livorno. V (1955), pp. 134-150; L'opera strumentale, IX (1959) pp. 27-39; Dr. Burney's Musical Tours in Europe. I, France and Italy, 1771 and 1773, a cura di P. A. Scholes, London 1959, pp. 187, 190; W. S. Newman, The Sonata in the Classic Era, Chapel Hill 1963, pp. 81, 231, 233 ss., 254, 300, 804; M. Fabbri-E. Settesoldi, Precisazioni biogr. sul musicista pseudolivornese C. A. C., in Rivista italiana di musicologia, III (1968), pp. 180-188; F. J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, II, p. 169; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 151; IV, ibid. 1905, pp. 28, 97; W. B. Squire, Catalogue of printed music... now in the British Museum, Leipzig 1912, pp. 218 s.; O.G. Th. Sonneck, Catalogue of opera librettos printed before 1800, I, Washington 1914, p. 1124; Grove's Dict. of music and musicians, II, London 1954, p. 34; R. Eitner, Quellenlex. der Musiker, II, pp. 299 s.; Riemanns Musiklexikon, I, Mainz 1959, p. 272; V. Duckles-M. Elmer, Thematic catalog of a manuscriptcoll. of Eighteenth-century Italian instrumental music in the University of California, Berkeley Music Library, Berkeley-Los Angeles 1963, pp. 72-83; S. Pintacuda, Genova. Biblioteca dell'Ist. musicale N. Paganini. Catal. del Fondo Antico, Milano 1966, pp. 135-38; Répertoire internat. des sources musicales. Einzeldrucke vor 1800, a cura di K. Schlager, II, Kassel 1972, pp. 33 ss.; C. Floros, C. A. C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV (1973), Supplemento, coll. 1286 s.