STAUDT, Carl Georg Christian von
Matematico, nato a Rothemburg (Baviera) il 24 gennaio 1798, morto a Erlangen il 1° giugno 1867. Frequentata l'università di Gottinga, dove ebbe a maestro il Gauss, si laureò nel 1822 a Erlangen. Insegnò al ginnasio di Würzburg e poi a quello di Norimberga. Nel 1835 fu nominato professore ordinario all'università di Erlangen, nella quale rimase fino alla morte.
Il campo della matematica dove lo St. lasciò l'impronta di gran lunga più duratura è la geometria proiettiva. Dopo avere esordito in questo campo senza un indirizzo proprio, ma seguendo quello di J.-V. Poncelet, lo St. si formò successivamente un concetto profondamente originale della geometria proiettiva, ispirato soprattutto alle seguenti vedute: separazione completa fra le proprietà grafiche delle figure e quelle metriche, e anzi costruzione della geometria proiettiva come "geometria di posizione", senza alcun ricorso a nozioni metriche; tendenza, dal punto di vista logico, a una visione rigorosa della geometria, e conseguentemente introduzione e trattazione perfettamente coerente degli enti immaginarî in geometria, con l'abbandono completo del principio di continuità di Poncelet (v. continuità). Queste vedute hanno acquistato un'importanza permanente nella geometria, sebbene didatticamente gli sviluppi della prima non siano giunti, come lo St. pensava potesse avvenire, fino a far precedere l'insegnamento della parte essenziale della geometria di posizione a quello della geometria elementare. La costruzione sistematica della geometria proiettiva secondo i suoi principî è stata esposta dallo St. nella Geometrie der Lage (Norimberga 1847; trad. ital., Geometria di posizione, a cura di M. Pieri, Torino 1889), seguita da alcune Aggiunte (Beiträge zur Geometrie der Lage, 1856, 1857, 1860). Per l'indicazione dei punti salienti dello sviluppo dato dallo St. al suo programma, rinviamo alla voce geometria (n. 19 c), aggiungendo che caratteristiche dell'opera sono la generalità e astrattezza dei concetti, in specie relativamente all'epoca in cui essa è stata concepita; la mancanza di figure, le quali appunto avrebbero potuto trovarsi in antitesi con quei caratteri; la concisione della redazione, che non va tuttavia a scapito della perspicuità dell'opera. Lo St. ha inoltre lasciato alcuni risultati minori di teoria dei numeri (in particolare sui numeri bernoulliani) e di geometria elementare, dando anche la definizione del seno di un triedro.