CAPODOGLIO. (contratto da capo di olio)
Genere tipico della famiglia Fiseteridi (lat. scient. Physeteridae Gray 1821; tedesco pottwalartige Waltiere), di Cetacei (v.) odontoceti. La pinna pettorale è relativamente corta e tozza; nel cranio vi è una cospicua cavità superiore delimitata lateralmente da creste mascellari longitudinali e posteriormente da un'alta cresta fronto-occipitale trasversa; la mandibola è compressa lateralmente nella sua porzione distale e ha una sinfisi assai lunga. Denti funzionanti, in numero variabile, esistono generalmente solo nella mandibola. Le vertebre cervicali sono generalmente anchilosate in buon numero fra loro; le cartilagini costali non sono ossificate; la mano è pentaidattila.
La famiglia si suddivide in 2 sottofamiglie, che prendono il nome dai generi Zifio e Capodoglio.
Quest'ultima (lat. scient. Physeterinae Flower 1885) comprende cetacei con grande testa, senza assottigliamento terminale del muso, o rostro esterno. La profonda cavità superiore del cranio è occupata da due ampie cisterne, comunicanti fra loro e da cui si origina un canale longitudinale con varie ampolle, che attraversa il tronco. Questo sistema di cavità, rivestito da aponevrosi e foderato di membrane secernenti, è ricolmo d'un grasso specificamente leggiero, che si solidifica all'aria, assumendo da ultimo un aspetto scaglioso, biancastro, madreperlaceo, e che, per un errore iniziale d'interpretazione sulla sua vera natura, ebbe nome di spermaceti. La sottofamiglia comprende i generi seguenti:
1. Capodoglio (Physeter L. 1758; fr. cachalot; sp. cachalote; ted. Pottwal; ingl. sperm whale). - Il maschio può raggiungere la lunghezza di 24 m., la femmina appena la metà; la testa occupa circa un terzo della lunghezza totale. L'unica specie Physeter macrocephalus L. abita tutti i mari tropicali, subtropicali e temperati, spingendosi occasionalmente anche in mari freddi; nel Mediterraneo arenò ripetutamente anche sulle coste italiane. Abbisogna di acque profonde. Si nutre di cefalopodi, non esclusi i giganteschi, e talvolta di pesci mediocri o grossi, compresi pescicani di 2 a 3 metri. Rimane normalmente quasi un'ora sott'acqua; è agilissimo e capace di spostarsi verticalmente con la testa o con la coda emerse, o di balzare completamente fuor d'acqua per 2 o 3 volte di seguito. di abitudini gregarie. Aggredito dall'uomo, si difende talvolta valorosamente a colpi di coda, o con l'urto violento della sua mole, o morsi. L'uomo lo perseguita senza tregua per ricavarne il lardo lo spermaceti, usato come unguento e nella fabbricazione delle candele, e talvolta anche la cosiddetta ambra grigia, una concrezione, d'origine probabilmente patologica, leggiera, cerosa, grassa, rammollibile in acqua calda e volatizzabile per calore, che emana un profumo piacevole ed è usata in profumeria e saponeria; questa sostanza è più frequentemente trovata fluttuante, in mare. I denti del capodoglio infine forniscono un avorio assai buono.
2. Cogia (Kogia Gray 1846; fr. cogia; sp. cachalote enano; ted. Zwergpottwal; ingl. pigmy sperm whale), lungo al massimo 3 a 4 m. nei maschi; con testa occupante circa un sesto della lunghezza totale. La colorazione è superiormente nerastra e inferiormente biancastra. Il genere comprende una, o forse due specie, rarissime, che abitano l'Oceano Indiano, l'Australe e il Pacifico settentrionale (v. odontoceti).
Bibl.: Blainville, in Ann. Anat. Phys., II (1838), p. 337; Krefft, in Proc. Zool. Soc., Londra 1865, p. 708; Owen, in Trans. Zool. Soc., VI (1866), p. 30, tavv. X-XIV; Elliot, in Field Columbian Mus. Zool., s. 4ª, I (1904), pp. 45-46, tavv. XV-XVII; Parona, in Atti Soc. Ligure scienze nat. geogr., XIX (1908), pp. 196-197.