CANIANA
. Da Romano di Lombardia trasse origine questa famiglia, che per due secoli praticò l'arte dell'intaglio e dell'intarsio nel legno. Capostipite ne fu Antonio (sec. XVII), che peraltro non si levò dalla modesta cerchia degl'intagliatori di mobili e di cornici. Il figlio suo Gian Battista (nato nel 1671, morto nel 1754), dopo di essere stato a Venezia a studiarvi architettura, passò nel 1694 ad Alzano, e vi rimase sino alla morte. Le sue tarsie si accompagnano agl'intagli di Andrea Fantoni negli armadî della seconda sacrestia della parrocchiale di Alzano con amabile fantasia. Architetto, eresse non poche chiese per tutta la provincia di Bergamo; artefice del legno, oltre alle opere di Alzano, lasciò tra altre gli stalli corali di Cologno, di Stezzano e di Vertova, il pulpito di Tagliuno e di Sorisole, gli armadî di Brignano, il paliotto di Romano, ecc., nelle quali fu aiutato, specie per le tarsie, dai figli Gian Antonio, morto giovane a 27 anni, Caterina e Giuseppe. Quest'ultimo dopo la morte del padre rimase a capo di quella bottega, che in mezzo secolo si era venuta acquistando tanta nominanza, ma egli restò molto al di sotto di lui, e fu certo superato anche dal figlio suo Giacomo che nelle tarsie degli oratorî e del sedile nella cappella Colleoni si mostrò erede in gran parte del genio dell'avo.
Bibl.: F. M. Tassi, Vita dei pittori... bergamaschi, Bergamo 1797, II, p. 78 segg.; Bernath, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente).