CALINO (Calimno, Kalimno, Κάλυμνος, A. T., 90)
È la quarta per dimensione delle isole del Dodecaneso (98 kmq. di superficie e 122 con le isole minori e gli scogli dipendenti). Giace fra Lero e Coo ed è completamente montuosa, composta da quattro catene principali che culminano sul M. S. Elia a 686 m. s. m. Fra le tre catene meridionali s'affossano due ampie valli che rappresentano quasi le uniche zone abitate e coltivate di tutta l'isola. Predominano infatti i calcari del Cretacico, che dànno origine a regioni brulle e aride molto spesso modellate dal carsismo. Le coste sono spesso scoscese e inaccessibili, ma non mancano discrete baie, come quella di Pothea sui cui margini è sorto il capoluogo dell'isola. Mancano corsi d'acqua perenni, e anche le sorgenti sono molto scarse di numero e di portata. A breve distanza da Pothea sgorga sulla costa anche una sorgente termale solforosa.
La popolazione dell'isola era nel 1917 di 14.000 abitanti, tutti greci ortodossi, salvo pochi italiani addetti a varî uffici di governo. I centri abitati principali sono Pothea, il capoluogo (11.000 ab.), sulla costa orientale allo sbocco della valle omonima; Coriò, il villaggio vecchio (500 ab.), sullo spartiacque fra la valle di Pothea e quella di Brostà; Brostà (500 ab.), sulla riva del mare nella zona più intensamente coltivata dell'isola; Vatì con 1100 ab., sparsi sul fondo della ricchissima valle omonima; Boriò, con 200 ab., sulla costa nord-occidentale dell'isola. Le occupazioni degli abitanti consistono nell'agricoltura (frumento, orzo, fichi, aranci, mandarini, e inoltre uva, olive, legumi), nell'allevamento del bestiame (capre, pecore, asini), nel commercio marittimo, ma soprattutto nella pesca e nella lavorazione delle spugne. La lavorazione del tabacco produce circa 60 milioni di sigarette all'anno. Calino è toccata da numerosi piroscafi delle linee di navigazione che fanno servizio nell'Egeo; è pure fornita di telegrafo. Le comunicazioni interne sono molto scarse: esiste un'unica rotabile che collega Pothea a Brostà. Ha otto scuole elementari e due ginnasî. L'isola è sede di un metropolita, ha una quarantina di chiese e due conventi di monache.
Per la storia di Calino nell'antichità v. sotto: dopo il dominio romano e bizantino, fu occupata dai Veneziani, finché nel 1310 divenne dominio dei Cavalieri di Rodi. Col 1522 passò, con le altre isole del Dodecaneso, sotto i Turchi, pur conservando alcuni privilegi concessi da Solimano il Magnifico; finché, il 12 maggio 1912, fu occupata definitivamente dall'Italia.
Dall'isola maggiore dipendono gl'isolotti di Cappari (Pserimo), con 300 ab., e l'isolotto montuoso di Telendo, pure con 300 abitanti. In quest'ultimo alcuni resti di abitazioni sommerse nel mare indicano un recente moto di sommersione dell'isola.
L'isola dell'antichità. - Omero mette Calymna (Κάλυμνα o Κάλυδνα) al plurale, forse perché considerata tutta una cosa con la vicina Lero (Il., II, 677; Strab., X, 489 c). Isola piuttosto povera, arida e priva di vegetazione, per quanto Ovidio la chiami umbrosa (Ars am., II, 81). Vi fiorì nell'antichità la sola industria del miele e delle spugne. Abitata, secondo la tradizione, in età preistorica dai Carî, e dopo aver subito l'influenza cretese-micenea, Calino fu definitivamente occupata dai coloni greci provenienti da Epidauro, o, comunque, dall'Argolide. Fece parte della prima e della seconda lega ateniese. Fu, tuttavia, per la sua posizione geografica, costretta talora a sottomettersi ai satrapi persiani o a Mausolo, signore di Caria. Conquistata nel 332 dai generali di Alessandro, unitamente alle altre isole dell'Egeo, fu sotto i Romani aggregata alla provincia d'Asia e al tempo di Diocleziano alla provincia insularum. Quest'isola, visitata nel 1841 dal Ross, che ne mise in evidenza le antichità e ne pubblicò le prime iscrizioni, fu poi esplorata dal Newton, dal Dubois e dal Maiuri. Il Newton scoprì la necropoli di Damos e il temenos del tempio di Apollo Delio (presso la chiesa di Gesù di Gerusalemme, a pochi passi da Coriò) e il Maiuri rinvenne materiale preistorico nelle grotte di S. Barbara, Chiromandres e Vatì, unitamente a ceramica del tipo di Camares e del tardo miceneo. L'isola ebbe in antico costituzione democratica. Di tutti i demi ricordati nei decreti di politeia, solo tre possono essere con quasi sicurezza ubicati: Πόϑαια, presso l'odierno paese di Pothea, "Ορκατος nel territorio di Arghinonda di faccia all'isoletta di Telendo, e Πάνορμος nella località di Mirtiè, (Dubois, Bull. Corr. Hell., VIII; Maiuri, Ann. Sc. Arch., Atene, VIII). Nei periodi di libertà Calino coniò moneta. Molto rari sono gli stateri d'argento, incusi, del sec. VI a. C., e le monete di età posteriore che presentano, come le arcaiche, da una parte la testa di un personaggio barbuto (Ares?) e dall'altra la lira, con l'iscrizione: KAΛYMNION.
Bibl.: Ross, Reisen auf den Inseln des ägäischen Meeres, II, p. 98 segg.; Newton, Travels and discoveries in Levant; id., Ancient Greek Inscriptions in the British Museum, II, nn. 231-334; A. Scrinzi, Kalymna, in Atti R. Ist. Veneto, LVIII (1898-99), pp. 205-251; V. B. Head, Catalogue of the Greek Coins of Caria, Cos. 2ª ed., Oxford 1911, p. 87; Bürchner, Kalymna, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, coll. 1768-71; A. Maiuri, Clara Rhodos, I, Rodi 1928, pp. 104-117; G. Gilbert, Griech. Staatsaltertümer, II, Lipsia 1875, p. 213.