caldoriano
s. m. e agg. Sostenitore di Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania dal 2010 al 2015; di Stefano Caldoro.
• «Certo, mi fa piacere per Stefano. Ma di noi non è rimasto più niente. La stagione dei socialisti è finita con la morte di [Bettino] Craxi, il resto sono tentativi velleitari», dice sornione l’ex «viceré» [Giulio Di Donato] al bar sotto il suo studio da avvocato. Però, davanti al tavolo gli si forma subito una fila di vecchi compagni d’un tempo, visi noti, conciliaboli antichi. E al Mediterraneo, dove il comitato caldoriano non ha ancora sbaraccato, ti fanno trovare un gruppetto di agguerriti trentenni del nuovo partito socialista: per tutti Bettino era un eroe, Mani pulite un imbroglio, «Stefano» è una guida nel mondo. È ancora qui la festa. (Goffredo Buccini, Corriere della sera, 31 marzo 2010, p. 16) • La discussione è appena agli inizi e Stefano Caldoro è convinto di poter portare sulle sue posizioni anche i governatori che oggi appaiono perplessi. E, se [Matteo] Renzi si spinge al punto da definirsi «caldoriano», il presidente della Campania rilancia sullo stesso terreno. (Paolo Mainiero, Mattino, 21 marzo 2014, p. 6, Primo Piano) • è rissa anche nell’Udc. Il caldoriano Ciro Alfano non riesce a digerire l’intesa sottoscritta da Lorenzo Cesa e dai De Mita con Vincenzo De Luca e si scatena anche lui nella domenica da ring: «Giuseppe De Mita stia sereno. Il confronto che lui e suo zio Ciriaco hanno evitato, nella fase preelettorale qui in Campania per decidere da soli l’alleanza dell’Udc con De Luca, sarà fatto tra qualche giorno in Direzione nazionale e lì capiremo le alte motivazioni che l’hanno spinto a fare questa scelta scellerata». (Ottavio Lucarelli, Repubblica, 25 maggio 2015, p. 2).
- Derivato dal nome proprio (Stefano) Caldoro con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
- Già attestato nella Repubblica del 20 ottobre 2005, Napoli, p. V (Roberto Fuccillo).