VOLUSENUS, C
Proprietario di officina di vasi aretini, situata, pare, nei pressi della odierna chiesa di S. Francesco ad Arezzo.
La sua firma, data al nominativo su due righe, appare su due matrici del Museo Archeologico di Arezzo, di carattere e stile diversi. In una, inedita, v'è una decorazione a foglie orizzontali alternate a rosette di due tipi, sotto un giro di ovuli che non hanno confronti: manca il ritocco a mano libera. Lo stile non pare lontano dall'inizio della fase tarda della produzione aretina. L'altra matrice, solo menzionata, pare più antica, circa coeva della tarda produzione di Tigranus, e conserva parte di due danzatrici con calatisco ai lati di un candelabro da cui pendono festoni, eseguiti a ritocco, con corone. In alto corrono un giro di ovuli allungati ed una linea di trattini. Alcuni punzoni, le caratteristiche dei segni a ritocco, i criterî compositivi ricorrono in frammenti del museo di Arezzo anepigrafi o con la firma: Ant[h]eros e in altri pezzi raggruppati nel convenzionale gruppo "protobargateo". A causa della scarsità della documentazione è difficile precisare meglio la cronologia e, per ora, stabilire la posizione di C. V. nel confuso panorama della produzione "protobargatea", anche se sono abbastanza chiare le affinità sue (e di Antheros) con M. Perennius Tigranus (v. perennius, m.) e Cn. Ateius (v.).
Bibl.: M. Ihm, in Bonn. Jahrb., CII, 1898, p. 122; Not. Sc., 1899, p. 58; H. Dragendorff-C. Watzinger, Arretinische Reliefkeramik, Reutlingen 1948, p. 159.
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