BROGLIO D'AJANO, Saverio Latino
Figlio del conte Pietro e di Rita Giovannetti, nacque a Treia (Macerata) il 28 ott. 1749.
Allievo dei collegi dei gesuiti di Recanati e Macerata, quindi del Cicognini di Prato e Tolomei di Siena, il B. studiò giurisprudenza a Siena e a Camerino, ove ottenne la laurea. Nel 1779sposò Chiara dei conti Graziani di Macerata (sospetti di massoneria). Uomo di ampia cultura e molteplici interessi, si dedicò a un'intensa e multiforme attività letteraria. Poeta non privo di una certa eleganza e assai prolifico, pubblicò molti componimenti in collezioni di tutta la penisola e fu ricompensato con varie onorificenze (ciambellano dell'elettore di Colonia, ecc.). Fu eletto membro dell'Arcadia di Roma (col nome di Gliboro Cromizio), dei Catenati di Macerata, dei Disuguali Placidi recanatesi; con F. Benigni fondò la Società Georgica di Treia. Alcune sue traduzioni, con ampi saggi critici e biografici, possono tuttora leggersi con interesse: Saffodi Lesbo, 2 ediz., Iesi s.d. (1802?) e Gli amori di Anacreonte, s.l. né d. (1806?); tradusse anche dal latino (Catullo), tedesco (Gessner), francese e inglese.
Fautore delle idee d'Oltralpe - probabilmente volteriano - il B. partecipò, nel periodo francese, alla vita politica: nel 1798 fu "designato" senatore della Repubblica romana per il dipartimento del Musone, di cui fu anche amministratore. Perseguitato durante la reazione - nel 1799 fu saccheggiato il suo palazzo e bruciati molti suoi manoscritti - ritornò alla vita politica nel 1808, con l'annessione delle Marche al Regno italico. Fu membro del Collegio dei dotti e giudice della corte giudiziaria criminale e civile dipartimentale. Nel 1808 pubblicò Agl'Italiani del 1808 (prosa seguita dal "carme" Elogio del Massimo:esaltazione di Napoleone) che, propugnando il "risorgimento della Nazione" dalle Alpi alla Sicilia, esalta i valori della civiltà italiana; il patriottismo italiano avrebbe dovuto emulare, ma mai imitare, i Francesi.
La Restaurazione escluse il B. dai pubblici uffici. Notoriamente liberale (tradusse anche il byroniano Ditirambo in morte di Napoleone), non sembra però aver partecipato alle varie congiure locali.
Morì il 23 febbr. 1834.
Il B. fu autore, oltre ai già citati, di vari componimenti poetici e scritti d'occasione, Rime per nobil donzella che prendi il velo, Macerata 1767; L'amor fuggitivo, Loreto 1770; I novissimi, ibid. 1770; A ... Antici, Canzone, Foligno 1771; L'Armonia,Il Genio Nuziale, Loreto 1775; Il naviglio, Loreto 1776; Il piacere, ibid. 1777; Le fiamme portentose, ibid. 1778; L'Iride, composizione drammatica, ibid. 1778; Il voto e La Libertà, Loreto 1780; Lo sfinimento amoroso, ibid. 1781; Alla tenera e virtuosa amica, Recanati s.d.; La pubblica felicità, Roma 1781; Il trofeo, Pesaro 1781; Alla religione, in Parnaso ital. ... 1783, Bologna 1783, p. 71; L'autunno, Macerata 1783; Le catene felici, Recanati 1783; Parafrasi della sequenza dei morti, in Parnaso ital. ... 1785, Bologna 1785, p. 178; Risorg. di Adamo (cantata a 3 voci e coro), Pesaro 1787. Traduzioni: Le avventure di Ero e Leandro di Museo, Parigi 1801, e Catullo, Le nozze di Teti e Peleo, Parma 1784, e in Parnaso straniero-Latini, IX, Venezia 1846, pp. 11-26.
Anche la moglie Chiara si dedicò occasionalmente alla poesia: cfr. All'amabile... nipote contessa Elisa Graziani... sposa... (Macerata [1825]) di scarso valore poetico, ma interessante per la visione moderna del matrimonio.
Il B. ebbe due figli: Andrea Massimiliano e Venanzio Giuseppe. Andrea Massimiliano nacque a Recanati il 31 maggio 1788. Nel 1808 si arruolò volontario nella guardia reale (Milano) e vi brillò per il suo coraggio sia in numerosi duelli che in guerra, distinguendosi particolarmente nella battaglia della Raab (1809). Nella campagna russa passò al 3º reggimento cacciatori a cavallo e pervenne al grado di sottotenente; fu insignito della legione d'onore sul campo di battaglia di Smolensk. A Malojaroslavetz il B. sarebbe rimasto gravemente ferito sul campo e dopo vari giorni fatto prigioniero dai Russi; il De Laugier riferisce invece che il B. si distinse particolarmente alla successiva battaglia di Hanau (30 ott. 1813: De Laugier, XIII, p. 60). Rimpatriato nel 1814, nell'ottobre di quell'anno fu tra i volontari marchigiani dell'esercito murattiano; tenente dei volteggiatori, combatté l'anno successivo a Fondi e partecipò alla difesa di Gaeta, ove il gen. Begani lo promosse capitano. Tornato a Macerata dopo una breve detenzione a Roma, fu tra i promotori della locale carboneria. Nel 1816 espatriò illegalmente recandosi a Varsavia via Odessa, forse col proposito, nel frattempo divenuto inattuabile, di arruolarsi nell'esercito russo. Vi visse coi proventi di lezioni private fino al 1820; nel febbraio di quell'anno sposò Edvige Sulmierska, orfana di un patriota polacco, conte Sulmierski, e rimpatriò il mese successivo. Ne 1827 partiva per la Grecia col conte Antonio Gatti; a Dragomestre il gen. Church lo nominava maggiore di cavalleria e comandante dei Filelleni. Il 23 maggio 1828 il B. fu colpito mortalmente da un colpo di cannone mentre guidava le truppe assedianti all'attacco di Anatolico.
Venanzio Giuseppe nacque a Recanati il 28 dic. 1790. Educato da sacerdoti emigrati e dallo stesso padre, ne volle seguire le orme nel mondo letterario ma con scarso successo e soprattutto con penosa coscienza della modestia dei propri mezzi (cfr. A Nicola Grimaldi cardinale legato di Forlì,Versi, Macerata 1838; Nelle seconde esequie... al cardinale Nicola de' conti Grimaldi. Orazione, Sanseverino 1845; giudizio quasi incoraggiante del Leopardi, Epistolario, I, pp. 304-307). Carbonaro sulle orme del fratello Andrea, fu eletto maestro della vendita di Treia nel 1817: grazie alla sua prudenza questa non partecipò al tentativo di sommossa maceratese della notte del 24-25 giugno 1817. Non svolse altre attività politiche: è probabile un suo ravvicinamento alla politica ufficiale (cfr. Per le nozze di suo cugino conte Francesco Grimaldi... Ode, Macerata 1841: versi sibillini, comunque ostili ai patrioti). Bruciò tutti i suoi manoscritti. Trasferitosi a Treia sin dal 1824, vi morì il 23 ottobre 1870.
Fonti e Bibl.: T. Benigni, Al nobilissimo...S. B., Macerata 1779, p. IX; E. De Tipaldo, Biogr. d. Ital. illustri, I, Venezia 1834, pp. 398 s.; O. Raggi, Memoria intorno alla vita... del conte S. B. d'A., Napoli 1839; G. Benedettucci, Biblioteca recanatese, Recanati 1884, pp. 16-19; L'Iride (riediz. facsimile, Recanati 1897), p. 12; G. Mestico, G.Leopardi e i conti Broglio d'Ajano, Roma 1898 (anche per i figli); D. e G. Spadoni, Uomini e fatti delle Marche nel Risorgimento italiano, Macerata 1927, p. 20 (per Andrea, pp. 21, 23, 25); G. Leopardi, Epistolario (ed. naz. Delle opere), I, pp. 284 ss., 293, 295-302, 307, 309; V, pp. 108, 115, 117 s. (sulla morte di Andrea); G. Natali. Il Settecento, I, Milano 1936, p. 520; L'Ottocento, a cura di G. Mazzoni, pp. 416, 525 (anche per Venanzio); Dizionario del Risorgimento nazionale, II, ad voces. Per Andrea: Archivio di Stato di Roma, Tribunale Supremo S. Consulta, Processi politici - Macerata, pos. 5/3, b. 6, f. 616, f. 1439 (per Venanzio); pos. 6/1, b. 7, ff. 1511 s., 1630; Ibid., Miscell. di carte politiche e riservate, vol. 74 (1827), n. 2341; C. De Laugier de Bellecour, Fasti e vicende degli Italiani dal 1801 al 1815, XIII, Italia [Firenze] 1838, p. 60 (errata la data di partenza per la Grecia); D. Spadoni, Settant'anni di patriottismo marchigiano, Ascoli Piceno 1910, pp. 14, 16, 26.