Briareo
. Gigante mitologico. Secondo Esiodo (Teogonia 147 ss., 617-734) fu figlio di Urano e della Terra, e uno dei tre Centimani (B., Cotto e Gia), giganti con cento braccia e cinquanta teste.
Per l'inimicizia che portarono al padre furono incatenati nelle viscere della terra; ma quando i Titani mossero guerra all'Olimpo i Centimani, liberati da Urano, prestarono aiuto agli dei, divenendo, dopo la loro vittoria, i guardiani dei Titani, che furono incarcerati nel Tartaro. Ma accanto a questa versione ne correva un'altra (raccolta anche da Omero Il. I 402), che narrava come Giove, sentendosi minacciato da una congiura degli dei, avesse chiamato presso di sé B., la cui sola presenza valse a dissuadere i congiurati dal loro proposito. Nei poeti latini B. appare invece, anziché alleato, nemico a Giove e spregiatore degli dei: Virgilio lo cita tra i mostri infernali (Aen. VI 287 " centumgeminus Briareus ") e, con il nome di Aegaeon, lo descrive mentre combatte contro Giove con cento braccia e spirando fiamme da cinquanta bocche (X 565-568), paragonandone il valore a quello dimostrato in battaglia da Enea; Lucano lo nomina con Tifone e Tizio (Phars. IV 596), tra i terribili Giganti ribelli agli dei; Stazio lo menziona tra i partecipanti alla battaglia di Flegra, che i Giganti combatterono contro il Cielo, dispregiando i fulmini di Giove (Theb. II 595-601).
B. è nel pozzo dei Giganti (If XXXI 97-105), all'inizio del nono cerchio, incatenato (cfr. Phars. VI 665) come Fialte e gli altri che tentarono la scalata al Cielo; D. esprime il desiderio di vedere con i propri occhi quell'essere smisurato (" immensus Briareus ", Theb. II 596), il più terribile di quei combattenti: ma Virgilio lo accerta che B. è in tutto simile a Fialte e agli altri Giganti, salvo che più feroce par nel volto (particolare sul quale si era soffermato Lucano: " Briareus ferox ", Phars. IV 596), smentendo dunque che egli sia un centimane. Con ciò D. avalla l'interpretazione di Aen. X 565-568 come descrizione iperbolica; il che era reso possibile anche dal fatto che il " centumgeminus " di Aen. VI 287 veniva spiegato dai commentatori medievali in senso moralistico (cioè: che riunisce in sé i vizi di innumerevoli animali, violenza, frode, atrocità, ecc.; cfr., ad esempio, Bernardo Silvestre, al verso). In Pg XII 28-30 la morte di B., colpito dal fulmine di Giove, è uno degli esempi di superbia punita scolpiti nel primo girone (insieme a Lucifero, a Nembròt e altri). Non pare dubbio che D. pensi proprio ed esclusivamente alla battaglia di Flegra, e non ad altro conflitto con gli dei: lo accerta, con quanto si è già detto, il confronto del v. 31 con Theb. II 595-601 (ove è esplicitamente nominato B.); sicché pare persuasiva l'ipotesi che la descrizione della morte di B. sia in un medesimo bassorilievo con la strage dei Giganti citata nella terzina successiva, come vogliono anche ragioni di simmetria (ai sei esempi tratti dal testo biblico si alternano sei esempi tratti dalla mitologia classica). Vedi anche GIGANTI.