BORSIPPA o Barsippa
Fu la città sacra del dio babilonese Nabū, divinità degli scrivani, della scrittura e delle arti. La città era situata a SO. di Babele sulla sponda occidentale dell'Eufrate ed era città gemella della capitale del paese. In sumero il suo nome suona Bad-si-a-ab-ba, che divenne Bar-si-pam, Bar-sib e Bar-sip, cioè "il santuario del pastore", vale a dire del dio Tamūz. Il nome sumero sembra avere il significato di "chiavistello del mare". In scrittura fonetica il nome è scritto Bar-zi-pa- (ki). I Greci la chiamarono τὰ Βόρσιππα e Βάρσιπα. Fu certamente città antichissima, che godeva rinomanza quando ancora Babele non era divenuta capitale dell'impero babilonese. Il suo periodo di splendore cade nell'età neobabilonese sotto il re Nabucadrezar (604-562 a. C.). Con Babele essa era congiunta mediante una celebre strada processionale. Era rinomata pure per la sua specola atronomica, la quale era una delle tre più celebri di tutta la Babilonia.
Il famoso tempio del dio Nabū portava il nome di Ezida. Esso era quasi quadrato di forma, e consisteva, come quasi tutti i templi della Babilonia, in un vasto cortile circondato da una grande quantità di locali, dei quali quello che costituiva la cella del dio stava di faccia alla porta d'entrata dell'edificio. A SO. del tempio si ergeva la ziqquratu, la torre a gradini, dalla superficie però più piccola del tempio. Il suo nome significava "Casa dei sette annunziatori", cioè pianeti, e il numero dei suoi gradini era di sette. Le rovine della città sono ora chiamate Birs Nimrūd e Ibrāhīm el-Khalīl.
Bibl.: F. Hommel, Ethnologie und Geographie des alten Orients, Monaco 1904-1926, pp. 394-396; R. Koldewey, Die Tempel von Babylon und Borsippa, Lipsia 1911.