BONAVENTURA Berlinghieri
Pittore lucchese del 13° secolo. Figlio e fratello di pittori, B. appare per la prima volta, insieme al padre Berlinghiero e al forse più anziano fratello Barone, in un documento del 1228 in cui risulta già maggiorenne; la sua nascita va quindi posta nel primo decennio del secolo.Presente a Lucca nel 1232 (Angiola, 1980), firmò nel 1235 come Bonaventura Berlingeri il dossale di S. Francesco nell'omonima chiesa di Pescia, unica sua opera sicura; è ancora attestato nel 1244, quando si impegnò a decorare con motivi a uccelli e altro una camera pertinente alla canonica lucchese, secondo i desiderata dello scultore Lombardo (che allora operava nel cantiere del duomo di Lucca). Compare ancora in documenti lucchesi del 1250, come mallevadore del fratello Marco, poi nel 1266, in relazione alle vicende del defunto figliastro Lupardo di Benincasa, e infine nel 1274.La conoscenza di B. si basa sulla tavola con S. Francesco e sei storie della sua vita, conservata ab antiquo nella chiesa di S. Francesco a Pescia; già nota per le copie conservate presso la rocca Montecuccoli di Guiglia (Modena) e nel palazzo del Vaticano di Roma (Tiraboschi, 1783), venne resa di pubblico dominio (Ridolfi, 1857) dopo la rimozione di un pannello che la celava alla vista nell'altare in cui era conservata. Da allora la tavola ha costituito un caposaldo per la classificazione delle opere del Duecento toscano che a mano a mano si andavano ritrovando e attorno a essa si è venuto formando un ampio corpus di opere che tuttavia, allo stato attuale degli studi, difficilmente si possono attribuire a B.; il crocifisso di Fucecchio firmato da Berlinghiero, recentemente identificato (Caleca, 1981), fa ipotizzare che a partire dall'attività tarda del caposcuola si fosse formata presso la bottega dei Berlinghieri una koinè che poi si sarebbe diffusa largamente in Toscana. Entro tale koinè, pur nella sua indubbia, anche se contestata qualità (Longhi, 1948), va posto il S. Francesco di Pescia, che attinge largamente, specie nelle storiette laterali, alla cultura bizantina e siculo-bizantina, che costituisce la base del linguaggio così di Berlinghiero come di Bonaventura.È, sotto questo punto di vista, assai significativo il gruppo di opere raccolto (Ragghianti, 1955) sotto il nome convenzionale di Maestro della Croce delle Oblate. Esso infatti comprende opere di provenienza sia fiorentina (la croce del convento delle Oblate a Careggi) sia lucchese (il dittico della Madonna con il Bambino, la Crocifissione e santi del Mus. Naz. del Bargello di Firenze, proveniente da S. Chiara di Lucca e posteriore al 1250) e fa quindi intravvedere un pittore di cultura berlinghieresca attivo a Lucca e poi a Firenze, in parallelo con l'attività bolognese di Marco di Berlinghiero.Analoga è la collocazione del Maestro di Calci (Ragghianti, 1955), denominato sulla base di un frammento di crocifisso conservato nella pieve di Calci (Pisa), e che in opere di provenienza sia pisana sia fiorentina si mostra più convinto degli altri berlinghiereschi rispetto alle novità di Giunta Pisano.Resta da segnalare il caso, non sorretto da testimonianze monumentali, di Lupardo di Benincasa, quale è testimoniato dal citato documento lucchese del 1266 (Lazzareschi, 1908); costui, figlio di donna Pina, moglie in seconde nozze di B., era stato a bottega presso il patrigno per poi recarsi in Sardegna e successivamente in Sicilia, dove era morto verso il 1258, verosimilmente esercitandovi l'arte della pittura.
Bibl.: G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, IV, Roma 1783, p. 435; M. Ridolfi, Lettera al Marchese Pietro Selvatico, Atti della R. Accademia Lucchese di Scienze, Lettere ed Arti 16, 1857, pp. 12-227; E. Lazzareschi, Un nuovo contributo allo studio dell'iconografia francescana, Bollettino della R. Deputazione di Storia Patria per l'Umbria 14, 1908, pp. 431-457; R. Longhi, Giudizio sul Duecento, Proporzioni 2, 1948, pp. 5-54 (rist. in id., Opere complete, VII, ''Giudizio sul Duecento'' e ricerche sul Trecento nell'Italia Centrale 1939-1970, Firenze 1974, pp. 1-53); E.B. Garrison, A new History of Bonaventura di Berlinghiero's St. Francis Dossal in Pescia, I, Sources, in id., Studies in the History of Mediaeval Italian Painting, I, 2, Firenze 1953, pp. 69-78; C. L. Ragghianti, Pittura del Dugento a Firenze, Firenze 1955; E. H. Gombrich, Bonaventura Berlinghieri's Palmettes, JWCI 39, 1976, pp. 234-236; E.M. Angiola, Nuovi documenti su Bonaventura e Marco di Berlinghiero, Prospettiva 1980, 21, pp. 82-84; A. Caleca, in M. Burresi, A. Caleca, Momenti dell'arte a Volterra, cat., Pisa 1981, nrr. 1-2, pp. 17-19; id., Pittura del Duecento e del Trecento a Pisa e a Lucca, in La pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, Milano 1986, I, pp. 233-264: 234, figg. 357-358; P. Ferretti, Problemi della pittura pisana del Duecento: un Crocifisso inedito a Pisa e il ''Maestro della Croce di Calci'', AC 75, 1987, pp. 307-316.