blog
blòg s. m. – Pagina web personale, aperta ai commenti dei lettori, di norma organizzata in ordine cronologico e arricchita con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in Internet; una sorta di diario in rete, realizzato con strumenti di gestione che ne rendono estremamente semplice la realizzazione e l’aggiornamento continuo. Il termine (composto di [we]b e log) è stato coniato nel 1997 dall’americano Jorn Barger. Nei b., persone di ogni estrazione sociale ed esperienza pubblicano eventi vari incarnando il giornalismo ‘personale’ ma anche il citizen-journalism, ossia il giornalismo fatto da cittadini non professionisti reso possibile dalla comunicazione digitale. Così Internet diventa una fonte d’informazione o di spunti informativi. I b. possono essere luoghi virtuali di sfogo individuale o collettivo, ma anche cassa di risonanza dell’attualità in tempo reale, in questo modo contendendo i lettori ai giornali online. Nati come giornalismo alternativo fatto di cronaca personale sul web (i primi b. erano pagine web statiche modificate manualmente dagli autori), i b. sono diventati un punto di riferimento per chi cerca informazioni e opinioni online: tuttavia la loro varietà qualitativa è ampia e la loro affidabilità diversa da caso a caso. Nonostante l’emergere dei social network dell’era web 2.0, la prevista fine dei b. non si è verificata, anzi i luoghi virtuali di ritrovo per scambiarsi opinioni si sono moltiplicati. La programmazione di un bl. può avvenire in maniera autonoma, utilizzando una base Wordpress, uno dei fornitori più attenti alla qualità grafica dei format di b., usando PHP (Hypertext preprocessor) e un sistema di gestione di database. Ma l’apparente semplicità di progettazione è tale soltanto se l’utente si accontenta di uno dei temi o generi grafici disponibili. In alternativa, è necessaria una buona conoscenza dei fogli di stile CSS (Cascading style sheets) e di PHP. L’impiego di un linguaggio di programmazione di apprendimento non immediato sposta il focus delle competenze necessarie al web designer – sempre più informatico e sempre meno grafico – oppure scinde la progettazione di siti in competenze strutturali-funzionali e formali-estetiche. Esistono software scaricabili dal web, gratuiti o a pagamento, che permettono la pubblicazione automatica di una pagina web personalizzabile, anche senza bisogno di possedere competenze tecniche; tra i più utilizzati, Blogger, Wordpress, TypePad, MovableType, Splinder, Il Cannocchiale (questi ultimi due in Italia). Ogni post – numerato e contraddistinto da un link permanente – è legato a un thread (filo del discorso) in cui i lettori possono scrivere i loro commenti o messaggi all’autore. Oltre ai link verso gli approfondimenti consigliati o i siti preferiti del blogger (l’autore del b.), è possibile creare anche un blogroll, vale a dire una sezione con link ad altri b. selezionati (l’insieme di tutti i b. è detto blogosfera). I b. più diffusi sono quelli personali, ma con l’evolversi del web 2.0 sono emersi anche i social b., pubblicati da più utenti, e i b. collettivi, scritti da gruppi ristretti di autori e orientati verso un argomento preciso (per es. politica, letteratura o informatica). I watchblog guardano con occhio critico gli altri b. o i siti web e i giornali online per mettere in luce gli errori altrui. Molti giornalisti – nonostante le iniziali resistenze – aggiornano b. di attualità per esprimere opinioni su temi che non trovano spazio sui giornali tradizionali, o per un ulteriore approfondimento rispetto alla carta stampata. Esistono anche b. aziendali, più informali rispetto al sito-vetrina ufficiale su Internet. Con l’esplosione della multimedialità sul web, sono nati poi audio-b., foto-b. o video-b., in cui si pubblicano prevalentemente clip audio, foto o video. Infine, con lo sviluppo di internet su dispositivi come smartphone e tablet sono emersi i moblog (o b. mobile), che contengono immagini inviate via MMS (Multimedia messaging service) o video registrate in videochiamata.