BLASI, Luca, detto il Perugino o il Perusino
Nacque a Perugia presumibilmente nella seconda metà del sec. XVI. Organaro di notevole valore, dopo aver costruito nel 1585 per la chiesa di S. Maria Nuova a Perugia il suo primo organo (strumento parzialmente ancora esistente e restaurato nel 1940-42), dotato di stile personale e di suono assai dolce, dal 1595 fu a Roma. Qui G. B. Zucchelli, organista di S. Pietro in Vaticano e suo amico, gli procurò dapprima il restauro degli organi di S. Lorenzo in Damaso e della Cappella Gregoriana a S. Pietro in Vaticano (quest'ultimo precedentemente devastato), poi la costruzione dell'organo del duomo di Frascati (e forse anche in parte quello della chiesa dedicata alla Madonna di Loreto in Roma).
L'eccellenza dei suoi strumenti e l'attrezzatura della sua fabbrica permisero presto al B. d'iniziare, per primo a Roma, un'attività organaria stabile e continuativa, la cui importanza fu testimoniata dalla creazione grandiosa del bellissimo organo di S. Giovanni in Laterano, commissionatogli da Clemente VIII. Iniziati i lavori ai primi mesi del 1597 e condotti a termine nel 1599, l'organo - posto sopra la porta laterale della chiesa, dove è tuttora conservato - fu inaugurato nell'anno santo 1600.
Lo strumento, considerato il migliore e maggiore per quel tempo in Roma, era stato disegnato nella parte esteriore dal milanese G. B. Montano, che aveva eseguito anche il lavoro dell'intaglio a oro in campo azzurro. Nel grandioso prospetto a tre campate figura, nel centro di ciascuna, un'elegante canna a tortiglione, la maggiore delle quali è un fa di ventiquattro piedi, e queste grandi canne "costituiscono sicuramente tutto ciò che rimane al giorno d'oggi di originale del Blasi" (Lunelli). Nello strumento costruito dal B. sedici erano i registri (fra i quali le zampogne e la tromba, nuovi per quell'epoca) e una sola la tastiera, come validamente sostiene il Lunelli. La seconda tastiera probabilmente fu aggiunta verso la seconda metà del sec. XVIII dopo i primi parziali restauri fatti da A. Traeri e C. Testa. Altri restauri furono effettuati - alla canna a tortiglione - nel 1827-28 dai celebri organari Serassi e nel 1852 dal camillino Luigi Sabatini, che aggiunse dieci canne nuove di legno nel registro dei tromboni.
Durante la notte di Natale dello stesso anno, però, lo strumento venne devastato per opera di altri organari romani, invidiosi forse e intolleranti dell'ottimo e gratuito restauro del Sabatini. Per circa ottantadue anni il capolavoro del B. rimase muto: soltanto nel 1934 la nuova riparazione apportata da F. Morettini consentì per qualche tempo che l'organo (ormai nella sua composizione di due tastiere di cinquantanove tasti, pedaliera di ventisei, con alcuni registri mutati e disposti in modo diverso) fosse suonato. Sottoposto poi a un rimaneggiamento per certi lavori di muratura nella chiesa, lo strumento tacque definitivamente dal 1940.
Un originale, "melodioso" organo ad acqua fu costruito dal B. per Clemente VIII contemporaneamente a quello di S. Giovanni in Laterano e posto nel giardino del Quirinale; l'amico Zucchelli compose la musica adatta per questo strumento, che valse al B. un privilegio di venti anni - concessogli dal papa il 21 dic. 1600 - per la costruzione di strumenti simili.
Qualche particolare interessante sull'attività del B. durante quegli anni e sul suo fiero carattere si rileva da un processo che il capitolo vaticano istituì nel luglio del 1597 per la devastazione dell'organo della Cappella Gregoriana, processo assai importante anche per le notizie concernenti l'ambiente e l'arte organaria romani alla fine del sec. XVI. Il B. fu chiamato dapprima per una perizia dei danni, poi arrestato insieme con tutti gli altri organari e accusato, indirettamente, di complicità presunta con lo Zucchelli, sospettato autore dell'atto vandalico. L'amicizia del B. con lo Zucchelli, odiato e temuto da tutti gli organari per la sua tirannia, sembrava fosse, però, interessata: secondo le insinuazioni dell'organaro Paolo Girlanzio, lo scopo della devastazione del bell'organo della Gregoriana poteva esser stato quello di assicurare questa volta al B., unico intimo amico dello Zucchelli, la custodia degli organi di S. Pietro, incarico di prestigio gradito al B., ma toccato ad altri. Conscio del suo valore artistico, questi respinse le insinuazioni mettendo in rilievo orgogliosamente i suoi lavori e la sua indipendenza finanziaria. Non ottenne, comunque, né la custodia degli organi di S. Pietro, né pose mano alle riparazioni dell'organo della Gregoriana, per le quali aveva fatto, secondo il suo solito, un preventivo troppo costoso. Lo Zucchelli fu licenziato e gli successe E. Pasquini.
Il 21 nov. 1601 il B. firmò un contratto per alcuni lavori di perfezionamento all'organo di S. Maria in Ara Coeli sotto la direzione di Emilio de' Cavalieri e Alessandro Cardelli. Nel 1602 egli attese alla costruzione dell'organo per la chiesa della SS. Annunziata in Sulmona, decorato da Paolo Balcone. Dal 1604 al 1605 aggiunse tre canne per registro all'organo di S. Spirito in Sassia a Roma. In questo stesso anno 1605 ricoprì anche l'ambita carica di "custode di Montecavallo", conservatore d'organi, cioè, al Quirinale.
Dopo questa data non si hanno più notizie della sua vita e della sua attività, ma, secondo il Lunelli, "nessun organaro veramente grande eccelle nella città eterna dopo il Blasi".
Bibl.: L. Bonazzi, Storia di Perugia..., II, Perugia 1879, pp. 346 s.; A. Cametti, Organi,organisti ed organari del Senato e Popolo Romano in S. Maria in Aracoeli (1583-1848), Torino 1919, pp. 23, 42 s.; R. Casimiri, Il restauro dell'organo monumentale di Clemente VIII al Laterano, in Boll. Ceciliano, XXIX (1934), 2, p. 28; Id., L'organaro L. B., perugino…, in Note d'Arch. per la storia music., XVI (1939), nn. 1-2, pp. 10-13; R. Lunelli, L'arte organaria del Rinascimento in Roma…, Firenze 1958, passim (v. Indice, p. 102).